La guerra dei dazi lanciata da Donald Trump non risparmia il mondo dei videogiochi. Secondo quanto riportato dall’analista Dr. Serkan Toto, le borse hanno già reagito con forti perdite per alcune delle compagnie giapponesi più note del settore. Sony è quella che ha subito il colpo più duro con un -10%, seguita da Nintendo (-7%), Bandai Namco e Capcom (-7% entrambe), Sega (-6,57%), Koei Tecmo (-5,83%) e Square Enix (-5,23%). Anche Konami, pur restando la meno colpita, registra una flessione del 4%. Particolarmente fragile appare il comparto mobile, che secondo Toto “sta andando ancora peggio”.

L’effetto domino di queste politiche protezionistiche non si ferma ai mercati azionari. Nintendo of America ha annunciato che i preordini della nuova Switch 2, previsti per il 9 aprile, sono stati rimandati a data da destinarsi per valutare “l’impatto potenziale dei dazi e l’evoluzione delle condizioni di mercato”. L’uscita resta confermata per il 5 giugno, ma il prezzo, fissato a 449 dollari per la versione base e 499 con il gioco Mario Kart World, potrebbe aumentare. Il presidente di Nintendo of America, Doug Bowser, ha spiegato che i prezzi annunciati non includono le nuove tariffe: l’azienda sta ora “valutando attivamente” le possibili conseguenze.

Immagine ufficiale di Nintendo Switch 2
Immagine ufficiale di Nintendo Switch 2, fonte: Nintendo

Non è solo questione di numeri. I dazi aggiuntivi del 24% sulle esportazioni giapponesi verso gli USA potrebbero influire anche sulla disponibilità del prodotto, innescando fenomeni di speculazione. Nintendo sta collaborando con i rivenditori per arginare l’uso di bot che acquistano in massa per rivendere a prezzi gonfiati, ma la pressione su logistica e catena di approvvigionamento si fa sentire. L’azienda ha però dichiarato di aver costruito scorte consistenti negli ultimi mesi, per affrontare l’ondata di richieste prevista al lancio.

Dal punto di vista industriale, l’eventualità di spostare parte della produzione negli Stati Uniti non è esclusa, anche se attualmente Nintendo mantiene la maggior parte della manifattura nel Sud-Est asiatico. La compagnia valuta costantemente nuove soluzioni per ottimizzare la catena di fornitura e ridurre i rischi derivanti da guerre commerciali e carenze di chip, che continuano a influenzare tutto il settore tech. In sintesi, il protezionismo trumpiano rischia di trasformarsi in un boomerang per consumatori e produttori: i prezzi potrebbero salire, l’offerta ridursi, e la concorrenza diventare meno efficiente. Mentre il mercato cerca di adattarsi, le famiglie americane, e i gamer in particolare, potrebbero essere costrette a pagare il prezzo più alto.

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Nato il 19 Dicembre 1992, ha capito subito che il cinema era la sua strada. Dopo essersi laureato in filosofia all'università di Palermo e aver seguito esami, laboratori e corsi sulla critica, la storia del cinema e la scrittura creativa, si è focalizzato sulle sue più grandi passioni: scrivere e la settima arte. Ha scritto per L'occhio del cineasta ed è stato redattore per Cinesblog fino alla sua chiusura. Ora si occupa di news e articoli per ScreenWorld.it, per CinemaSerieTv.it e CultWeb.it