Lo sviluppo di un videogioco può essere un’impresa impegnativa, ma in alcuni casi il prezzo pagato può essere drammaticamente alto. Tomoharu Saito, artista e designer giapponese, dedicò il suo talento alla creazione di Astro Boy: Omega Factor, considerato uno dei migliori giochi per Game Boy Advance. Tuttavia, il suo impegno totale nel progetto lo spinse a ignorare gravi problemi di salute, portandolo a un tragico destino: perse una gamba e, pochi anni dopo, la vita stessa.
This moon stage is created by Tomoharu Saito's pixel art. Because of this work, he was delayed in going to the hospital, lost one of his legs, and finally died. This game is filled with his soul. https://t.co/5fsseL9d89
— HUGA Inc. 株式会社ヒューガ (@HUGASTUDIO) February 16, 2025
Tetsu ‘Tez’ Okano, suo collega e collaboratore, ha rivelato questa vicenda in un post su X, accompagnato da un video del gioco. Okano ha scritto che uno dei livelli ambientati sulla Luna fu realizzato con la pixel art di Saito e che il suo lavoro gli costò molto più di quanto chiunque potesse immaginare. Il designer, infatti, rinviò ripetutamente il ricovero ospedaliero per continuare a lavorare, aggravando la sua condizione. La diagnosi di sarcoma sinoviale, un tumore raro dei tessuti molli, portò infine all’amputazione della sua gamba. Tuttavia, la malattia continuò a diffondersi e lo portò alla morte nel luglio del 2006, all’età di soli 38 anni.
Saito non era un dipendente a tempo pieno di Sega, ma un freelance che collaborò con vari studi, tra cui Sega, Masaya e Cave. Nel corso della sua carriera, contribuì a titoli come Streets of Rage 2, Gourmet Warriors, Front Mission: Gun Hazard, Gunstar Super Heroes, Culdcept e Bleach: The Blade of Fate. Il suo contributo all’industria videoludica è stato immenso, anche se poco noto al grande pubblico.
Okano ha voluto sottolineare che il valore di Astro Boy: Omega Factor non risiede nel sacrificio di Saito, ma nell’immensa passione che lui e il team di sviluppo vi hanno riversato. Saito stesso, nonostante la tragedia, continuò a ironizzare sulla sua condizione, affermando che “le gambe non sono necessarie nell’industria dell’illustrazione“. Purtroppo, la malattia si diffuse fino ai polmoni, ponendo fine alla sua vita troppo presto.
La storia di Tomoharu Saito è un monito sulla dedizione estrema al lavoro e sulle sue possibili conseguenze. Oggi, il suo nome viene ricordato non solo per il talento artistico, ma anche per il suo straordinario impegno, che ha lasciato un segno indelebile nell’industria videoludica.