“Quando nasci a Little Italy o diventi un prete o diventi un gangster. Ora, io non potevo essere né uno né l’altro“. Parola di Martin Scorsese, che nella vita (per nostra fortuna) ha scelto il Purgatorio. Ha scelto la terza via del cinema. Un cinema grigio, violento, sporco, che ha concepito la sala come un grande confessionale dove espiare il peccato originale di essere americani. Un cinema che ha smitizzato il mito americano mostrandone il lato oscuro. Un cinema da domeniche in chiesa e lunedì all’inferno che ha incarnato le crisi delle certezze durante la seconda metà del Novecento. Spirituale e carnale, attratta dal peccato e delusa dalla natura umana, la poetica di Martin Scorsese è affascinante come tutte le cose contradditorie.
Ecco perché ripercorrere la sua filmografia assomiglia molto a sfogliare un grande romanzo americano. Uno con le pagine sporche di fango e sangue. Lo abbiamo fatto nel nuovo episodio di A Qualcuno Piace Cult (il quarto della seconda stagione), la nostra rubrica di documentari che trovate su YouTube, scritto e narrato da Giuseppe Grossi e Giacomo Giaquinto nella suggestiva cornice del parco divertimenti Cinecittà World con la regia di Gabriele Scarcelli. Dall’asma che ha tolto il giovane Martin dalla strada ai retroscena sul set di Taxi Driver, passando per i compromessi rifiutati con i grandi produttori di Hollywood, in questa nuova puntata vi guidiamo tra le vie tortuose di uno dei più grandi registi viventi.
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