Idris Elba torna sulla questione razziale e risponde a quei fan che su Twitter, dopo la pubblicazione, a febbraio, di un’intervista ad Esquire, lo avevano accusato di non voler più farsi chiamare “nero”; l’attore inglese, originario della Sierra Leone, ha replicato sulle pagine del Guardian, definendo queste critiche delle “stupidità” e ponendo l’accento sul diritto a definire se stessi nella maniera che più si preferisce: “Se io dico che non mi piace definirmi un attore nero, sono fatti miei; riguarda me, non voi! Voi venite a dire a me, “stai negando le tue radici nere”, ma come fate ad affermare una cosa del genere? Su quali basi? Dove l’avete sentita? Dov’è che l’avrei negate? E a che scopo? Mi sembra tutto molto stupido.”
Elba punta anche il dito contro la comunicazione social, definita un’incubatrice di conflitti: “Più invecchio, più mi sembra chiaro che tutti hanno paura di dire troppo, di condividere troppo della propria vita; di questi tempi, è molto difficile avere un’opinione su qualcosa, se sei un personaggio pubblico… qualsiasi cosa tu dica viene esaminata nei minimi dettagli, tolta dal suo contesto, oppure usata per una di quelle discussioni da social del cazzo che vanno di moda oggi.”
Nell’intervista rilasciata a febbraio al mensile Esquire, l’attore di Luther e The Wire aveva sottolineato l’importanza di liberarsi dalle etichette: “Ho smesso di definirmi un attore nero, quando ho capito che farlo, avrebbe solo contribuito ad etichettarmi; gli esseri umani sono ossessionati dal concetto di razza, e questa ossessione può davvero mettere a repentaglio le aspirazioni della gente, porre un freno alla loro crescita; il razzismo deve rimanere un argomento di discussione, ma per quella che è la mia prospettiva, la potenza del discorso razzista è direttamente proporzionale all’importanza che ad esso viene data: dobbiamo crescere, dobbiamo andare oltre. La nostra pelle è solo questo: pelle.”
In seguito alle iniziali polemiche derivate da quell’intervista, Elba aveva replicato su Twitter per confermare la sua appartenenza alla comunità nera: “Non c’è anima viva su questa Terra che possa dubitare del fatto se io mi consideri o meno un uomo di colore… fare l’attore è una professione, come fare l’architetto… avere la pelle di un colore o di un altro non definisce il tuo essere architetto. Ma se tu definisci te stesso, e il tuo lavoro, a partire dalla tua etnia, beh, questa è una tua prerogativa.”
A dare manforte a questa posizione, aveva pensato, sempre tramite Twitter, John Boyega: “Dovremmo concentrarci sulla questione del typecasting; certi attori che vengono messi solo in certi ruoli per via della loro etnia; noi non dovremmo adeguarci a questo modo di fare, è una cosa molto preoccupante.”