Nel mondo dei videogiochi, considerato da molti come un rifugio creativo e innovativo, si è spalancato un inquietante squarcio sulla realtà vissuta da numerosi dipendenti di Ubisoft. Tre ex dirigenti di alto livello all’interno di Ubisoft, Tommy François, Serge Hascoët e Guillaume Patrux, sono attualmente sotto processo in Francia con accuse gravi: molestie sessuali, bullismo sistemico, violenza psicologica e, in un caso, tentata violenza sessuale. Gli agghiaccianti racconti delle vittime, prevalentemente donne, descrivono un ambiente di lavoro tossico e degradante, fatto di gesti violenti, umiliazioni pubbliche e abusi di potere, protrattisi per anni. Il processo rappresenta il primo grande caso MeToo dell’industria videoludica e potrebbe segnare un punto di svolta per la tutela dei lavoratori nel settore.
Secondo le testimonianze, riportate dal The Guardian, tra il 2010 e il 2020 gli uffici Ubisoft di Montreal sono stati teatro di comportamenti inquietanti. Le dipendenti raccontano un ambiente di lavoro impregnato di sessismo e intimidazione. Le molestie subite sono di una gravità eccezionale. Alcune donne riferiscono di essere state legate a sedie con del nastro adesivo, costrette a eseguire verticali (persino indossando la gonna), bersagliate da battute sessiste e omofobe, oppure vittime di contatti fisici non richiesti.
“La trattenevano per le braccia e la schiena mentre lui la baciava. […] l’ha afferrata per i capelli e l’ha baciata con la forza“. – Testimone 1 contro Tommy François

Tommy François avrebbe spinto una sedia con una donna legata dentro un ascensore, premendo poi un pulsante a caso. Una dipendente racconta che durante una festa aziendale a tema Ritorno al Futuro ha iniziato a fare apprezzamenti sul vestito di una sviluppatrice, poi François tentò di baciarla con la forza mentre altri colleghi la trattenevano. La donna si sarebbe, poi, liberata soltanto iniziando a urlare. In un’altra occasione, durante una fiera di videogiochi negli Stati Uniti, avrebbe afferrato una donna per i capelli e tentato di baciarla. Quando la vittima denunciò l’accaduto alle risorse umane, le fu detto di “non fare storie”.
François è anche accusato di mostrare fotografie del proprio lato B nel suo ufficio e di disegnare organi genitali sulle colleghe durante videochiamate con la dirigenza. Una donna ha dichiarato: “Mi ha disegnata un pene sul braccio mentre ero in call con i manager”. Secondo le sue parole, queste umiliazioni l’hanno fatta sentire “stupefatta, umiliata e screditata professionalmente”. François si è difeso parlando di una “cultura dello scherzo” in azienda, affermando che i suoi erano solo modi scherzosi e poco convenzionali di interfacciarsi con gli altri e che voleva soltanto creare un’atmosfera di giubilo. Peccato che questi atteggiamenti avvenissero soltanto nei confronti delle donne. In ogni caso ha replicato dicendo: “Non ho mai cercato di fare del male a qualcuno”.
“I commenti e le battute a sfondo sessuale erano quasi quotidiani. Voleva che eseguissi una verticale indossando una donna e non mi permetteva di uscire dalla stanza o di riprendere a lavorare se non l’avessi fatto. Era il mio superiore e avevo paura di lui. Mi ha fatto fare la verticale. L’ho fatto per farla finita e liberarmi di lui“. – Testimone 2 contro Tommy François

Serge Hascoët, invece, è accusato di aver fatto commenti sessisti davanti ai colleghi. Durante una giornata aziendale disse di una collega che “aveva chiaramente bisogno di fare sesso e le avrebbe insegnato a farlo in una sala riunioni, davanti a tutti, per calmarla”. In un’altra occasione porse a una giovane collega un fazzoletto usato dicendo: “Puoi rivenderlo, vale oro a Ubisoft”. Si parlava apertamente di sesso in ufficio e lui stesso emetteva versi gutturali e pretendeva che le assistenti svolgessero compiti personali, come attendere pacchi a casa sua. Anche Hascoët ha negato ogni accusa: “Non ho mai voluto molestare nessuno e non penso di averlo fatto”.
Guillaume Patrux è stato descritto come una presenza intimidatoria. Avrebbe finto di colpire i colleghi, preso a pugni i muri, minacciato sparatorie in ufficio, giocato con un accendino vicino ai volti delle persone e perfino dato fuoco alla barba di un collega. Alcuni riferiscono che abbia anche schioccato una frusta vicino ai volti dei dipendenti. Patrux ha respinto, ancora una volta, tutte le accuse.
“Il mondo dello sviluppo dei videogiochi e la sua sottocultura presentano una componente di sessismo sistemico e potenziali abusi. Non è che queste azioni non fossero punite dalla legge prima. È solo che sono state messe a tacere, e d’ora in poi non lo saranno più. In quattro giorni di udienze, le ex dipendenti hanno descritto gli abusi di Tommy François quali essere state legate a una sedia, costrette a fare la verticale, sottoposte a continui commenti sul sesso e sul loro corpo, costrette a sopportare battute sessiste e omofobe, disegni di peni attaccati ai computer. Il suddetto dirigente scoreggiava in faccia alle lavoratrici o scarabocchiava sulle donne con pennarelli, faceva massaggi alle spalle non richiesti, proiettava film pornografici in un ufficio open space e un altro dirigente, Guillaume Patrux, schioccava una frusta vicino alle teste delle persone per incentivarle a lavorare“. – Antoine Haushalter, pubblico ministero
Il pubblico ministero Haushalter ha chiesto pene detentive sospese fino a tre anni e il pagamento di multe, definendo le prove “forti e incontrovertibili”. Il verdetto è atteso per il 2 luglio 2025. Questa vicenda rappresenta un caso esemplare per l’intera industria videoludica, segnalando la necessità urgente di politiche aziendali più rigorose, ambienti di lavoro sicuri e un cambiamento culturale profondo. Gli studenti e i futuri professionisti del settore devono essere pienamente consapevoli che talento e creatività non possono mai giustificare abusi di potere o mancanza di rispetto verso le persone.