Alle ore 23 dell’11 luglio 2022 il presidente americano Joe Biden ha reso pubblica la prima immagine a colori del Telescopio Spaziale James Webb della NASA, la più profonda e ad alta risoluzione dell’universo mai catturata. Questo nuovo sguardo all’universo rivela l’ammasso di galassie SMACS 0723, che agiscono come “lenti gravitazionali”, una distorsione visiva dello spazio che ingrandisce notevolmente la luce proveniente da dietro di loro per esporre oggetti ancora più deboli e lontani nel tempo, “galassie un tempo a noi invisibili“, afferma l’agenzia spaziale statunitense.
👀 Sneak a peek at the deepest & sharpest infrared image of the early universe ever taken — all in a day’s work for the Webb telescope. (Literally, capturing it took less than a day!) This is Webb’s first image released as we begin to #UnfoldTheUniverse: https://t.co/tlougFWg8B pic.twitter.com/Y7ebmQwT7j
— NASA Webb Telescope (@NASAWebb) July 11, 2022
Nel corso di una cerimonia svoltasi lunedì sera alla Casa Bianca Biden, accompagnato dalla vicepresidente Kamala Harris e dall’amministratore della NASA Bill Nelson ha celebrato questa ” giornata storica” in cui il telescopio spaziale più grande e potente del mondo ci offre “nuova finestra sulla storia del nostro universo“. “Oggi daremo un’occhiata alla primissima luce passata da quella finestra“, ha dichiarato Biden poco prima di rivelare il sensazione scatto del telescopio, che mostra curve rossastre tra le galassie più luminose: una luce primordiale. “La luce di altri mondi, orbitanti attorno a stelle molto lontane dalla nostra“, ha detto Biden. “La luce più antica documentata nella storia dell’universo, proveniente da oltre 13 miliardi – lasciatemelo ripetere – 13 miliardi di anni fa“. “Webb può vedere indietro nel tempo fino a poco dopo il Big Bang, cercando galassie così lontane che la luce ha impiegato molti miliardi di anni per arrivare da quelle galassie ai nostri telescopi“, ha poi confermato Jonathan Gardner, vice scienziato del progetto Webb durante un recente briefing.
L’osservatorio Webb, costato 9 miliardi di dollari e che prende il nome dall’uomo che diresse la NASA durante il programma spaziale Apollo, che portò l’uomo sulla Luna negli anni ’60, è stato progettato per scrutare il cosmo fino agli albori dell’universo conosciuto, inaugurando un’era rivoluzionaria di scoperte astronomiche. È decollato dalla Guyana francese, sulla costa nord-orientale del Sud America, il 25 dicembre 2021, prima di raggiungere la sua destinazione finale a 1,6 milioni di chilometri dalla Terra meno di un mese dopo. L’attesissimo rilascio delle prime immagini segue un processo di sei mesi di dispiegamento a distanza dei vari componenti di Webb, di allineamento degli specchi e di calibrazione dei suoi strumenti.
Costruito per osservare i suoi soggetti principalmente nello spettro dell’infrarosso, Webb è circa 100 volte più sensibile del suo predecessore trentennale, il telescopio spaziale Hubble, che opera principalmente a lunghezze d’onda ottiche e ultraviolette. La superficie di raccolta della luce molto più ampia dello specchio primario di Webb – una serie di 18 segmenti esagonali di metallo berillio rivestito d’oro – consente di osservare oggetti a distanze maggiori, e quindi più indietro nel tempo, rispetto a Hubble o a qualsiasi altro telescopio.
Tutti e cinque gli obiettivi introduttivi di Webb erano già noti agli scienziati. Tra questi ci sono due enormi nubi di gas e polvere che sono state lanciate nello spazio da esplosioni stellari per formare incubatrici di nuove stelle: la Nebulosa Carina e la Nebulosa Anello Meridionale, ciascuna distante migliaia di anni luce dalla Terra. Oltre a SMACS 0723, è stato identificato anche il Quintetto di Stephan, che comprende diverse galassie descritte dalla NASA come “bloccate in una danza cosmica di ripetuti incontri ravvicinati“.
Dopo l’evento alla Casa Bianca, la NASA svelerà altre immagini in un evento trasmesso in diretta streaming martedì alle 10:30 ET. I funzionari della NASA hanno dichiarato che il lotto includerà il primo spettro di un esopianeta del telescopio Webb, che mostra la luce emessa a diverse lunghezze d’onda da un pianeta in un altro sistema stellare. Le immagini potrebbero offrire nuove conoscenze sulle atmosfere e sulla composizione chimica di altri esopianeti nel cosmo, sull’interazione e la crescita delle galassie, mentre altre raffigureranno il ciclo di vita delle stelle, dalla nascita di nuove alla loro morte violenta.