Videogiochi per divertirsi da soli o con gli amici, videogiochi per trovare le armi e le armature più rare e mostrare i risultati di ore e ore di gioco agli altri amici online. Esattamente come entrare in un cinema e soffermarsi a guardare le proposte in sala, dal thriller all’horror, dall’action alla commedia, anche i videogiochi si muovono in generi differenti e con stilemi da rispettare, così da soddisfare ogni tipo di palato. Poi ci sono i videogiochi difficili, quelli che richiedono attenzione, metodologia e applicazione. Alla frustrazione iniziale si sostituisce un senso di forte appagamento quando dopo ripetuti tentativi buttiamo giù e sconfiggiamo un boss su cui stiamo stati dietro per tante, troppe ore.
Quello dei videogiochi difficili è una sotto-etichetta ha attirato un gran numero di pubblico negli ultimi anni, videogiocatori pronti a raccogliere la sfida e misurarsi con sfide sadiche progettate da altrettanti sadici programmatori. Se avete bisogno di qualche nuovo titolo da aggiungere alla vostra lista, ecco per voi una selezione di 17 videogiochi più difficili di sempre per saggiare le vostre abilità, ma soprattutto la vostra pazienza.
1. Tenchu (1998)
Passare dai livelli bidimensionali di Super Mario Bros all’arroganza di poligoni grezzi della tridimensionalità non è stato facile per tutti e Tenchu, titolo che ha visto luce sulla prima PlayStation ce lo ha insegnato per bene: la sottile arte del ninja prevedeva passi veloci e silenziosi, un’accurata e studiata strategia per eliminare nel buio i nemici. Il gioco era molto punitivo se si faceva troppo rumore o ci si approcciava come un gioco action.
Un gioco difficile e punitivo che cominciò a sondare il terreno per una schiera di videogiocatori che, padroneggiando la sottile arte del ninja, si appassionarono al genere.
2. The Witness (2016)
Se non conoscete Jonathan Blow molto probabilmente siete delle persone sane e lontane da pratiche masochiste. Il geniale game director dopo Braid, nel 2016 porta sul mercato un puzzle game di una difficoltà mostruosa, ma non impossibile. Siamo su un’isola ripiena di indovinelli, ambientali e non, da risolvere. I primi sono facili, per poi divenire sempre più difficili.
L’aspetto geniale di questa sfida così ardua risiede nella facoltà di apprendimento del videogiocatore: la difficoltà è graduale affiche si possa avere il tempo tecnico di “studiare” la materia. Appena apprenderemo la grammatica di gioco, lo stesso diventerà improvvisamente più accessibile e la chicca finale si paleserà quando decideremo di cominciare da capo, possedendo già tutte le chiavi di lettura e decifrazione, e troveremo alcuni enigmi di cui alla prima run era impossibile accorgersi. Un titolo tanto difficile, quanto geniale.
3. Sekiro: Shadows Die Twice (2019)
Troppo semplice mettere giochi From Software in una lista di giochi difficili? Forse, ma è bene capire il perché di tale difficoltà. Dopo anni e svariati capitoli di Dark Souls, Sekiro ci mette davanti ad un soulslike prettamente tecnico. Impossibile addentrarsi oltre le prime aree di gioco se non si apprende al massimo ogni aspetto del sistema di combattimento. Meno gioco di ruolo, più prontezza di riflessi. Difficile, non impossibile, ma che bello quando si sconfiggono i boss.
4. Super Meat Boy (2010)
Platform 2D di difficoltà crescente. Se non si mantengono i nervi saldi ad ogni salto o movimento misurato al centimetro, si rischia di perire in modi sempre sanguinolenti. Un buon esercizio di stile, anche per testare la nostra agilità di esecuzione, ma in molti casi ci sembra sempre di morire per sfortuna e la frustrazione diventa presto odio.
5. XCOM 2 (2016)
Volete avere la meglio contro l’invasione aliena? Giocate XCOM 2 a difficoltà “molto facile” altrimenti il livello di sfida non è alto, ma letteralmente diabolico. Come i fan sapranno, l’aspetto peggiore del gioco è il sistema di percentuale di esecuzione delle nostre azioni, ma spesso capiterà di avere un nemico vicinissimo a noi e mancare il tiro in modo clamoroso. A distanza di anni ci si ride sopra, ma quando sei con pochi soldati rimasti, scarsi punti vita e la sconfitta a portata di mano, è davvero sconfortante vedere che ogni nostra azione è letteralmente vana contro la crescente sfortuna.
6. Sifu (2022)
Probabilmente uno dei migliori titoli di quest’anno, che ha alzato un polverone proprio per la sua elevata difficoltà. In realtà è un gioco estremamente tecnico che chiede, palesemente, di essere adoperato in tutte le tecniche di combattimento che ci presenta. Se si assimilano le basi, la sfida diventerà assai interessante, in caso contrario continueremo a criticare il gioco di essere troppo difficile, lamentele che hanno portato recentemente all’implementazione della modalità facile, scelta che annienta la natura stessa del gioco, Impegnatevi e vedrete che non è poi così difficile.
7. Ninja Gaiden Sigma (2007)
Non un titolo in particolare, ma l’intero franchise di Ninja Gaiden, tra vecchi capitoli e recenti riedizioni, si è contraddistinto per il suo stile di gioco assai punitivo. Accessibile come action, ma ferocissimo se non si eseguono le giuste mosse contro le orde di nemici. Saga videoludica conosciuta proprio per la sua eccessiva difficoltà, senza mai fare sconti a nessuno. Prende o lasciare.
8. God Hand (2006)
Picchiaduro a scorrimento, un po’ un antenato di Sifu per struttura, partorito da quella testa calda di Shinji Mikami, il papà di Resident Evil. Altro titolo con una difficoltà crescente che, di pari passo al nostro assimilare le tecniche di combattimento, ci presenta nemici sempre più folli, forti e difficili da sconfiggere. Una vera e propria sfida per la pazienza come per le abilità di azione e reazione.
9. Cuphead (2017)
Titolo rivelazione della scorsa generazione, una sequela di scontri con boss sempre più folli, colorati e assolutamente difficili. Lo stile estetico da cartoon degli anni ’30 sembra quasi una sonora pernacchia che gli sviluppatori fanno ai giocatori stolti che pensano di trovarsi davanti un gioco colorato, divertente e accessibile. Proprio lo schema degli attacchi dei boss ci mette alle strette continuamente, senza lasciarci un secondo di respiro. Difficile, ma che gran bel gioco.
10.Ghosts ‘n Goblins (1985)
Oltre ad essere un gioco estremamente difficile, e che richiede una vera impresa per arrivare incolumi all’ultimo boss, la sgradita sorpresa arriva quando di scopre che per finire il gioco, dobbiamo necessariamente ricominciare tutto da capo, dunque finirlo una seconda volta. No, i nostri neuroni ne hanno subite troppe, non possono accettare tutto questo.
11. Bloodborne (2015)
Capita spesso che chi è molto pratico delle meccaniche di Dark Souls, trovi molta difficoltà a giocare a Bloodborne e viceversa. Niente scudi, bensì molteplici parry e contrattacchi, Bloodborne, vero capolavoro della scorsa generazione in esclusiva Sony PlayStation chiedeva agli amanti dei soulslike una sfida maggiore, approcciarsi al genere in un modo totalmente inedito, cosa che ha reso le prime fasi di gioco assai destabilizzanti, per poi trovarci nella solita comfort zone di casa From Software. Difficoltà solo per palati sopraffini.
12. Dark Souls (2011)
Sarebbe giusto dire che all’origine di tutto c’è stato Demon’s Souls, ma il titolo che ha scoperchiato il vaso di Pandora è stato senza ombra di dubbio Dark Souls, gioco sicuramente difficile e impegnativo, ma capace di creare una forte community che, ancora oggi, aiuta i nuovi adepti curiosi e li introduce alle basi e alla grammatica dei soulslike. Dark Souls è un titolo ancora oggi immortale, con un level design perfetto e cristallino, un esercizio di stile che non ha rivali ne panorama.
13. Hitman: Codename 47 (2000)
Altro franchise videoludico di gran successo, attivo ancora oggi, il cui esordio è stata una celebrazione dello stealth, ma la difficoltà è sempre stata un elemento presente in ogni livello. Ogni omicidio prevedeva prima una fase esplorativa e poi una dedicata all’azione. Impossibile pensare di portare a termine un lavoretto senza studiare quello che si aveva attorno. Un minimo errore, portava alla rovina della missione e dunque alla necessità di ricominciare da capo. La ripetizione come arte di apprendimento. Un franchise che ha fatto evolvere questo formula e che ancora oggi richiede ingenti dosi di osservazione, elaborazione dei dati ed esecuzione silenziosa.
14. Megaman 9 (2008)
Che belle le esperienze a 8-bit, riproposte per allietare la fame di nostalgia, ma santa miseria, un gioco così difficile anche no.
Anche Megaman rientra nel filone di franchise storico che partorisce a cadenza regolare nuove avventure da mordere, ma Megaman 9 non è solo difficile, ma diabolico, un vero girone infernale da affrontare con la consapevolezza che il divertimento iniziale si tramuterà presto in tedio. Solo per veri coraggiosi.
15. Elden Ring (2022)
L’evoluzione stilistica del genere soulslike è sempre da attribuirsi a From Software e come facilmente intuibile, Elden Ring ha portato sui computer e console di tutti noi una vera e propria esperienza open world a cui si amalgama la sottile arte del soulslike. Dai contenuti impressionanti a cui viene affiancato un livello di sfida consistente, ma mai frustrante, Elden Ring è ad oggi una delle esperienza videoludiche più ricche e affascinanti degli ultimi anni.
16. Nioh (2017)
Altro giro, altra corsa. Team Ninja tira fuori con Nioh un soulslike violento, molto più action di altri suoi cugini, incredibilmente longevo, forse troppo, ma fortemente appagante. Di norma chi ha trovato Nioh difficile si è trovato facilitato con Nioh 2, o viceversa. Insomma, qualunque sia il caso, anche Nioh presenta un livello di sfida non indifferente, dunque vietato prenderlo sottogamba.
17. Crash Bandicoot (1996)
Quando nel 2017 è uscita la N. Sane Trilogy, ci siamo resi conto che la memoria ci ha giocato un tiro mancino: avevamo bei ricordi del vecchio Crash Bandicoot sulla prima PlayStation e quando ci abbiamo rimesso mano dopo circa venti anni, ci siamo resi conto che quei giochi erano molto difficili. Come avevamo fatto prima a giocarli in giovane età senza farci uscire il fumo dalle orecchie? Mistero, ma di fatto, nel 2017 in molti sul web fecero notare questa cosa, di come eravamo tutti poco pratici di quelli che pensavamo fossero livelli ormai assimilati a memoria. Niente. Ci siamo resi incapaci a giocare un titolo vecchio di venti anni. Siamo peggiorati noi o cos’altro?