Lo showrunner di The Last Of Us, Craig Mazin, e Neil Druckmann, sceneggiatore di alcuni episodi, nonché co-presidente di Naughty Dog, hanno riflettuto sulla peculiare natura della serie HBO tratta dall’omonimo videogioco, anche in contrapposizione all’originale videoludico: durante un recente press junket, gli autori, in un’intervista a Collider, hanno discusso nel dettaglio alcune scelte narrative. Afferma Druckmann: “Volevamo evitare di fare una semplice serie sugli zombie, e abbiamo aggiunto delle piccole cose; i clicker ad esempio, sono esseri veramente strani e interessanti, che usano l’ecolocazione per orientarsi nello spazio; invece per quanto riguarda gli infettati più recenti, abbiamo discusso molto a lungo sul possibile vettore; avevamo già deciso di non utilizzare le spore del fungo, come invece avviene nel gioco; alla fine abbiamo pensato a queste sorte di rampicanti, che funzionano come una rete interconnessa in cui gli infetti possono comunicare tra di loro, proprio come accadeva con le spore del fungo; il fatto che rappresentino un fronte unito contro di noi fa molta paura.”
E proprio a proposito del fungo, e della nascita dell’infezione, Mazin ha dichiarato: “Abbiamo voluto dare delle basi scientifiche molto solide alla serie; il Cordyceps è reale, e molto affascinante come concetto, ma noi abbiamo voluto osare un po’ di più; infatti, più reale è l’ambientazione, più sarà facile avere un collegamento emotivo coi personaggi che agiscono in quell’ambiente; oltretutto, al giorno d’oggi il pubblico ne sa molto di più sulle pandemie rispetto a cinque anni fa; per questo abbiamo deciso di iniziare la serie con una scena negli anni ’60, per delimitare meglio il contesto, e avvertire che le pandemie virali sono pericolose, ma là fuori c’è qualcosa di peggio; e in questo modo, quando il contagio scoppia, non viene visto come qualcosa d improvviso o casuale ma come qualcosa che prima o poi sarebbe dovuto succedere, e alla fine è successo; ora noi ne siamo coinvolti in prima persona“.
Lo showrunner prosegue delineando in poche parole quello che ritiene essere il fulcro della serie: “Un certo personaggio, già presente nel gioco, ha un suo preciso punto di vista sull’infezione che, abbastanza peculiarmente, si ricollega alla nozione di bellezza e ai potenziali pericoli dell’amore; io e Neil volevamo essere sicuri che la storia che abbiamo raccontato, ispirata e adattata com’è dal gioco, in ultima analisi riecheggiasse quella che per noi è la cosa più importante di tutte, ovvero il rapporto tra Joel ed Ellie.”
The Last Of Us debutterà domenica 15 gennaio su HBO, e in contemporanea anche in Italia: il primo episodio andrà infatti in onda nella notte tra il 15 e il 16 gennaio, alle ore 3, in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming su Now.