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    Home » Streaming » Ultime recensioni streaming » The Good Nurse, recensione: la corsia della morte

    The Good Nurse, recensione: la corsia della morte

    La recensione di The Good Nurse, thriller ospedaliero tratto da una storia vera e disponibile in esclusiva su Netflix.
    Max BorgDi Max Borg26 Ottobre 20223 min lettura
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    Eddie Redmayne e Jessica Chastain in una scena di The Good Nurse
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    La fascinazione di Netflix per il true crime continua, ma a questo giro non c’entra Ryan Murphy, che era già impegnato con altri progetti quando Tobias Lindholm, noto regista e sceneggiatore danese, si è messo a girare questo thriller basato sulla vera vicenda di Charles Cullen, di cui parliamo nella recensione di The Good Nurse. Un film che, prima di arrivare in streaming, ha avuto diritto ad alcuni passaggi in sala, tra cui proiezioni di gala ai festival di Toronto e Zurigo (quest’ultimo con annesso premio alla carriera per il protagonista maschile Eddie Redmayne).

    The Good Nurse

    Genere: Thriller
    Durata: 121 minuti
    Uscita: 26 ottobre 2022 (Netflix)

    Regia: Tobias Lindholm
    Cast: Eddie Redmayne, Jessica Chastain, Kim Dickens, Nnamdi Asomugha, Noah Emmerich, Malik Yoba

    La trama: un amico pericoloso

    Eddie Redmayne e Jessica Chastain in The Good Nurse

    Il film racconta le fasi finali dell’attività criminale di Charles Cullen, infermiere che nel 2003 fu arrestato dopo aver commesso almeno 29 omicidi (ma si stima che le vittime, confermate e non, fossero intorno a 400), tutti perpetrati sul posto di lavoro come perversa forma di eutanasia (o almeno quella era la giustificazione di Cullen). A causa dei controlli praticamente inesistenti, passò impunemente da un ospedale all’altro, operando senza impedimenti a partire dal 1988. L’inizio della fine si verificò quando una collega, Amy Loughren, cominciò a notare delle incongruenze nelle attività di Cullen (dato che a questo punto i dati erano anche disponibili sul computer), e con l’aiuto delle autorità decise di mettere fine a questo percorso costellato di cadaveri.

    Il cast: due infermieri di qualità

    Una scena di The Good Nurse

    Cullen ha il volto del premio Oscar inglese Eddie Redmayne, in pausa (permanente?) dagli animali fantastici e di ritorno nei ruoli più piccoli e drammatici che lo caratterizzano. Loughren è invece Jessica Chastain, che porta avanti il suo percorso a base di personaggi femminili forti tratti da storie vere. Al loro fianco, tra gli altri, due comprimari e caratteristi d’eccellenza come Noah Emmerich, al primo ruolo “cinematografico” dal 2017, e Kim Dickens, alla seconda partecipazione a un film Netflix nel 2022 dopo The In Between – Non ti perderò.

    Da Ippocrate a ipocrita

    Jessica Chastain in The Good Nurse

    La cosa principale che il film trasmette è una certa angoscia, la stessa veicolata un anno fa dalla serie televisiva Dr. Death, su un neurochirurgo famoso per aver mutilato praticamente tutti i suoi pazienti, uccidendone due. In entrambi i casi si tratta di allucinanti storie vere, di quelle che nessuno sceneggiatore sarebbe in grado di inventare di sana pianta senza farsi prendere in giro circa la scarsa verosimiglianza del soggetto, e a questo giro c’è il valore aggiunto della regia tesa di Tobias Lindholm, apprezzato regista e sceneggiatore danese (è il collaboratore abituale di Thomas Vinterberg, tra le altre cose) che ha già portato sullo schermo tragiche vicende realmente accadute con la recente miniserie The Investigation. L’impianto da thriller funziona, al netto di qualche semplificazione di sceneggiatura che sa un po’ di algoritmo in azione.

    Due attori agli antipodi

    Eddie Redmayne in The Good Nurse

    Dove però il progetto è penalizzato è nel contrasto fra i due interpreti principali: da un lato, Chastain conferma il suo status di importante presenza femminile nel cinema americano contemporaneo, affrontando la parte con sincera intensità; dall’altro, c’è un Redmayne eccessivamente impostato, artefatto, che toglie a Cullen ogni parvenza di umanità e passa tra i corridoi con espressioni telefonate da villain dozzinale. Con lui c’è lo squilibrio tonale tra dramma con ambizioni serie e thriller più esplicitamente pulp, ancora più evidente se si ricorda che Lindholm ha precedentemente diretto, per Netflix, episodi della serie Mindhunter. Un precedente che è ormai lontano anni luce, e che fa sentire sempre di più la sua mancanza.

    La recensione in breve

    6.0 Altalenante

    Jessica Chastain ce la mette tutta, e l'impianto thriller nel complesso funziona, ma la performance macchiettistica di Eddie Redmayne appesantisce in più punti l'operazione.

    • Voto ScreenWorld 6.0
    • Voto utenti (1 voti) 10
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