Nelle ultime ore si sta facendo un gran parlare del remake di Silent Hill, il capitolo originale uscito nell’ormai lontano 1999, sviluppato da Bloober Team dopo lo strabiliante successo del rifacimento del secondo capitolo. Viene da chiedersi, però, perché Konami ha assegnato alla software house la lavorazione di Silent Hill 2 prima del capostipite del ’99? La risposta ha molteplici spiegazioni e non è affatto scontata. In tanti, infatti, i primi tempi dell’annuncio del remake del 2 avevano ipotizzato che la compagnia giapponese volesse imitare Capcom e il successo del suo Resident Evil 2, senza considerare tuttavia che di quest’ultima serie erano già stati fatti ben due remake pochi anni prima e ancora perfettamente giocabili (sebbene tecnicamente non eccelsi e con un diverso motore grafico).

Uno dei motivi principali riguarda la riconoscibilità del brand Silent Hill. Sebbene il primo capitolo sia stato importante per la costruzione degli horror moderni videoludici, il secondo ha cambiato le carte in tavola diventando, alla sua uscita nel 2001, un vero e proprio cult. La trama era più matura, più psicologica e con un colpo di scena che ha ridefinito gli standard di come si scrive una buona sceneggiatura. Le ambientazioni erano ancora più ansiogene, la colonna sonora più agghiacciante e il comparto tecnico, per i tempi chiaramente, all’avanguardia. Se il primo è stato un ottimo esperimento e un gran punto di partenza, il secondo è riconosciuto ad oggi come il vero capolavoro della serie, tra i videogiochi più amati di sempre. Non consideriamo, inoltre, che è arrivato sul mercato nell’era della PlayStation 2, la console più venduta della storia.

Poster di Silent Hill 2
Poster di Silent Hill 2, fonte: Konami

Per questo motivo, Konami aveva bisogno di rilanciare una serie ormai morta, dopo lo sviluppo dei pessimi capitoli americani, e affidarla a un team esterno che stava acquisendo sempre più fama (poiché Konami non aveva più software house interne ai tempi dell’inizio del progetto). C’era bisogno di fare scalpore, di attirare l’attenzione non sviluppando i remake in ordine cronologico, ma in base all’amore che i fan avevano per Silent Hill 2. Amore che ha ripagato, considerando il successo incredibile avuto.

Certo, bisogna anche considerare che tra il primo e il secondo gioco della serie non intercorrono collegamenti di alcun tipo, perciò non era effettivamente necessario che lo sviluppo avvenisse cronologicamente. In ogni caso questo tipo di operazione commerciale la stiamo vedendo anche con Metal Gear Solid. Mettere in piedi il remake del primo sarebbe un lavoro monumentale, il secondo è sempre stato il gioco meno amato e, invece, il più apprezzato e considerato vero capolavoro è sempre stato il terzo. Per questo, per riconoscibilità e per una trama che funziona perfettamente da sola, senza collegamenti ai titoli precedenti, Konami sta sviluppando Metal Gear Solid 3: Snake Eater Delta. E siamo certi che anche in questo caso potrebbe venire replicato il successo. Perché sono videogiochi talmente amati che rappresentano un colpo sicuro per i publisher.

Verrebbe, infine, da chiedersi perché Konami abbia dato il via ai lavori sul primo Silent Hill e non sul terzo o il quarto, considerando che Silent Hill The Room è considerato dai fan un altro grandissimo gioco, uno spartiacque per la serie e il genere tutto. Certamente arriverà, se le vendite continueranno a mantenersi alte, ma era piuttosto logico immaginare che i lavori sarebbero tornati indietro nel tempo per costruire una nuova linea produttiva. Iniziare con il gioco più famoso e riconoscibile, poi ripartire da capo e settare un nuovo standard, per giocatori e industria. E brava Konami.

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Nato il 19 Dicembre 1992, ha capito subito che il cinema era la sua strada. Dopo essersi laureato in filosofia all'università di Palermo e aver seguito esami, laboratori e corsi sulla critica, la storia del cinema e la scrittura creativa, si è focalizzato sulle sue più grandi passioni: scrivere e la settima arte. Ha scritto per L'occhio del cineasta ed è stato redattore per Cinesblog fino alla sua chiusura. Ora si occupa di news e articoli per ScreenWorld.it, per CinemaSerieTv.it e CultWeb.it