The Boys, apprezzata serie di Prime Video ispirata all’omonimo fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson, è tornata recentemente con una terza stagione strabiliante. I nuovi episodi, disponibili sulla piattaforma streaming sopracitata dal 3 giugno con rilascio settimanale ogni venerdì (eccetto i primi tre), prendono il meglio dalle due stagioni precedenti, andando ancora più a fondo con la critica, che si connette apertamente alla nostra modernità con maggiore attenzione. Per quanto, nel corso del tempo, abbiamo imparato a conoscere come Kripke e soci veicolino e sfruttino il sangue, la violenza e il gore, anche tali elementi sembrano essere pervasi da una nuova luce e il risultato finale, per ora, è di gran lunga superiore a quanto abbiamo visto in questi tre anni di messa in onda. Ma siamo veramente sicuri che l’efficacia di questa trasposizione televisiva si nasconda solamente nel contenuto e nella forma utilizzata o c’è qualche altro elemento che contribuisce attivamente alla riuscita di The Boys?
In realtà, se si analizza con attenzione lo scenario narrativo che ruota intorno all’opera e che non fa parte della storia raccontata nelle puntate, ci rendiamo conto che le operazioni adottate, per quanto passino in sordina rispetto all’altisonante trama della terza stagione, sono funzionali e centrate al massimo. Ci stiamo riferendo, in particolare, alla strategia di comunicazione che ha deciso di intraprendere il team dietro lo show Prime Video. In particolare, ci occuperemo di vedere più da vicino la pagina Vought International, attiva non solo su Twitter, ma anche su Instagram e Facebook, che riproduce perfettamente il pensiero dell’azienda supereroistica presente nella serie. Ci sarà inoltre spazio per riflettere sul valore profondo e vivo che questa narrazione assume. In The Boys, quindi, i social possono essere visti come un potente strumento narrativo e al tempo stesso un’amplificazione orizzontale del contenuto del prodotto televisivo stesso?
Vought International ha monopolizzato i social
Watch the tear-jerking music video for Crimson Countess’ CHIMPS DON’T CRY, now available exclusively on Voughtify! And be sure to visit Crimson Countess’ Chimp Country, a refuge where primates can run free in their cages, and perform every half hour on the hour. pic.twitter.com/qjzsncx679
— Vought International (@VoughtIntl) June 17, 2022
Vought International è la company farmaceutica che appare fin dalla prima stagione di The Boys: è l’azienda che non solo gestisce l’immagine dei Super (compresa quella dei Sette, ovviamente), ma che sottobanco diffonde il composto V per creare nuovi supereroi (e altrettanti super villain, come piace chiamarli a Patriota). Un’eminenza grigia che ha sempre mosso le fila degli antagonisti della serie (anche se nella terza stagione sta perdendo molto potere). Scoprire, quindi, che esiste una pagina social fittizia che riporta i pensieri dell’azienda, non solo direziona ancora di più il pubblico all’interno del background di The Boys, ma di fatto crea un altro piano di sviluppo della narrazione. Prendiamo come esempio due degli ultimi post Twitter pubblicati dalla compagnia di fantasia, che hanno due diverse funzioni: da un lato approfondire, come una sorta di extra, un elemento già visto in un episodio; dall’altro andare più a fondo nella trama, presentando una componente inedita che comunque ha delle basi nell’opera.
Nel primo caso ci stiamo riferendo al video musicale di Chimps Don’t Cry, il nuovo singolo cantato dalla Contessa Cremisi (uno dei nuovi personaggi). La canzone, che viene mostrata brevemente all’interno dell’episodio 2 della terza stagione accompagnando una scena particolarmente splatter, è una presa in giro diretta delle canzoni benefiche cantate dalle star del pop mondiale. In questo modo abbiamo la possibilità di sentire il pezzo nella sua interezza e osservare più da vicino il filmato, dove il trash regna sovrano. La donna si lascia andare ad una danza di rara bruttezza, esageratissima, riproducendo alcune pose da primate. Ma non finisce qui. La clip ci invita, tra l’altro, a visitare il rifugio delle scimmie promosso dalla Contessa, dove gli animali vivono in libertà (e si esibiscono solo ogni mezz’ora!). Ironia, demenzialità e critica si uniscono per lanciare un messaggio molto chiaro: i brani benefici sono troppo stucchevoli e falsi nella loro ipocrisia.
Nel secondo caso, invece, si prende a piene mani da un dettaglio di The Boys, nello specifico la stimolante intervista di Abisso nella prima puntata della terza stagione della serie, per andare ancora più a fondo di questo piccola storyline. Si scopre, quindi, che dopo essere diventata una figura televisiva di spicco e aver pubblicato un romanzo dove racconta la sua complicata relazione con la Chiesa della Collettività, il personaggio ha deciso di dedicarsi al mondo dei podcast con la sua trasmissione Deeper and Deeper, disponibile su Audible. Tale audio, dalla durata di 1 ora e 10, ha superato di una posizione l’audiolibro di Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne, tanto per rimanere in tema marino. Un elemento che non solo ci fa capire quanto il supereroe stia diventando mano a mano più popolare all’interno dello show, ma anche che si sta lanciando in altri lidi dell’intrattenimento che vanno così tanto di moda ai giorni nostri.
Ampliare e valorizzare la narrazione
Step aside, Jules Verne. We are proud to share that #DeeperAndDeeper, the groundbreaking interview with The Deep, has surpassed 20,000 Leagues Under the Sea on the @Audible_com charts. Listen to the splash hit now! pic.twitter.com/AiBUJkGgUZ
— Vought International (@VoughtIntl) June 15, 2022
Entrambi i post, in modi diversi, contribuiscono ad ampliare e valorizzare la narrazione di The Boys. Proprio in virtù del fatto che questi elementi di cui abbiamo parlato sono esterni alla trama principale, è chiaro che l’intenzione centrale degli autori sia quella di creare un universo il più verosimile e dinamico possibile, che si alimenta anche con interventi al di fuori del contenuto degli episodi. Il risultato di tale operazione è brillante sia perché dà la possibilità al pubblico di addentrarsi ancora di più nel mondo ideato da Eric Kripke, sia perché rafforza in modo raffinato e sottile l’impianto critico che, specialmente in questa terza stagione, ha intrapreso una direzione efficace e centrata rispetto al passato. Studiando il quadro d’insieme, tenendo conto della storia esplicita dell’opera e di queste ramificazioni social, ne esce un affresco approfondito sui personaggi e sugli eventi che accadono all’interno della serie, dando agli appassionati ancora più chiavi di lettura.