Volgarità, turpiloquio, adrenalina, splatter e, soprattutto, fiumi di sangue. Ma ha anche dei difetti. The Boys, adattamento per il piccolo schermo dell’omonimo fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson, non teme la spettacolarizzazione della violenza, ma la porta, anzi, al parossismo. Eric Kripke, creatore della serie, ha carpito l’anima dell’opera originale, realizzando un progetto ambizioso che ha già ampiamente superato le aspettative.
Dal 2019, le 3 stagioni attualmente disponibili deliziano lo spettatore, in virtù di una scrittura brillante, di un cast eccezionale e di un ritmo serratissimo. Riprendere il fiato è dura, tra la follia sempre più spietata di Patriota e i continui sotterfugi di Butcher. In un mondo in cui i supereroi sono i cattivi, un improbabile gruppo di sciagurati tenta di combattere i soprusi dei potenti, in una splendida metafora della realtà attuale. E chissà cosa ci aspetta nella quarta stagione! Per ingannare l’attesa, ecco 16 curiosità sulla serie The Boys.
1. Manifestanti in scena
Dalle riprese di The Boys, non ci si può che aspettare qualche spargimento di sangue. Tuttavia, l’entità di una scena in cui veniva rappresentata una carneficina non è piaciuta ad alcuni residenti di Toronto. L’anno scorso, durante le riprese della seconda stagione di una sequenza piuttosto inquietante a Mel Lastman Square, la gente del posto scese sul set a protestare.
Fu solo quando il consigliere cittadino, John Fillion, entrò in scena che la produzione fu effettivamente interrotta. Fillion dichiarò che veniva mostrato un supereroe che uccideva gli astanti, proprio a ridosso di un orribile attacco che si era verificato nella vita reale, nel 2018, nello stesso luogo delle riprese. Molti cittadini che abitavano nella zona si sentivano a disagio, trovando sgradevole la sequenza che veniva girata.
2. Il “piccolo” Hughie
Il disegnatore del fumetto di The Boys, Darick Robertson, aveva inizialmente concepito il personaggio di Hughie Campbell con le fattezze dell’attore britannico Simon Pegg (che ha rilasciato una dichiarazione particolare sulla quarta stagione).
Sulla carta, infatti, la somiglianza del personaggio con colui che avrebbe dovuto interpretarlo, è lampante. Al momento dell’adattamento su schermo, però, quello che avrebbe dovuto essere il “piccolo” Hughie aveva un’età troppo adulta perché potesse incarnare un ragazzo. La scelta è ricaduta, allora, su Jack Quaid, anche se Pegg non è stato estromesso dalla serie: presta il volto a Hugh Campbell, il padre di Hughie.
3. Allergie condivise
Nel settimo episodio della seconda stagione, viene rivelato che Black Noir ha un’allergia alla frutta a guscio. Nella puntata, Queen Maeve gli infila in gola una mandorla, che sembra ucciderlo, o almeno debilitarlo gravemente. I fan, però, sono tranquilli, perché l’attore Nathan Mitchell ha rivelato che sarebbe tornato nella terza stagione.
L’aspetto più interessante della scelta di rendere il supereroe allergico alla frutta secca è il fatto che non si tratti affatto di una decisione casuale. Nella vita reale, lo stesso interprete del personaggio ha una condizione simile. Quando si dice: l’arte che imita la vita!
4. Comunicazioni silenziose
Verso l’inizio della seconda stagione, Kimiko incontra suo fratello Kenji. La muta Kimiko è in grado di comunicare con lui usando il linguaggio dei segni. L’attrice Karen Fukuhara ha recentemente parlato con Insider dell’apprendimento di una forma specifica di linguaggio dei segni per l’episodio.
Fukuhara ha lavorato molto con l’esperta di linguaggio dei segni Amanda Richer per riuscire a interpretare in modo autentico il personaggio. La forma di comunicazione è stata creata appositamente per lo show e l’attrice la padroneggia perfettamente nella sua grande performance.
5. Problemi di guardaroba
Starlight non è felice nella prima stagione, quando la Vought la costringe a indossare come costume un abito attillato. A quanto pare, Annie non sembra essere l’unica ad avere problemi con la sua tuta. L’attrice Erin Moriarty ha parlato con Entertainment Tonight di come non sia stato facile indossare e sfilare l’abito.
Anche se la questione riguarda più la comodità fisica che gli standard morali, non sembra che lei si sia divertita molto a indossarlo sul set. Ha raccontato di come non sia stato facile andare in bagno in costume tra una ripresa e l’altra. Ha anche detto a Insider di come non si sia mai abituata a indossare l’abito e che abbia dovuto semplicemente rassegnarsi.
6. Cambio di genere
Aya Cash si è unita al cast di The Boys nella seconda stagione, nei panni di Stormfront, una super con un orientamento nazista. La sua performance ha reso il personaggio pieno di arguzia e umorismo, facendolo diventare ancora più diabolico e nascondendo efficacemente le sue vere intenzioni al pubblico. Sebbene si siano verificati molti cambiamenti nella sua personalità, una delle principali differenze apportate dall’adattamento televisivo è il cambio di genere.
Nel fumetto, Stormfront è maschio e la decisione di creare una figura femminile per lo show ha influito sull’alchimia tra tutti i personaggi. Patriota ha una rivalità con lei sia nei fumetti che nella serie, ma da donna, lei è in grado di controllarlo in un modo in cui un uomo non riuscirebbe. La loro relazione, sullo schermo, è molto più complessa, soprattutto quando diventano intimi l’uno con l’altra.
7. Un personaggio familiare
All’inizio della prima stagione, Starlight riceve un costume nuovo di zecca, disegnato appositamente per lei dalla sua costumista. La super, però, rifiuta di indossarlo perché non dà l’immagine che vuole lei ritrarre e la stilista è contrariata. Molti dei fedeli spettatori dello show hanno sottolineato che il personaggio della designer assomigli molto a un’amata figura Disney, Edna Mode, che ha un posto di rilievo sia in Gli Incredibili che nel suo sequel.
Edna porta grandi occhiali neri, un caschetto e ha una voce davvero particolare e memorabile, così come la costumista di Starlight. Alcuni fan hanno ipotizzato che il personaggio di The Boys sia un omaggio diretto a Gli Incredibili, principalmente perché entrambi i titoli rientrano nello spettro del genere dei supereroi.
8. La supremazia della Nuova Zelanda
Chiunque approcci per la prima volta la serie The Boys, converrà che Antony Starr dia la perfetta rappresentazione dell’americano fanatico X. Quindi, l’attore è americano, giusto? Sbagliato!
Sia lui che Karl Urban (interprete di Billy Butcher), infatti, hanno origini neozelandesi, essendo entrambi nati a Wellington. Mentre a Urban è stato affidato un personaggio britannico, a Starr è toccata l’incarnazione stereotipata dell’americano con delirio di onnipotenza.
9. “Le ragazze ce la fanno!”
Nel fumetto, i personaggi femminili sono rappresentati in modo molto diverso rispetto allo show. Nella serie c’è molto women power. Uno dei personaggi femminili più potenti dello show è Madelyn Stillwell, vicepresidente senior della gestione degli eroi della Vought. Interpretata da Elizebeth Shue, la donna è forte, autorevole e non ha paura di ottenere ciò che vuole. Nel fumetto, al contrario, il personaggio è un uomo di nome James. Sebbene altri personaggi femminili dello show siano presenti nella storia originale, la loro rappresentazione ha un impatto molto minore.
Uno degli esempi principali di questo è Starlight. Nello show, la super si oppone alla Vought e non ha paura di dire la sua sulle ipocrisie quotidiane alle quali assiste nel quartier generale. Nel fumetto, la sua figura è molto più monotona e le sue esperienze con le molestie vengono utilizzate come espediente per la trama, piuttosto che essere adeguatamente esplorate. La serie, dunque, ha il grande merito di aggiornare il fumetto in modo coerente e funzionale, con la rappresentazione femminile di cui esso ha sempre avuto bisogno.
10. La mancata regia di Seth Rogen
Secondo accordi iniziali, l’amato attore comico Seth Rogen avrebbe dovuto dirigere l’episodio pilota di The Boys. Lui e il suo partner di scrittura, Evan Goldberg, hanno co-creato l’adattamento televisivo di Preacher, un fumetto co-scritto dall’autore del fumetto di The Boys, Garth Ennis. Dopo aver scritto e diretto alcuni episodi di Preacher, sembrava che Rogen e Goldberg fossero la scelta perfetta per dirigere l’adattamento televisivo di The Boys.
Purtroppo, a causa di divergenze di programmazione, il duo ha abbandonato i ruoli di sceneggiatore e regista, restando comunque nella produzione esecutiva. Rogen e Goldberg sono stati sostituiti dal regista di 10 Cloverfield Lane, Dan Tractenberg. Sebbene Rogen (che ha anche spiegato perché il prodotto sia apprezzato anche dai fan Marvel) non abbia mai scritto o diretto un episodio di The Boys, è apparso come guest star nello show come una versione immaginaria di sé stesso.
11. Uno show depotenziato
Sebbene lo show dia una rappresentazione abbastanza gratuita del sesso e della violenza, in realtà, ciò che vediamo sullo schermo non è nulla in confronto ai fumetti, in termini di dissolutezza. Garth Ennis è famoso per opere che non si risparmiano quanto a contenuti controversi. Prima di The Boys, ha scritto The Punisher e Preacher, che dovrebbero essere un indizio piuttosto importante su quanto il suo concept sia veramente pieno di sangue e follia fuori dai limiti. Anche se la serie presenta tantissimi momenti scioccanti, il fumetto ritrae le sequenze più difficili in un modo che molto probabilmente non sarebbe nemmeno accessibile al pubblico televisivo.
Ad esempio, il sesso, nel fumetto, è mostrato in modo più grafico, con alcuni super impegnati in inquietanti incontri intimi che a volte portano alla morte. Anche le molestie di Starlight sono più invasive e disturbanti. Inoltre, la serie contiene le sue sequenze cruente, ma sono sempre contestuali alla trama, mentre il fumetto mostrerà sangue e viscere gratuitamente, ogni volta che ce ne sarà occasione. Lo show si basa maggiormente sull’umorismo pungente e satirico, mentre, nella versione sulla carta, le gag sono più grossolane e imperniate sui fluidi corporei.
12. Un bagno di sangue
I fan di questa serie iper-violenta molto probabilmente non sarebbero sorpresi di apprendere che, sul set, scorressero tonnellate di fluido rosso vischioso (che continuerà a farla da padrone anche nella quarta stagione, come preannunciato dal trailer), ma la quantità effettiva è davvero scioccate. Secondo Laz Alonso, che interpreta Latte Materno, è stato utilizzato così tanto sangue finto che alcuni attori ne sono rimasti coperti per due settimane intere.
Alonso ha detto che è stato necessario un processo di circa due ore per applicare il sangue sui corpi degli attori. Jack Quaid, interprete di Hughie, sarebbe rimasto inzuppato di sangue per tre ore con una temperatura di 40 gradi, quando hanno girato la sequenza che si svolgeva all’interno di una balena. L’attore ha anche rivelato a Fault che, nella prima stagione, avrebbero staccato non appena il sangue gli fosse stato gettato addosso, quindi ha avuto occasione di ripulirsi piuttosto rapidamente. Nella seconda stagione, invece, ha dovuto recitare coperto di sangue per periodi di tempo più lunghi.
13. Passaggio di testimone
Anche se Amazon ora sembra la piattaforma perfetta per questo show, non è sempre stato il piano del gigante dello streaming mandarlo in onda. Tre anni prima, Eric Kripke lanciò e vendette l’episodio pilota della serie a Cinemax, ma prendere in carico l’intera produzione sarebbe stato un grosso problema, per il canale televisivo. Alla fine, Cinemax ha rivelato a Kripke di non avere il budget per produrre la serie.
Lo showrunner ha dichiarato a Business Insider di essere felice che l’azienda sia stata trasparente, piuttosto che produrre un adattamento che non aveva intenzione di realizzare. Sembra che Kripke volesse che la serie superasse quanti più confini possibile, e Amazon era molto più propensa a farlo. Poco dopo che Cinemax ha trasmesso il pilota, Amazon l’ha acquisita, con l’intento di creare contenuti per un pubblico più ampio, concedendo a Kripke quasi carta bianca.
14. Ambientata a New York… ma senza New York
Sebbene lo show sia ambientato nella città che non dorme mai, in realtà non è stato girato a New York. La maggior parte della serie è collocata a Toronto. Anche se le riprese non si svolgono effettivamente lì, è difficile dire che le sequenze non riescano a dare un’idea di come sia New York.
Le inquadrature sono state studiate ad hoc per far sì che Toronto catturi perfettamente l’essenza della Grande Mela. Tuttavia, se uno spettatore ha un buon senso dell’orientamento, potrebbe essere in grado di accorgersi di questo piccolo sotterfugio, prestando un po’ di attenzione ai dettagli.
15. Una chimica perfetta
Nonostante sia evidente che i membri del cast abbiano un’ottima chimica tra loro, è interessante apprendere che, prima delle riprese, non si conoscessero. Questo avrà giocato un ruolo non indifferente nella cooperazione degli attori.
Il fatto di non avere preconcetti gli uni nei confronti degli altri, ha fatto sì che potessero identificarsi semplicemente nei loro personaggi. Fortunatamente, non solo da un punto di vista lavorativo, ma anche nella realtà, la maggior parte dei membri del cast sembra andare d’accordo, sebbene gli interpreti abbiano lavorato insieme solo in questa serie.
16. Composto V per tutti
Qui ci ritroviamo nell’ambito delle differenze rispetto al materiale originale e sicuramente quello che salta maggiormente all’occhio (e che probabilmente porterà lo show a un finale completamente diverso) è la natura del composto V momentaneo e il suo utilizzo (attenzione ora faremo degli spoiler sulla terza stagione). Nella suddetta stagione della serie tv, infatti, Butcher e Hughie si iniettano un V sperimentale e temporaneo che li dota di incredibili poteri, come i super, dando loro l’occasione di affrontare Patriota ad armi pari, ma il caro e spietato Billy svilupperà una malattia mortale che dovrà certamente affrontare nella quarta stagione.
Il fumetto da questo punto di vista è diverso e, in qualche modo, anche più superficiale. Questo perché il V temporaneo viene assegnato sin dal primo istante a tutti i Boys, permettendo loro di avere, però, soltanto la superforza e senza alcun effetto collaterale. L’espediente permette, quindi, ai protagonisti di rappresentare una vera e propria minaccia per Patriota nel corso di tutta la storia, incutendo timore nei super e ponendoli, però, sul loro stesso piano.
Nella serie tv, probabilmente, è stato deciso di compiere una separazione netta e decisa sulla differenza tra essere un umano e un super. I protagonisti devono farcela con le loro forze, senza restare corrotti dal potere e facendo da contraltare fisico e morale rispetto all’antagonista. Una scrittura di fino quella della serie che non ci fa sentire la mancanza di uno degli aspetti più belli dell’opera originale.