Salman Rushdie, lo scrittore indiano naturalizzato britannico de I versetti satanici, ha perso un occhio e l’uso di una mano. L’autore è stato accoltellato due mesi fa a New York nel corso di una lettura pubblica e la sua situazione è apparsa fin da subito complessa. Nel corso di un’intervista con El Paìs, Andrew Wylie, agente dello scrittore, ha aggiornato i lettori sulle condizioni del loro beniamino.
Andrew Wylie ha dichiarato a margine della Fiera Internazionale del Libro di Francoforte: “I nervi sono stati recisi dalle coltellate. E ha ricevuto altre quindici ferite alla schiena e al busto. Ha subito un attacco brutale”. Non si sa ancora dove Salman Rushdie si trovi in questo momento. “Non posso dare alcuna informazione”, ha dichiarato Wylie, che ha spiegato come “non c’è modo di difendersi da un gesto del genere, perché è totalmente inaspettato e illogico”.
L’attentato a Salman Rushdie risale allo scorso 13 agosto, quando l’autore è stato colpito da Hadi Matar, ragazzo di 24 anni, del New Jersey. Il New York Post, citando fonti anonime delle forze dell’ordine, ha riferito che Matar aveva pubblicato sui social media post a sostegno dell’Iran e della sua Guardia rivoluzionaria. Su Facebook l’aggressore avrebbe pubblicato foto dell’Ayatollah Khomeini, di Ali Khamenei, attuale guida suprema, colui che negli anni ha rinnovato la fatwa contro lo scrittore indiano.
I versetti satanici sono stati pubblicati nel 1988. Il libro è stato accusato di blasfemia dall’Ayatollah Khomeini e la sua diffusione fu proibita in Iran. Contro Salman Rushdie, il 14 febbraio del 1989, fu pronunciata la condanna a morte stabilendo una ricompensa di tre milioni di dollari per chiunque lo avesse ucciso.