Con lo SPID che si avvia verso una trasformazione significativa e l’introduzione di canoni annuali da parte dei principali provider, nonostante l’estensione, molti italiani stanno scoprendo un’alternativa gratuita e altrettanto efficace: CieID, il sistema di autenticazione digitale legato alla carta d’identità elettronica. Aruba, Infocert, Register.it hanno già introdotto costi che oscillano tra i 5 e i 10 euro all’anno, e persino Poste Italiane sembra intenzionata a seguire questa strada per i suoi circa 30 milioni di utenti. Ma c’è un problema che affligge migliaia di cittadini: dove diavolo sono finiti quei codici PIN e PUK necessari per attivare le credenziali CieID?
Questi codici, composti da otto cifre ciascuno e suddivisi in due parti, vengono consegnati in due momenti distinti. La prima metà viene fornita al momento della richiesta del documento presso il comune, mentre le ultime quattro cifre arrivano comodamente a casa insieme alla carta, all’interno del plico della raccomandata. Bastano pochi secondi di distrazione, un cassetto disordinato o la convinzione che quel foglietto sia inutile per perdere traccia di questi codici fondamentali. E qui nasce il panico. Perché quando ci si trova davanti al portale di attivazione di CieID e compare la richiesta delle cifre del PUK, molti cittadini realizzano di aver buttato via proprio quel foglio che sembrava così insignificante.

Il PUK, almeno nella sua prima metà composta da quattro cifre, è indispensabile per abilitare le credenziali CieID di secondo livello. Questo significa che se per qualche motivo avete conservato solo il foglio consegnato a mano in comune, siete già a metà dell’opera. Il codice completo, con tutte e otto le cifre, diventa invece necessario per recuperare il PIN, seguendo una logica simile a quella delle SIM telefoniche che tutti conosciamo. Il PIN entra in gioco quando si effettuano accessi di terzo livello, quelli che richiedono un maggiore grado di sicurezza attraverso il contatto diretto con la carta tramite tecnologia NFC. Questa tipologia di accesso è ormai richiesta prevalentemente per operazioni particolarmente sensibili o per applicare una firma elettronica avanzata, quindi nella pratica quotidiana molti utenti non ne avranno mai bisogno.
La buona notizia è che recuperare il PUK non richiede pratiche burocratiche infinite. Chi possiede uno smartphone dotato di tecnologia NFC può risolvere la questione in pochi passaggi attraverso l’app CieID. La procedura è semplice: dal menu laterale si seleziona la voce Recupero PUK, si appoggia la carta d’identità al retro dello smartphone per la lettura NFC, si inserisce il numero di serie della CIE (quello che inizia con CA e si trova in alto a destra) e si digita l’indirizzo email o il numero di telefono fornito al comune al momento del rilascio. A questo punto però bisogna armarsi di pazienza. Se i dati inseriti sono corretti, la richiesta viene presa in carico ma il codice non arriva immediatamente. Servono esattamente 48 ore prima di ricevere via SMS o email un link per completare l’operazione. Dopo averci cliccato, bisogna inserire un codice OTP inviato sul momento e ripetere la lettura NFC della carta. Solo al termine di queste verifiche di sicurezza viene finalmente visualizzato il prezioso codice PUK, che a quel punto sarebbe opportuno annotare in un luogo sicuro ma facilmente accessibile. Di seguito tutti i passaggi:
- Entrare nell’app CieID
- Cliccare sul menù laterale
- Cliccare su Recupero PUK
- Appoggiare la carta d’identità al centro del telefono con lettura NFC attiva
- Inserire il numero di serie della CIE
- Inserire l’email o il numero forniti al proprio comune
- Aspettare 48 ore
- Cliccare sul link ricevuto tramite SMS o email
- Inserire codice OTP fornito nella email o SMS di cui sopra
- Ripetere la lettura NFC del documento

E se il vostro smartphone non ha l’NFC? Oppure se avete cambiato numero di telefono negli anni e non ricordate quale email avete comunicato al comune quando avete richiesto la carta? In questi casi esiste una soluzione alternativa che, paradossalmente, può risultare anche più rapida: recarsi fisicamente all’anagrafe di un qualsiasi comune italiano con la propria carta d’identità elettronica e chiedere la ristampa di PIN e PUK. In pochi minuti si ottengono entrambi i codici in forma completa, e si può sfruttare l’occasione per aggiornare i propri dati di contatto.
Per quanto riguarda il recupero del PIN, la procedura è leggermente diversa ma altrettanto gestibile. Prima di tutto, è indispensabile conoscere il codice PUK completo, quindi tutte e otto le cifre. Una volta ottenuto seguendo i passaggi precedenti, basta aprire l’app CieID, selezionare Gestione Carta dal menu e poi Cambia PIN. In basso compare un link con la scritta Recuperalo: cliccandoci sopra si possono inserire le otto cifre del PUK, impostare un nuovo PIN a piacere ed effettuare la lettura NFC della carta per confermare l’operazione.
- Entrare nell’app CieID
- Cliccare sul menù laterale
- Cliccare su Gestione Carta
- Cliccare su Cambia PIN
- Cliccare sul link con la scritta Recuperalo
- Inserire le otto cifre del PUK
- Impostare un nuovo PIN a scelta
- Appoggiare la carta d’identità al centro del telefono con lettura NFC attiva
Questa apparente complessità procedurale nasconde in realtà un sistema di sicurezza a più livelli pensato per proteggere l’identità digitale dei cittadini. Il fatto che il PUK e il PIN siano divisi, consegnati separatamente e recuperabili solo attraverso verifiche incrociate riduce significativamente i rischi di accessi non autorizzati. Certo, per chi ha perso i fogli può sembrare una seccatura, ma è un piccolo prezzo da pagare per una maggiore tranquillità.