Il panorama videoludico italiano, da qualche anno a questa parte, ha proposto delle opere memorabili e significative che hanno dato lustro al Bel Paese, facendosi conoscere in tante parti del mondo. Cordens Interactive, in tal senso, ne è l’esempio perfetto. Stiamo parlando di un team italiano con sede a Milano deciso a ripresentare la propria prima opera in una veste del tutto nuova, in occasione della sua uscita sulla console ibrida più famosa del mondo. Nella nostra recensione di Vesper: Zero Light Edition, la versione completa e aggiornata del videogioco accolto dalla critica pubblicato originariamente su Steam, racconteremo all’utenza Nintendo Switch di un videogioco ispirato e profondo, nonché ricco di personalità, maturità e audacia.
Vesper – che abbrevieremo così per comodità – è un videogioco intenso, toccante, silenzioso e sorprendente, capace di emozionare e far riflettere, perché riesce a mantenere con leggerezza una profondità ludica e narrativa fuori dal comune. Prima che pensiate di trovarvi davanti a uno sparatutto, a un simulatore di vita o un gioco di ruolo, sappiate che Vesper non è niente di tutto questo. Stiamo parlando, in parole povere, di un platform, e non del solito platform a scorrimento laterale come ce ne sono tanti sul mercato. Ma procediamo con ordine, proprio dall’inizio.
Vesper: Zero Light Edition
Genere: Platform
Piattaforma: Nintendo Switch
Uscita: 12 maggio 2022
Studio: Cordens Interactive
La trama: una luce nell’oscurità
Impersoniamo Seven, un piccolo androide che si muove in uno scenario post-apocalittico. Il Pianeta Aryish, infatti, è stato vittima di catastrofi di varia natura e guerre tra robot giganti che hanno devastato quello che un tempo era un mondo meraviglioso e pieno di vita. Il protagonista si trova a intraprendere un viaggio tra le antiche rovine aliene di una civiltà ormai estinta, diventando una luce nel buio in fuga da macchine prive di scrupoli, pronte a tutto pur di disintegrarlo. Senza fare spoiler che potrebbero rovinarvi la godibilità dell’opera, sappiate soltanto che il racconto di pu
Per raccontarla, appunto, è stato scelto un approccio diverso e più scenografico, fatto di piccoli ma importanti gesti che, se osservati sotto la lente d’ingrandimento della curiosità, permettono di capire di più sul mondo che circonda il suo protagonista. Se questo non vi bastasse, però, nel corso dei livelli è possibile raccogliere dei documenti, leggerli e comprendere qualcosa in più sul passato di questo misterioso mondo alieno, che nasconde ben più – e ve lo assicuriamo – di quel che sembra.
C’è Seven, c’è il suo silenzio, c’è il rumore dei suoi passi e c’è la sua volontà di andare avanti in un mondo affascinante e coinvolgente. Un mondo in cui perdersi mentre il resto, invece, si perde inesorabilmente. Eppure c’è una luce che risplende sul fato di tutti, quella che Cordens Interactive ha trasmesso sin dalle prime battute dell’esperienza di gioco. Mentre il mondo cambia attorno a noi, i toni si fanno più cupi e ogni certezza diventa passeggera, come se fosse il frutto amaro di un momento che speriamo passi in fretta. Impersonando Seven, insomma, Cordens Interactive ha marcato con un evidenziatore le emozioni del suo androide, programmandolo per farcele provare a nostra volta.
Un gioco di ombre e luci
Come accennavamo prima Vesper è un platform a scorrimento laterale con meccaniche di gioco precise e ben amalgamate al suo interno, complice un game design che cattura delle caratteristiche vincenti. Muoviamo Seven in un level design non molto intricato ma intelligente, approcciando strade, bivi e vie secondarie che spesso conducono dove si celano dei documenti da collezionare, utili per rimpinguare le proprie conoscenze sul mondo di gioco e le sue sfumature. Nelle prime fasi dell’esperienza impariamo a muoverci, infatti, facendo l’unica cosa necessaria per sfuggire dalle macchine: nascondersi. Oscurandoci, diventando anonimi e spegnendo così l’unica nostra fonte di luce, mentre le fiere ci cercano desiderose di distruggerci, la soluzione migliore è quella di celarsi negli arbusti, diventando, a nostra volta, parte di quell’oscurità.
Via via che si avanza nell’esperienza, però, entriamo in possesso di un oggetto importante ai fini del gameplay di gioco chiamato Drive Gun, uno strumento che assorbe le poche fonti di luce ancora presenti nei vari scenari che utilizziamo per risolvere degli enigmi sempre divertenti e mai scontati, né tediosi o lineari, ma neppure troppo complessi. Ben inseriti nelle ambientazioni, appunto, sono i nemici che alle volte, durante la soluzione dei rompicapo, possono diventare i nostri più leali servitori: se abbiamo infatti assorbito una luce pochi istanti prima da un lampione, possiamo prendere il controllo e sbloccare così porte, altri accessi o avviare delle trappole mortali che, se non evitiamo con la dovuta attenzione, rischiano di folgorarci.
Insomma, in Vesper non si spara: si scappa, si assorbe e si prende il controllo delle macchine che ci danno la caccia in maniera indistinta e brutale mentre hanno ancora l’olio di altri androidi tra le fauci. Stiamo parlando di una fauna meccanizzata brutale e impavida, non molto variegata ma comunque egregiamente implementata all’interno del mondo di gioco.
Tornando appunto agli enigmi, reale fiore all’occhiello della produzione, in Vesper sono sempre divertenti perché spingono al ragionamento. Non ci siamo mai trovati in seria difficoltà, sia chiaro, perché il gioco non è affatto complesso. Alle volte pensiamo come possa un rompicapo sfruttare il proprio gameplay in modo coraggioso e semplice: Cordens Interactive è riuscita ad amalgamare gli ingredienti del game design in un calderone bollente di novità e scelte intelligenti, alcune delle quali inserite in modo egregio all’interno della produzione. Non è un’avventura affatto lineare, e non abbiamo avvertito momenti di stanca: Vesper ha il grande pregio di essere un videogioco assuefacente sin dalle prime ore attraverso un gameplay per nulla scontato e prevedibile, che arriva allo scopo divertendo e mostrando un coraggio autoriale di cui vantano poche produzioni.
Il suo ritmo, nel corso dell’esperienza, progredisce in positivo e con maturità, complice un game design curato e attento ai dettagli. Ma quello che ci ha colpito, approfondendo l’opera in una seconda run, è come il gameplay sia riuscito a incastrarsi nella storia del gioco, dando così modo di creare una sorta di empatia con Seven, il cui ruolo, supportato e sostenuto da noi nel suo viaggio, ci permette di stringere un legame forte e inossidabile, un legame commovente. D’altronde i gesti, quelli più importanti, sono i più inaspettati: l’umanità, o almeno la sua parte più buona, si fonda su di essi per creare un mondo migliore. Quello di Aryish, in effetti, un tempo doveva essere meraviglioso.
Una direzione artistica d’autore
Creare un mondo è spesso complesso, un lavoro lungo, di cura e attenzione. Quello di Vesper, però, è reale e tangibile: un tempo era splendido, rigoglioso e pieno di vita. Vale ancora la pena combattere per esso perché c’è una speranza, una luce, l’unica che risplende in quegli scenari oscuri e spaventosi. La direzione artistica di Vesper, infatti, ricrea attraverso i colori un mondo affascinante e pieno di vita, un mondo che arriva dal passato e dimostra, attraverso della cura sull’aspetto visivo e grafico tutta la maturità del team italiano.
Abbiamo viaggiato in cunicoli asfissianti, in spettacolari campi aperti, in templi ameni e silenziosi, testimoni di un’antica civiltà. Le scelte cromatiche per le scenografie, i dettagli e le atmosfere offrono al giocatore un modo in cui perdersi non soltanto attraverso il gameplay, ma anche con quello che vediamo da spettatori e allo stesso tempo da protagonisti mentre muoviamo Seven nel suo intricato viaggio.
Dare luce al mondo in portabilità
Giunti a questo punto, tuttavia, è lecito chiederselo: come gira Vesper su Nintendo Switch? La risposta è una, secca e precisa: incredibilmente bene, tanto che non abbiamo avuto problemi durante l’intera esperienza sulla console della Grande N e ci siamo divertiti a giocare ovunque, pure sul nostro divano di casa. La portabilità, per l’appunto, si presta in modo convincente.
Inoltre, non abbiamo avuto alcun problema e abbiamo trovato il videogioco godibile anche sotto il punto di vista tecnico, con tempi di caricamento rapidi, privo di rallentamenti e con una scelta dei tasti sulla console comodi e ben implementati. Una sorpresa che, a nostro parere, è stata totale.
In conclusione, Vesper: Zero Light Edition è il miglior modo per godersi l’esperienza di gioco nella sua totalità, un modo più completo e attento di proporre un videogioco che anche su Switch riesce nel suo scopo e sorprende, elevandosi come una delle produzioni più iconiche e importanti del panorama videoludico italiano. I contenuti della nuova edizione, appunto, vede al suo interno un artbook sbloccabile in game e delle nuove schermate di gioco. C’è di tutto, in questo mondo affascinante e avvolgente che arriva su Nintendo Switch per far conoscere la sua luce. Una luce nell’oscurità.
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Conclusioni
Vesper: Zero Light Edition è il modo migliore per godersi un'esperienza dal gameplay profondo e semplice al tempo stesso, con una delle art direction meglio riuscite da tempo. Una produzione che sorprende e offre ore di divertimento, un videogioco indipendente che in questa nuova versione infoltisce il catalogo di Nintendo Switch proponendosi con coraggio e audacia.
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Voto ScreenWorld