La black wave dell’horror, inaugurata da Jordan Peele pochi anni addietro, ha permesso a molte storie terrificanti di mescolarsi alla denuncia sociale per raggiungere grandi palcoscenici. Nel contesto della serialità televisiva, la tendenza ha colto l’interesse di molti autori, decisi a raccontare nuove storie attraverso un’esaltazione stilistica che soltanto nell’horror riesce a toccare le giuste corde. Fra queste, quella di Them ha rappresentato una curiosa scoperta nel 2021: uscita su Prime Video senza troppi clamori, la serie di Little Marvin ha sorpreso molti proprio per la sua capacità di fondere gli orrori dell’America a quelli più macabri del paranormale, raccogliendo ampi consensi tra pubblico e critica.
Dal 25 aprile è disponibile su Prime Video The Scare, seconda stagione e ciclo narrativo dello show che vede Little Marvin approcciarsi a una nuova narrazione, sempre a Los Angeles ma in un contesto decisamente diverso rispetto a quanto raccontato nella prima stagione – ribattezzata Covenant. Un approccio diverso, questa volta mosso dalla voglia di raccontare un contesto più ampio della piccola comunità di provincia e dal desiderio di immergersi nel cuore di una città sofferente. Agevolata da una produzione più importante e dall’interesse di molti esperti del genere, la seconda stagione di Them segna un importante passo in avanti per lo show e conquista un posto di rilievo fra le produzioni più intriganti della piattaforma. Il tutto senza aver paura di osare, giocando costantemente con lo spettatore e con gli stilemi del genere.
Genere: Horror
Durata: 40 minuti ca./8 episodi
Uscita: 25 Aprile 2024 (Prime Video)
Cast: Deborah Ayorinde, Luke James, Pam Grier
Alle origini dello “spavento”
8 episodi, della durata di circa 40 minuti ciascuno, raccontano una Los Angeles in piena crisi nei primi anni ’90: bianchi e neri non riescono a convivere serenamente e la criminalità è in costante aumento. Un contesto ben diverso dalla Compton degli anni ’50 vista nella prima stagione, ma non per questo meno inquietante. Al centro della scena c’è Dawn Reeve (Deborah Ayorinde), una detective alle prese con un caso completamente diverso dal solito: una donna è stata uccisa in modo folle e contorto all’interno di una casa famiglia e nessuno sembra avere idea di cosa sia successo. La polizia è sconvolta, lei non pensa ad altro. Nel frattempo, altri casi simili scuotono Los Angeles e tutto lascia pensare che qualcosa (o qualcuno) di ben più macabro possa nascondersi dietro gli omicidi.
Them: The Scare potrebbe non ottenere una risonanza pari a quella di molti altri show, ma si conferma una produzione da tenere d’occhio anche in futuro – soprattutto se si è amanti del genere. Little Marvin e soci hanno saputo bissare il successo della prima stagione rischiando con una narrazione più vicina all’interesse del grande pubblico, senza tuttavia perdersi cercando di convincere tutti. Anzi, lo sguardo critico nei confronti della società resta lo stesso e addirittura si esalta nel raccontare le tristi vicissitudini dell’Edmund di un fenomenale Luke James: la serie sfrutta più livelli di lettura, da quello sociale a quello orrorifico, raccontando una dimensione più intimista dell’inquietudine. L’orrore, qui, parte dal trauma e si evolve in modi inattesi, più che mai disturbanti, portando in scena un dialogo tra terrore e dolore che vale l’intera visione della serie.
Un ritorno carico di stile
Them non è una serie horror come le altre. Se non lo era prima, figuriamoci adesso: l’orrore non è mai gratuito, ma costruito scena dopo scena attraverso regia e atmosfere. Un tentativo di mescolare l’horror al true crime, lasciando che i loro elementi si mescolino vicendevolmente per restituire a chi osserva un racconto profondo che permetta anche di riflettere sull’importanza delle scelte (e sul peso delle conseguenze per chi le subisce). L’hanno notato in molti, ma in effetti la caratura dello show e le sue premesse lasciano trasparire più di qualche suggerimento all’ultima stagione di True Detective – pur con la sostanziale differenza nelle derive delle due produzioni.
L’orrore, anche se presente, è questa volta avvinghiato saldamente al reale: un concentrato maligno estremamente umano, che trova perfetto sfogo in un paranormale inesorabile che funga da specchio dei veri mostri. Uno sviluppo che già dalle sue intenzioni dimostra il talento e lo stile della produzione, più che mai decisa ad ampliare il proprio immaginario attraverso un importante passo in avanti, soprattutto qualitativo. La messa in scena è l’elemento chiave che permette al pubblico di scrutare l’abisso con cura prima di venir trascinato verso l’oblio: le atmosfere lasciano percepire una variazione importante nei toni, ma le performance del cast e il ritmo incalzante tengono incollati allo schermo.
Curiosa anche la scelta di alternare elementi tipici dei due generi, creando quasi attesa per i momenti più terrificanti tenendo fede alla propria impronta – da sottolineare la sorprendente presenza di Ti West (fra i più interessanti registi del genere) come guest director dell’ultimo episodio.
Orrore universale?
Per tematiche, atmosfere e forza delle proprie idee, The Scare è un prodotto che semplicemente non può limitarsi alla nicchia. Probabilmente ad alcuni potrebbe anche sembrare un’opera poco “horror” all’apparenza, ma l’intenzione di esplorare qualcosa che vada oltre la grafica o la superficie è evidente. Non tutte le scelte si confermano pienamente azzeccate, ma per apprezzare appieno la serie basterà trovare il modo di convivere con la sensazione che forse si sarebbe potuto osare anche di più (specie nel racconto sociale). Non tutti avrebbero apprezzato, ma a quest’ora staremmo parlando di un’opera davvero sconvolgente.
Al di là degli istinti, Them si conferma una delle produzioni più interessanti dell’horror tv e appare più consapevole, convinta e attenta su quasi tutti i fronti. Lasciando emergere un trauma intrinseco che supera i confini del tempo, Little Marvin dimostra di sapere come raccontare un contesto complesso in maniera estremamente affascinante (ma soprattutto efficace), lasciando che chiunque possa esperire l’orrore sociale della sua opera.
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La recensione in breve
Them: The Scare è un'operazione davvero coinvolgente, che nonostante qualche sbavatura riesce nel tentativo di mescolare orrore e crimine per portare in scena un potente racconto sul dolore. Alternando paranormale e reale in grande stile, Little Marvin si conferma un autore da tenere d'occhio anche per le prossime stagioni della sua antologia
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Voto Screenworld