Si chiama The Kingdom – Il Regno (in lingua originale “Riget”) ed è una serie tv del 1994 ideata e diretta dal visionario regista danese Lars von Trier, che solo qualche settimana fa ha annunciato di essere affetto dal morbo di Parkinson.
La prima stagione – formata da 4 episodi e attualmente disponibile in streaming su Amazon Prime – rappresenta un’autentica pietra miliare della serialità televisiva, a cui nel 1997 ha fatto seguito un secondo ciclo di puntate della medesima durata (distribuito in Italia, tuttavia, sotto forma di 6 episodi).
Tra black comedy e mistero, medical drama e soprannaturale, anche a 28 anni dal suo debutto The Kingdom – Il Regno mantiene intatto il proprio fascino nei confronti dello spettatore contemporaneo. Pertanto, ecco 5 motivi per riscoprire The Kingdom – Il Regno, la serie di Lars Von Trier tra genio e follia, al più presto.
1. L’ambientazione
Proprio come The Knick, Grey’s Anatomy, “Dr. House” e altre celebri serie di successo, Il Regno appartiene al filone del medical drama, e racconta la vita quotidiana di un ospedale, tra amori e rivalità, interventi chirurgici e corse in ambulanza, primari e cartelle cliniche. Anche il titolo riflette l’ambientazione della serie: Riget, abbreviazione di Rigshospitalet, è il popolare soprannome del prestigioso “Ospedale del Regno” di Danimarca, ossia la più avanzata struttura medica di Copenhagen.
L’intera serie si svolge tra le mura dell’ospedale e lo esplora in ogni minimo dettaglio, dal reparto di neurochirurgia ai corridoi sotterranei, passando per gli ambulatori, i posti di guardia e l’archivio.
Al tempo stesso, però, The Kingdom – Il Regno si distingue dalle altre serie citate per la sua fortissima originalità: oltre a offrire una parodia grottesca e irriverente del mondo ospedaliero, propone allo spettatore una storia ricca di mistero, esoterismo e soprannaturale decisamente insolita per i canoni del genere.
2. Il mistero
“Il suolo sotto l’ospedale del Regno anticamente era una palude, dove i tintori venivano a inumidire i loro grandi teli, che poi stendevano per la sbiancatura. In seguito, qui fu costruito il grande ospedale, e gli sbiancatori furono sostituiti da medici e ricercatori, geni della scienza e della tecnologia, che per coronare il loro lavoro chiamarono questo luogo “Il Regno”. Essi erano i padroni della vita: ignoranza e superstizione non avrebbero più potuto scuotere i bastioni della scienza. Forse fu la loro crescente arroganza che li portò a negare la spiritualità, e adesso è come se il freddo e l’umidità fossero tornati. Si cominciano a vedere piccole tracce di stanchezza negli edifici, non più così solidi e moderni. Nessun essere vivente ancora lo sa, ma la porta del Regno sta aprirsi“.
È sufficiente il monologo riportato in apertura di ogni episodio – accompagnato da fosche immagini dell’antica palude e della comparsa di due braccia cadaveriche che sembrano scavare nella terra sotto l’ospedale – a trasmetterci tutta la carica di mistero che si cela dietro la veste del medical drama. Le bizzarre indagini della signora Drusse, che trova di continuo nuove ragioni per farsi ricoverare nella struttura, faranno emergere ogni tipo di fenomeno occulto e paranormale: ad attenderci troveremo davvero di tutto, tra spiriti irrequieti, sette sataniche, rituali voodoo haitiani, zombie, documenti segreti risalenti all’inizio del Novecento, nascituri con sangue umano e demoniaco, esorcismi e mistiche correnti elettromagnetiche che impediscono agli aerei di sorvolare l’ospedale.
Senza timore di esagerare, possiamo affermare che The Kingdom – Il Regno è a tutti gli effetti il degno erede di Twin Peaks, con cui la serie di Von Trier condivide parecchi tratti in comune. Proprio come nel caso degli iconici monologhi della Signora Ceppo, anche qui incontriamo una sorta di “enigma nell’enigma”, rappresentato dai frequenti intermezzi in cui due lavapiatti affetti dalla sindrome di Down commentano gli eventi della serie. Pur essendo del tutto isolati rispetto al resto delle vicende narrate (vien da chiedersi se si trovino davvero all’interno dell’ospedale, o in qualche limbo metafisico da cui osservano ogni cosa), i due sono gli unici a comprendere davvero a fondo il significato degli eventi, e a fornirci una chiave di lettura.
3. I personaggi
A rendere davvero indimenticabile The Kingdom – Il Regno, tuttavia, sono soprattutto i suoi personaggi, che riescono a essere allo stesso tempo esilaranti, grotteschi e surreali, ma anche profondamente autentici e umani. La serie tv adotta una prospettiva corale: non esiste un unico protagonista, bensì una pluralità di figure di rilievo, tutte ben delineate e approfondite.
Tra gli altri, sono particolarmente memorabili l’arrogante primario svedese Stig Helmer, con i suoi atteggiamenti razzisti e meschini; la stravagante occultista Sigrid Drusse, che continua a farsi ricoverare con i pretesti più assurdi per tentare di far luce sui misteri dell’ospedale; il giovane e gentile dottor Krogshøj, che gestisce uno scambio sotterraneo di scorte mediche dimenticate; il direttore sanitario Einar Moesgaard, con la sua snervante cordialità di facciata e la sua fissazione per il progetto “Aria del Mattino” sul rapporto medico-paziente; il dottor Bondo, un anatomopatologo ossessionato dalla ricerca scientifica sul sarcoma epatico per cui sarebbe pronto a fare qualsiasi (ma davvero qualsiasi!) cosa; e il perdigiorno Mogge, ben più interessato alle lusinghe del mondo femminile che al completamento del suo percorso di studi nell’ambito medico.
Dalle loro ambizioni, rivalità e temporanee collaborazioni nascerà un intreccio narrativo avvincente e con ramificazioni davvero inaspettate…
4. La regia
Lo ribadiamo: non c’è alcun motivo di farsi “spaventare” dell’età di questo telefilm. Malgrado siano passati 28 anni dalla messa in onda del primo episodio, The Kingdom – Il Regno vanta un ritmo narrativo e una qualità registica degni dei più acclamati prodotti della serialità contemporanea. Lars von Trier, del resto, non ha bisogno di presentazioni, e nel corso delle due stagioni sperimenta con la sua camera a mano ogni genere di soluzione per suggestionare lo spettatore: dal ricorso a inquadrature oblique e asimmetriche agli ossessivi piani sequenza che percorrono i deserti corridoi sotterranei dell’ospedale, il regista danese sembra davvero volerci suggerire che l’occhio della telecamera spesso coincide con quello degli spiriti e delle altre entità che infestano l’ospedale.
Come se non bastasse, le immagini ci vengono restituite attraverso un denso filtro giallastro che contribuisce a trasmetterci l’idea di una realtà malsana, corrotta e malata, un po’ come accade nella saga videoludica di Silent Hill.
Il regista, insomma, fa davvero di tutto per stupirci e catturare la nostra attenzione, e al termine della puntata non si esime neppure dall’apparire di fronte alla macchina da presa per riflettere con noi sul contenuto dell’episodio, offrendoci ironia pungente e riflessioni filosofiche.
5. L’uscita di The Kingdom: Exodus
“Nessun essere vivente ancora lo sa, ma la porta del Regno sta per aprirsi“. Non si tratta soltanto del mantra che accompagna l’inizio di ogni episodio, ma di qualcosa che sta finalmente per diventare realtà. Proprio com’è accaduto nel caso di Twin Peaks, The Kingdom – Il Regno sta per tornare con una terza e ultima stagione, sottotitolata “Exodus”, a 25 anni di distanza dal clamoroso cliffhanger che nel 1997 ha concluso il precedente ciclo di episodi.
La terza stagione di The Kingdom – Il Regno debutterà in anteprima mondiale a inizio settembre alla 79esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, e sarà poi distribuita su numerose emittenti e piattaforme streaming in tutto il mondo, Italia inclusa (ancora non si conosce la data di uscita e il canale, ma saranno rivelati a breve).
Nel nuovo ciclo di episodi non torneranno alcuni personaggi principali della serie a causa della morte degli interpreti – mancheranno, ad esempio, sia Stig Helmer che la signora Drusse – ma al fianco del cast originale faranno il loro debutto parecchi nuovi attori, tra cui spiccano Lars Mikkelsen e Alexander Skarsgård, e le vicende narrate avranno il compito di fare chiarezza sui molti misteri rimasti irrisolti.
In attesa di scoprire una volta per tutte la verità sui misteri occulti dell’ospedale, insomma, è davvero d’obbligo recuperare la serie… o quantomeno la prima stagione, che, come si è detto, ad oggi è disponibile su Amazon Prime e risulta perfettamente autoconclusiva a livello narrativo.
Occorre invece purtroppo segnalare come, a dispetto della sua ottima qualità, la seconda stagione di The Kingdom – Il Regno non sia mai neppure stata doppiata – pur trattandosi di una coproduzione Rai! – e, dopo alcune sporadiche messe in onda in lingua originale con sottotitoli italiani, non risulta ad oggi essere attualmente disponibile su alcuna piattaforma streaming. Non ci resta che auspicarne una riedizione già nei prossimi mesi, in vista dell’imminente uscita di The Kingdom: Exodus.