La corsa all’Oscar di Karla Sofía Gascón, star del film candidato in più categorie Emilia Pérez, potrebbe essere a rischio, a causa di post riesumati il giorno 30 gennaio dal suo account X, prima noto come Twitter, in cui si mostrava fortemente contrariata nei confronti della religione musulmana, in particolare riguardo al trattamento delle donne, e sul caso George Floyd.
I post incriminati, in gran parte pubblicati tra il 2020 e il 2021, sono stati prontamente cancellati giovedì, subito dopo essere stati reperiti sul suo profilo X. I primi esempi riportati, in ordine cronologico, e tradotti da Variety, sono dell’anno 2020 e riportano il suo pensiero riguardo le donne con il capo coperto in contesti di quotidianità e di familiarità:
L’Islam è meraviglioso, senza alcun machismo. Le donne sono rispettate e quando sono così rispettate vengono lasciate con un piccolo buco quadrato sul viso per far vedere gli occhi e la bocca, ma solo se si comportano bene. Anche se si vestono in questo modo per il loro divertimento. Quanto è PROFONDAMENTE DISGUSTOSO PER L’UMANITÀ. Mi dispiace, è solo una mia impressione o ci sono più musulmani in Spagna? Ogni volta che vado a prendere mia figlia a scuola ci sono più donne con i capelli coperti e le gonne fino ai tacchi. L’anno prossimo, invece dell’inglese, dovremo insegnare l’arabo.

In un successivo post del 29 gennaio 2021, Gascón afferma che “l’Islam non rispetta i diritti internazionali” e che le religioni “devono essere vietate finché non rispettano il DDHH”, utilizzando l’abbreviazione per i diritti umani nel diritto spagnolo. E ancora, il 16 agosto 2021, la stessa, pubblica un post in cui critica, oltre l’Islam, anche altre religioni, come il cristianesimo e il cattolicesimo.
Oltre ai post contro l’Islam, Gascón ha pubblicato un post su Thread riguardo George Floyd, vittima, nel 2020, di un agente di polizia in cui è stato immobilizzato per nove minuti premendogli un ginocchio sul collo, che ha dato il via ad una serie di proteste e manifestazioni da parte del movimento Black Lives Matter, diventandone il simbolo:
Penso davvero che a pochissime persone importasse di George Floyd, un truffatore tossicodipendente, ma la sua morte ha dimostrato ancora una volta che ci sono persone che considerano ancora i neri scimmie senza diritti e considerano i poliziotti assassini. Si sbagliano tutti. Troppe cose su cui riflettere riguardo al comportamento della nostra specie ogni volta che si verifica un evento. Forse non è più una questione di razzismo, ma di classi sociali che si sentono minacciate l’una dall’altra. Forse questa è l’unica vera differenza.

Gascón, prima persona apertamente transgender ad essere nominata per un Academy Award, ha espresso il suo parere anche riguardo la cerimonia degli Oscar del 2021, la prima dopo la pandemia di COVID-19, in cui Normaland ha vinto il premio come miglior film:
Gli Oscar sembrano sempre più una cerimonia per film indipendenti e di protesta, non sapevo se stavo guardando un festival afro-coreano, una manifestazione di Black Lives Matter o l’8M. A parte questo, un brutto, brutto gala.
Durante la pandemia, nell’agosto 2020, Gascón ha pubblicato un tweet in cui commenta la situazione riguardante i vaccini provenienti dalla Cina e ciò che gli scienziati avrebbero potuto fare per salvare vite ma che, secondo la sua opinione, non hanno fatto:
Il vaccino cinese, oltre al chip obbligatorio, include due involtini primavera, un gatto che muove la mano, 2 fiori di plastica, una lanterna pop-up, 3 linee telefoniche e un euro per il tuo primo acquisto controllato. Così tanti scienziati nel mondo che costruiscono bombe, così tanti studiosi che costruiscono oggetti per lo spazio, così tante fabbriche di medicinali e non c’è nessuno che possa mettersi in fila con questa merda cinese. Alla fine, è stato uno spettacolo tremendo per una nuova variante dell’influenza, aviaria o coronavirus.
Questi post social sono stati rinvenuti in seguito alla controversia in cui l’attrice, in un’intervista del 21 gennaio, ad un quotidiano brasiliano, ha criticato le campagne online che, secondo il suo parere, attaccavano lei, Emilia Pérez e il team che lavorava al fianco di Fernanda Torres, candidata all’Oscar con I’m Still Here:
Quello che non mi piace sono i team dei social media, le persone che lavorano con queste persone, che cercano di sminuire il nostro lavoro, come me e il mio film, perché non porta da nessuna parte. Non c’è bisogno di sminuire il lavoro di qualcuno per mettere in risalto quello di un altro. Non ho mai, in nessun momento, detto niente di male su Fernanda Torres o sul suo film. Tuttavia, ci sono persone che lavorano con Fernanda Torres che sminuiscono me e ‘Emilia Pérez’. Questo la dice lunga più sul loro film che sul mio.
Gascón ha rilasciato un’intervista riguardo il caso Fernanda Torres e il video, che ha iniziato a circolare online, ha portato a speculazioni errate sul fatto che avesse violato le linee guida degli Oscar. Il 29 gennaio ha rilasciato una dichiarazione a Variety chiarendo la propria posizione:
Sono un’enorme fan di Fernanda Torres ed è stato meraviglioso conoscerla negli ultimi mesi. Nei miei commenti recenti, facevo riferimento alla tossicità e al violento incitamento all’odio sui social media che purtroppo continuo a sperimentare. Fernanda è stata una meravigliosa alleata e nessuno direttamente associato a lei è stato altro che un sostegno e un’enorme generosità.
Tale intervista precede la scoperta dei post social riguardanti il suo personale pensiero sull’Islam, George Floyd e altre situazione che ha sentito di voler commentare sui suoi account. Tutto ciò metterà a rischio la possibilità di vincere il premio più ambito? Per il momento sappiamo solo che Netflix e l’Academy non hanno rilasciato dichiarazioni in merito.