Rispondere al telefono è un gesto così automatico che nessuno si ferma a pensare ai rischi. Eppure, dietro una chiamata silenziosa potrebbe celarsi una delle minacce più sofisticate dell’era digitale: il vishing, o voice phishing, una forma di truffa telefonica che sfrutta l’intelligenza artificiale per clonare la voce e svuotare conti bancari. In Italia, nel 2025, questa tecnica ha registrato un aumento del 32% rispetto all’anno precedente, causando perdite per centinaia di milioni di euro e migliaia di vittime traumatizzate. Capire come funziona questo inganno è il primo passo per difendersi efficacemente e non è necessario aspettare che arrivi l’app che aiuta a rilevare le minacce online.

Tutto inizia con una telefonata apparentemente innocua. L’utente risponde, ma dall’altra parte c’è solo silenzio. Nessuna voce, nessun messaggio registrato, solo un vuoto inquietante. Molti riattaccano pensando a un errore tecnico o a un call center malfunzionante. Ma quello che non sanno è che quei pochi secondi di silenzio servono a registrare la loro voce. Anche un semplice ‘pronto’ o ‘chi parla’ è sufficiente. I truffatori raccolgono questi frammenti audio, spesso integrandoli con materiale trovato sui social media: video pubblici, storie Instagram, messaggi vocali su WhatsApp. L’intelligenza artificiale entra in gioco proprio qui, analizzando le caratteristiche vocali della vittima e creando un clone digitale estremamente realistico. Questo clone può riprodurre non solo il timbro, ma anche le inflessioni e il ritmo del parlato originale.

Truffe online in chiamata
Truffe online in chiamata, fonte: DepositPhotos

Una volta ottenuto il clone vocale, i criminali passano alla fase successiva, contattare familiari, amici o colleghi della vittima fingendo situazioni di emergenza. “Mamma, sono in ospedale, ho bisogno di soldi subito“, oppure “Papà, ho avuto un incidente, devi farmi un bonifico urgente“. La voce è così convincente che chi riceve la chiamata non ha motivo di dubitare. L’urgenza e il panico emotivo fanno il resto, spingendo le persone a trasferire denaro senza verificare. Parallelamente alle chiamate mute, i truffatori utilizzano tecniche di spoofing per falsificare il numero visualizzato sul display. Il numero può apparire come quello di un familiare, di una banca, o persino di un ente governativo. Questa falsificazione aumenta notevolmente la credibilità della chiamata e le probabilità che la vittima cada nel tranello.

I danni causati da queste truffe vanno ben oltre le perdite economiche. Certo, i bonifici non autorizzati e i furti di identità rappresentano un problema serio: conti svuotati, carte di credito aperte a nome della vittima, prestiti richiesti senza il suo consenso. Ma c’è anche un costo emotivo profondo. Scoprire di essere stati ingannati da una voce che sembrava quella di una persona cara genera un senso di tradimento difficile da superare, come ben sanno gli utenti di Discord, truffati e hackerati negli ultimi mesi. Ansia, sfiducia verso gli altri, vulnerabilità: sono sensazioni che accompagnano molte vittime per mesi, a volte anni. La Polizia Postale e le autorità competenti hanno lanciato l’allarme: il vishing è in forte crescita e rappresenta una delle minacce più insidiose del panorama delle frodi digitali. Difendersi da queste truffe richiede consapevolezza e prudenza. La prima regola è semplice ma fondamentale, cioè non dare mai un sì immediato al telefono, soprattutto a numeri sconosciuti. Anche un semplice consenso verbale può essere ritagliato e utilizzato per autorizzare operazioni fraudolente. Se si riceve una chiamata muta o sospetta, è meglio riattaccare immediatamente e non richiamare il numero, specialmente se è estero o presenta prefissi insoliti.

Ogni richiesta urgente di denaro deve essere verificata attraverso un secondo canale. Se qualcuno chiama chiedendo soldi con tono disperato, è essenziale contattare direttamente la persona tramite un numero noto o un’app di messaggistica sicura. Mai fidarsi solo della voce, per quanto familiare possa sembrare. Un trucco efficace per le famiglie è concordare una parola d’ordine segreta da usare in caso di emergenze reali: una password condivisa che i truffatori non possono conoscere. Sul fronte tecnologico, limitare la condivisione di contenuti audio personali sui social media è una precauzione intelligente. Meno materiale vocale è disponibile pubblicamente, più difficile sarà per i criminali creare un clone convincente. Gli smartphone moderni offrono filtri antispam e sistemi di blocco chiamate sempre più sofisticati: attivarli è una barriera importante contro le telefonate indesiderate. In un mondo dove la voce può essere replicata con pochi secondi di registrazione, la fiducia cieca non è più un’opzione. Verificare, dubitare, proteggere: sono questi i nuovi imperativi per navigare in sicurezza l’era digitale. Perché a volte, dietro il silenzio di una chiamata muta, si nasconde molto più di un semplice errore tecnico.

Condividi.

Nato il 19 Dicembre 1992, ha capito subito che il cinema era la sua strada. Dopo essersi laureato in filosofia all'università di Palermo e aver seguito esami, laboratori e corsi sulla critica, la storia del cinema e la scrittura creativa, si è focalizzato sulle sue più grandi passioni: scrivere e la settima arte. Ha scritto per L'occhio del cineasta ed è stato redattore per Cinesblog fino alla sua chiusura. Ora si occupa di news e articoli per ScreenWorld.it, per CinemaSerieTv.it e CultWeb.it