Come si passa da un piccolo gioco indie uscito nel 2014 totalmente in sordina ad un clamore mediatico che oggi ha generato innumerevoli sequel, un corposo merchandising che va dai peluche ai portachiavi e a un film attualmente nelle sale distribuito addirittura da Universal?
Il successo di Five Nights at Freddy’s è innegabile, mondiale, quantificabile solo dall’impressionante numero di appassionati che si celano in ogni parte del globo. In questi dieci anni in molti hanno provato anche a descrivere questo fenomeno, che si traduce in un matrimonio estremamente delicato e fortuito di diversi elementi che hanno trovato una perfetta sincronizzazione che non sempre capita, o almeno, non sempre riesce a tenere alto l’interesse per un prodotto per così tanti anni. I punti che vedremo di seguito non sono la soluzione o trucchi per emularne il successo, ma ciò che ha reso Five Nights at Freddy’s un vero e proprio fenomeno di culto tra i giovanissimi.
Un gioco estremamente semplice
Le meccaniche di gioco di Five Nights at Freddy’s sono tra le più semplici possibili, aspetto che probabilmente ha aiutato il fattore accessibilità per ogni tipo di pubblico. A seconda del capitolo del franchise che stiamo giocando, prendiamo i comandi di una guardia notturna chiamata a supervisionare quelle che sono pizzerie, parchi giochi o tavole calde nelle ore di buio. Questi luoghi hanno per mascotte dei grandi animatronics (grossi animali robotici) che per oscuri motivi prendono vita, aggredendo chiunque sia in quel luogo. Vale a dire noi.
Chiusi nella nostra camera di sorveglianza, siamo chiamati ad attivare telecamere, chiudere porte, accendere delle luci e sopravvivere – come suggerisce il nome – per ben cinque notti. Coadiuvato dal forte contesto horror che rende tutto il pacchetto estremamente affascinante quanto accattivante, la fruizione accessibile dei giochi ha aiutato il suo avvicinamento in uno spettro ampio e vario di pubblico, che si è trovato la possibilità di giocare ad un titolo semplice, fortemente intuitivo, privo di tecnicismi più complessi o di difficile assimilazione.
Una trama oscura e intrigante
Un po’ come le produzione soulslike, Five Nights at Freddy’s ha una lore, una trama impressionante, ricca di collegamenti, vicende, avvenimenti che difficilmente il gioco narra in maniera esplicita. Preferisce suggerire queste cose nel comportamento di questi animatronics, in piccoli dettagli sparsi nel gioco, in note o discorsi di altri personaggi, addirittura nei contenuti bonus.
Non è strano immaginarsi un qualunque videogiocatore che si approccia per caso al franchise, per poi venire rapito da tutta la trama che c’è dietro, che si costruisce in decenni di avvenimenti in riferimento ad ogni capitolo del gioco. Una succosa ragnatela di eventi costruita con pazienza e furbizia.
Il passaparola
Collegandosi al punto precedente, quando si crea un fandom vivo e acceso attorno ad un prodotto, quale posto è il più indicato per trovare altri appassionati e condividere la propria passione, idee e teorie? Internet. Bene, sul web potete trovare migliaia di forum, pagine social, luoghi di incontro e scambio di considerazioni, assieme a materiale quali fan art o anche fan fiction (tutte quelle storie che vengono scritte dai fan e condivise con tutti gli altri). Tutti contenuti che non fanno altro che aumentare la popolarità del franchise.
Per quanto si possa rimanere fuori da tale influenza o impassibili al fenomeno, in qualche modo, anche per osmosi, davanti un passaparola così grande, un pizzico di curiosità ci passerà inevitabilmente per la testa, anche solo per soddisfare con una risposta la domanda sul perché si parli con insistenza di Five Nights at Freddy’s.
Il contributo degli YouTuber
Nel bene o nel male, criticati o lodati, i creator di YouTube sono una parte attiva del fenomeno di Five Nights at Freddy’s, aiutati dal fattore virale del prodotto, proponendo diversi tipi di contenuto, atti sempre a coltivare il successo quanto gli approfondimenti riguardo il gioco.
Nel rapporto che si instaura tra un utente e lo YouTuber, il primo si diverte a vedere le reazioni spaventate dei loro creator preferiti, proprio grazie alla presenza non indifferente di numerosi jumpscare. Ma al netto della parte ludica e di sicuro intrattenimento, non mancano appunto quei creators che si divertono a collegare i fili di tutta la trama, raccontare, narrare tutta la storia, tra spiegazioni e quadri completi e cronologici degli eventi proposti. Insomma, come già approfondito prima, al netto del contenuto da forte intrattenimento, sia per chi gioca che per chi vede giocare, in molti dedicano ore e ore di video all’analisi di tutta la storia.
Il contesto horror
Almeno sul fronte videoludico, come anche al cinema o in altri medium, il contesto horror tende sempre ad attirare un nutrito gruppo di appassionati. Per quanto il genere si presti sia a letture più raffinate, per evidenziare paure e paranoie sociali del tempo che viviamo, in altri casi è semplice strumento di intrattenimento per ogni fascia di età.
Five Nights at Freddy’s pur non presentando un contesto raffinato, ha il semplicistico scopo di divertire utilizzando il sempre funzionante metodo dello jumpscare. Non una soluzione felice e di sicuro impatto, ma questo sigla una situazione di perenne ansia e agitazione durante la sopravvivenza nelle fasi di gioco. La costruzione di questi jumpscare dunque è parte integrante di un processo tanto creativo quanto ludico che non rivoluziona nulla, ma rende l’immersione momentanea chirurgica e precisa. Una situazione dove si vive e si subisce in prima persona l’esito della partita, positivo o negativo che sia.