OpenAI ha presentato durante il DevDay 2025, la sua conferenza annuale per sviluppatori, una delle evoluzioni più significative del suo prodotto di punta. ChatGPT non è più soltanto un assistente conversazionale basato sull’intelligenza artificiale, ma diventa una vera e propria piattaforma in grado di ospitare applicazioni interattive di terze parti direttamente all’interno delle risposte del chatbot. Gli utenti possono accedere ad app di servizi come Booking.com, Expedia, Spotify, Figma, Coursera, Zillow e Canva senza mai uscire dalla finestra di conversazione.

L’annuncio segna un cambio di paradigma nell’approccio di OpenAI alla costruzione di un ecosistema attorno al suo prodotto. Come ha dichiarato il CEO Sam Altman: “Vogliamo che ChatGPT sia un ottimo strumento per permettere alle persone di fare progressi, di essere più produttive, più inventive, di imparare più velocemente, di fare meglio qualunque cosa stiano cercando di realizzare nelle loro vite. Le nuove app consentiranno una nuova generazione di applicazioni interattive, adattive e personalizzate, con cui potrete conversare“.

Barra di ricerca di ChatGPT
Barra di ricerca di ChatGPT, fonte: Open AI

Il sistema rappresenta il tentativo più ambizioso di OpenAI di creare un vero marketplace di applicazioni integrate, dopo i precedenti esperimenti come il GPT Store. La differenza fondamentale rispetto a quella soluzione è che le app non vivono più in uno store separato, ma si materializzano direttamente nelle risposte di ChatGPT, permettendo agli utenti di richiamare strumenti di terze parti nel corso delle loro conversazioni quotidiane. Questo approccio offre agli sviluppatori una distribuzione migliore per le loro creazioni e promette un’esperienza più ricca e fluida per chi usa il chatbot.

Il funzionamento è sorprendentemente intuitivo. Gli utenti possono digitare il nome di un’app specifica per richiamare contenuti da diversi servizi. ChatGPT sarà in grado di suggerire proattivamente le app rilevanti quando potrebbero risultare utili. Se qualcuno chiede una playlist per una festa nel weekend, il sistema potrebbe automaticamente richiamare l’app di Spotify nella conversazione. OpenAI ha inoltre anticipato che in futuro saranno disponibili integrazioni con altri servizi popolari come DoorDash, Instacart, Uber e AllTrails, espandendo ulteriormente le possibilità di questo ecosistema conversazionale.

La sfida per OpenAI sarà di convincere gli sviluppatori che costruire per questa piattaforma vale l’investimento, garantendo al contempo agli utenti un’esperienza che sia davvero più semplice e potente rispetto all’uso tradizionale delle app standalone. Se l’azienda riuscirà in questo intento, ChatGPT potrebbe trasformarsi nel punto di accesso unificato che molti hanno immaginato per l’era dell’intelligenza artificiale. Se invece la complessità di gestire privacy, monetizzazione e concorrenza tra servizi si rivelerà troppo grande, potremmo assistere all’ennesimo tentativo fallito di creare un ecosistema chiuso attorno a un singolo prodotto tecnologico.

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Nato il 19 Dicembre 1992, ha capito subito che il cinema era la sua strada. Dopo essersi laureato in filosofia all'università di Palermo e aver seguito esami, laboratori e corsi sulla critica, la storia del cinema e la scrittura creativa, si è focalizzato sulle sue più grandi passioni: scrivere e la settima arte. Ha scritto per L'occhio del cineasta ed è stato redattore per Cinesblog fino alla sua chiusura. Ora si occupa di news e articoli per ScreenWorld.it, per CinemaSerieTv.it e CultWeb.it