“Allora piccolo, pronto per un’avventura?”. Din Djarin sta parlando con il piccolo Grogu, all’interno del suo N1. Ed è davvero una grande avventura quella che vi raccontiamo nella recensione di The Mandalorian 3×02, il secondo episodio della stagione 3, dall’8 marzo, in streaming su Disney+. Dopo il preambolo del primo episodio, inizia il viaggio che porterà il Mandaloriano alle sue radici, nelle sue terre, un’esperienza in grado di redimerlo e di farlo rinascere a nuova vita. Con lui c’è Grogu, sempre più compagno di avventure e alleato fidato, non solo un bambino da accudire. Il secondo episodio conferma una stagione introspettiva e allo stesso tempo spettacolare: in questo caso è un’emozionante immersione nel suggestivo pianeta Mandalore. È un perfetto prodotto Star Wars.
The Mandalorian 3×02
Genere: Fantascienza
Durata: 40 minuti
Uscita: 8 marzo 2022 (Disney+)
Cast: Perdo Pascal, Katee Sackhoff, Amy Sedaris
La trama: Da Mos Eisley verso Mandalore e le Acque Viventi
L’episodio 2 della terza stagione di The Mandalorian inizia sull’hangar 3-5 dello spazioporto di Mos Eisley, dove troviamo Peli Motto (Amy Sedaris), la meccanica che abbiamo imparato a conoscere e ad amare nelle stagioni precedenti. Sta dando del lavoro a dei Java, quando dal cielo arriva Din Djarin (Pedro Pascal), con Grogu, sul suo N-1 di Naboo modificato. Sta cercando un pezzo per un droide, un circuito mnemonico per il suo IG-11. Gli serve un droide classificato speleologo per le miniere di Mandalore: dovrà capire se l’atmosfera è respirabile. Peli gli vende il suo scassato droide, R5. E così Din Djarin e Grogu iniziano il loro viaggio verso Mandalore, verso le miniere, alla ricerca delle Acque Viventi.
Vediamo Mandalore per la prima volta
“Un Mandaloriano deve conoscere le mappe e saperle usare”. È emozionato, Din Djarin, mentre spiega a Grogu che sta tornando a cada, a Mandalore, il pianeta dove tutto ha avuto inizio. Ma che neanche lui ha mai visto. Mando, infatti, è cresciuto su una luna vicino. Anche noi, come lui, vediamo il pianeta per la prima volta. Ed è emozionante. Di un verde smeraldo rilucente, Mandalore è un pianeta di cristalli, di rocce aguzze e appuntite. A un primo sguardo sembra la Krypton di Superman. Ma è un luogo ancora nuovo, e realizzato benissimo. Ed è inedito per il mondo della galassia lontana lontana dove si svolgono gli eventi. Ed è emozionante vedere quell’antico elmo di Mandalore, dove leggiamo i segni del passare del tempo.
Un viaggio nell’ignoto
Questo episodio di The Mandalorian è tutto un brillare di superfici, di riflessi, di bagliori. Quelli dei cristalli verdi del pianeta, quelli delle superfici cromate del caccia N-1 e della corazza di beskar del Mandaloriano. E ancora, il bagliore della spada oscura nel buio profondo delle miniere. Scendiamo accompagnati da fasci di luce verdastra che illuminano fioche, per quello che riescono a filtrare, i meandri delle miniere di Mandalore. L’episodio 2 della stagione 3 di The Mandalorian è una storia di esplorazione, di scoperta, di pericoli. È un viaggio nell’ignoto. Per il protagonista, e anche per noi.
Quegli echi di Alien
A un inizio carico di ironia e divertimento, quello nell’officina di Peli, segue una seconda parte molto più cupa, carica di tensione. Il mondo di The Mandalorian è ben piantato dentro quello di Star Wars. Eppure riesce a dialogare con altri immaginari della storia del cinema, come abbiamo visto anche nell’episodio 1 di questa stagione. Qui, nel profondo delle miniere, ci sembra di rivivere qualche sensazione che ci hanno dato i film della saga di Alien, e i vari Prometheus e Alien:Covenant. Spavento, azione, tensione: questo episodio ci regala anche tutto questo.
Questa un tempo era una civiltà bellissima
“Non è sempre stato così. Questa un tempo era una civiltà bellissima. Ora è una tomba. Era una grande società. Ora è solo un ricordo”. Sono le parole di Bo-Katan (Katee Sackhoff), una volta arrivata a Mandalore. C’è in tutto questo secondo episodio – e promette di essere una costante di tutta questa terza stagione – un senso di rimpianto, di nostalgia, di dolore per un mondo perduto che non può più tornare. È un sentimento che permea i personaggi di quella galassia. Ma è un sentimento umano, che tutti noi possiamo comprendere, che in tanti, anche nel nostro mondo, in quello reale, hanno provato.
Senza Credo che cosa siamo?
Bo-Katan parla a Grogu di Mandaloriani e Jedi, popoli che un tempo andavano d’accordo e combattevano insieme, gli parla della Forza. A Din Djarin invece parla della gente di Mandalore che combatte tra loro, per motivi che è difficile spiegare, di guerrieri che sono diventati deboli e facili da sconfiggere. L’Impero ha avuto gioco facile, e ha distrutto Mandalore per punire il suo popolo. La forza di una serie come The Mandalorian è anche nel riuscire a dipingere il ritratto di un popolo, la sua storia, le sue tradizioni, il suo Credo, la sua civiltà. È un popolo immaginario, ma sembra davvero che esista. Din Djarin ci crede. “Senza Credo che cosa siamo? La nostra gente è dispersa come stelle nella galassia. Senza Credo che cosa siamo?”
Conclusioni
Nella recensione di The Mandalorian 3x02 vi abbiamo parlato di un episodio che conferma una stagione introspettiva e allo stesso tempo spettacolare: in questo caso è un’emozionante immersione nel suggestivo pianeta Mandalore. È un perfetto prodotto Star Wars.
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Voto ScreenWorld