Google ha silenziosamente introdotto nella sua applicazione Gemini, l’assistente fornito con gli smartphone, la possibilità di caricare e far analizzare video direttamente dall’intelligenza artificiale. Una mossa potente, ma anche controversa, che apre nuove possibilità nel campo dell’assistenza digitale, e allo stesso tempo solleva dubbi sulla gestione della privacy e sulla comunicazione dell’azienda. Senza un annuncio formale, la funzione è comparsa nell’app Gemini, permettendo ora agli utenti non solo di chiedere chiarimenti su immagini o documenti, ma anche di sottoporre alla IA interi filmati per ottenere descrizioni dettagliate o risposte specifiche su ciò che accade nella clip.

L’analisi avviene tramite un’interfaccia intuitiva, aprendo il menu +, si può scegliere il video desiderato dalla Galleria o dai File del dispositivo. Se l’opzione è attiva per il proprio account, il file sarà selezionabile, in caso contrario, apparirà disattivato (in grigio), come spesso accade nelle prime fasi di roll-out selettivo che Google utilizza per garantire stabilità. Al momento, la funzione è disponibile su Android (Google App 16.23 beta), iOS, e con i modelli Gemini 2.5 Flash e 2.5 Pro, anche per account gratuiti. Non è però ancora attiva sulla versione web.

Ma cosa è davvero in grado di fare l’intelligenza artificiale con questi video? Le prove finora suggeriscono capacità avanzate, in uno dei test condivisi, Gemini ha descritto una scena autunnale con una precisione quasi poetica, citando i colori delle foglie, i giochi di luce tra i rami e persino il fruscio dei passi. Le sue risposte non si limitano a etichette visive, ma mostrano una comprensione profonda del contesto, sia visivo che sonoro. È possibile, ad esempio, chiedere quale ora sia visibile su un display all’interno del filmato, o di identificare elementi ambientali o comportamenti presenti nel video.

Tuttavia, il fatto che Google non abbia promosso ufficialmente questa novità ha lasciato molti utenti e osservatori perplessi. Alcuni temono che l’analisi video da parte dell’IA possa sollevare interrogativi sulla raccolta e il trattamento dei dati personali, soprattutto considerando che i video possono contenere volti, conversazioni o ambienti privati. L’assenza di una comunicazione chiara ha alimentato il dibattito sulla trasparenza di Google riguardo le reali capacità di Gemini e il loro impatto sulla quotidianità digitale.

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Nato il 19 Dicembre 1992, ha capito subito che il cinema era la sua strada. Dopo essersi laureato in filosofia all'università di Palermo e aver seguito esami, laboratori e corsi sulla critica, la storia del cinema e la scrittura creativa, si è focalizzato sulle sue più grandi passioni: scrivere e la settima arte. Ha scritto per L'occhio del cineasta ed è stato redattore per Cinesblog fino alla sua chiusura. Ora si occupa di news e articoli per ScreenWorld.it, per CinemaSerieTv.it e CultWeb.it