Negli ultimi mesi la Cina ha alzato l’asticella dell’intelligenza artificiale incarnata con la presentazione di Oli, un robot umanoide progettato da LimX Dynamics, azienda di Shenzhen fondata nel 2022 e rapidamente diventata un nome di punta nel campo della robotica avanzata. In una serie di video diffusi su YouTube, Oli si mostra in due ambienti opposti ma complementari: un laboratorio tecnologico, dove dimostra la sua abilità nel raccogliere palline da tennis, e i luoghi più iconici della città di Shenzhen, dove si muove a ritmo di musica in una danza simbolica accanto a performer umani. Il risultato è sorprendente. Una macchina controllata dall’intelligenza artificiale che non solo esegue movimenti precisi, ma li interpreta, integrandosi armoniosamente nel contesto umano e culturale. Un progresso nello sviluppo dell’IA che potrebbe soppiantare l’uomo da attività come la danza o lo sport.
Il primo video, della durata di circa due minuti, mette in scena un esperimento apparentemente semplice: Oli si trova in una stanza dove il pavimento è cosparso di palline da tennis. La macchina si orienta nello spazio, individua gli oggetti e li raccoglie uno a uno, depositandoli ordinatamente in un cesto. Tutto avviene senza alcun controllo remoto o intervento umano. Quando un operatore muove una pallina davanti ai suoi sensori, il robot la segue con lo sguardo e ne anticipa il movimento; se la pallina cade o cambia posizione, Oli si adatta immediatamente, piegandosi, correggendo la traiettoria e completando il gesto.

Il secondo video, di tutt’altro tono, trasforma la robotica in una forma d’arte. Nelle piazze e nei parchi di Shenzhen, dal futuristico distretto di Nanshan fino al villaggio storico di Gankeng Hakka Town, Oli appare accanto a ballerini tradizionali cinesi, danzando sulle note di una melodia classica. Le sue braccia si muovono in perfetta armonia con i gesti umani, i fianchi oscillano con eleganza e l’andatura è sorprendentemente naturale.
Dietro a questa grazia c’è una sofisticata struttura meccanica. Oli è alto 165 centimetri, pesa 55 chilogrammi e dispone di 31 gradi di libertà, che gli permettono movimenti estremamente naturali e coordinati. Ogni gamba può muoversi in sei direzioni indipendenti, mentre braccia e busto aggiungono ulteriori punti di articolazione. Il design modulare consente di smontarlo e riconfigurarlo in base al tipo di attività, che si tratti di un esperimento di laboratorio o di una performance artistica. Sul fronte sensoriale, il robot è equipaggiato con telecamere Intel RealSense D435i montate su testa e torace, un’unità di misura inerziale (IMU) a sei assi e il supporto per sensori esterni come il LiDAR, che fornisce una mappatura tridimensionale dello spazio circostante. Grazie a questi strumenti, Oli percepisce profondità, distanze e ostacoli, reagendo in tempo reale con correzioni automatiche dei propri movimenti.
Ma che cosa c’entra tutto questo con lo sport? Molto più di quanto sembri. La dimostrazione in laboratorio, in cui Oli raccoglie palline da tennis, è un esempio concreto di come la robotica possa già oggi sostituire o supportare l’uomo in compiti sportivi ripetitivi e a basso rischio, come la raccolta di palline o la gestione dei campi durante gli allenamenti. In futuro, robot di questo tipo potrebbero affiancare gli atleti come partner di allenamento, aiutando nei test di precisione o nei movimenti tecnici, programmabili e riproducibili all’infinito. Non si tratta di sostituire i giocatori, ma di automatizzare i ruoli di supporto, migliorando efficienza e sicurezza.
Tuttavia, l’idea che Oli possa davvero “sostituire l’uomo nello sport” rimane, per ora, più simbolica che reale. Le prestazioni fisiche richieste da una competizione sportiva — velocità, forza, resistenza, adattamento a situazioni impreviste — restano ancora fuori dalla portata della robotica umanoide. I limiti attuali sono molteplici: autonomia energetica ridotta, difficoltà a mantenere l’equilibrio in condizioni ambientali variabili, potenza limitata degli attuatori e complessità nel garantire la sicurezza durante l’interazione con esseri umani. A questi ostacoli si aggiungono questioni etiche e regolamentari: come verrebbero classificate le competizioni con robot? Quale sarebbe il confine tra supporto tecnico e partecipazione sportiva?