Due videogiocatori californiani hanno intrapreso un’azione legale nei confronti di Ubisoft in seguito alla chiusura dei server online di The Crew, avvenuta ad inizio 2024. Secondo i due videogiocatori, lo studio francese avrebbe ingannato i consumatori e per questo hanno intenzione di avviare una class-action.
Come riportato da Polygon, il 4 novembre, Matthew Cassell e Alan Liu avrebbero denunciato Ubisoft per aver reso ingiocabile The Crew, il noto simulatore di guida open world online, di cui sono stati chiusi i server ad inizio 2024. Dopo quasi 10 anni dalla sua uscita, Ubisoft ha deciso di spegnere il gioco a causa di vincoli imminenti di infrastruttura server e licenze, rimuovendolo dagli store digitali e revocando le licenze senza fornire alcun tipo di rimborso. Cassell e Liu avrebbero quindi intrapreso delle azioni legali, accusando Ubisoft di aver ingannato i consumatori affermando di acquistare il gioco quando in realtà si sta noleggiando una licenza limitata. Gli avvocati nella causa hanno quindi scritto:
Immagina comprare un flipper e dopo qualche anno, scopri che le palette sono scomparse, il flipper e i bumper sono spariti, e che il monitor che mostrava i punteggi è stato rimosso. Per poi scoprire che il produttore del flipper è venuto a casa tua e ti ha tolto ogni possibilità di giocare al gioco che avevi comprato e che pensavi di possedere.
Inoltre, la denuncia menziona anche il fatto che in The Crew non sia più possibile giocare neanche nella modalità single player, rendendolo di fatto ingiocabile. I due videogiocatori starebbero cercando l’approvazione della corte per rendere la denuncia una class action, in modo da coinvolgere tutti gli altri giocatori di The Crew. L’obiettivo della denuncia è quello di poter ottenere un risarcimento dei danni.
La decisione di Ubisoft ha scatenato numerose polemiche online, tanto da danneggiare anche i due sequel di The Crew, The Crew 2 e The Crew Motorfest, i quali sono stati bombardati di recensioni negative. Nel mentre, in Europa sono state raccolte più di 370 mila firme per spingere i Parlamentari dell’Unione Europea ad affrontare questa problematica. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, una nuova legge in California mira ad obbligare editori e negozianti ad informare i consumatori del fatto che quando si “acquista” un videogioco, in realtà si sta comprando una licenza che le compagnie potrebbero potenzialmente rimuovere in futuro.