Il Festival di Sanremo 2023 passerà alla storia come il più rivoluzionario di sempre, sono state infatti tante le novità. Dall’uso dei social network, alle solite polemiche, dai vestiti provocatori di Chiara Ferragni al rap di Fedez, ma di certo questa non ce l’aspettavamo: la versione di Made in Italy, la canzone di Rosa Chemical, per sordi grazie alla traduzione in Lis.

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Sui social il fenomeno è diventato immediatamente virale, abbinando alla traduzione delle parole della canzone anche un balletto coinvolgente e in grado di attirare l’attenzione del pubblico che di fronte a questi eventi spesso è tirato fuori. L’interpretazione per sordi diventa molto godibile anche per il pubblico degli udenti, perché scandito da movimenti molto simpatici e da espressioni straordinariamente ironiche.

La traduzione in Lis è una lingua vera e propria sotto il punto di vista lessicale, sintattico ma soprattutto sociologico. Definita “linguaggio dei segni” o “linguaggio dei sordi” ha una struttura differente dall’italiano e dalle altre lingue di segni, ma a differenza di quanto molti possono credere in realtà non è universale e cambia di paese in paese. (Ne parliamo nell’articolo Come comunicare con le persone sorde)

Il Corriere della Sera ha raccontato la storia di Martina Romano, una cantante in lis, che ha preso parte proprio a questo fenomeno di inclusività, come il suo collega presente nel video. L’artista ha spiegato: “Cerchiamo solo di trasmettere musica ed emozioni anche a chi non sente o percepisce male i suoni”.

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Nato a Roma nel 1986, Matteo Fantozzi è direttore editoriale di alcune testate giornalistiche che si occupano di sport, spettacolo e cinema tra cui JuveLive.it e CheMusica.it. Per anni redattore de IlSussidiario.net è autore di decine di saggi cinematografici come "Gabriele Muccino, il poeta dell'incomunicabilità" e "La bibbia di Scream". Autore di numerosi cortometraggi, tra cui "Perverso Stato Mentale", sta lavorando anche a diversi documentari. In passato ha collaborato come responsabile del backstage di corsi cinematografici tenuti da Sergio Rubini e Michele Placido.