David Harbour nelle scorse ore ha parlato dell’imminente quinta e ultima stagione della serie virale di Netflix Stranger Things, il cui finale è in preparazione da quasi un decennio. “La cosa divertente è che quando ho iniziato la serie, non avrei mai voluto che finisse. È per questo che amo la serie“, ha dichiarato Harbour a Discussing Film. “Penso che sia un grande show, anche se non ne facevo parte. Ora sono passati quasi nove anni dalle riprese della prima stagione e penso che sia arrivato il momento di finirla. Ma è, ovviamente, molto dolceamaro. C’è una certa tristezza“.

Harbour ha poi continuato: “Ma è anche vero che siamo tutti cresciuti. È tempo per noi di lasciare il nido e provare altre cose e progetti diversi. E di lasciare che anche i fratelli Duffer provino cose diverse. Voglio dire, quei ragazzi sono così talentuosi. Voglio vedere cosa si inventeranno. Quindi è dolceamaro, ma è decisamente arrivato il momento“. Ad ogni modo i fratelli Duffer hanno già in cantiere diversi spinoff di Stranger Things, inoltre hanno rivelato che la loro proposta per l’ultima stagione della serie ha fatto piangere i dirigenti di Netflix.

Harbour, che quest’estate dovrà conciliare le riprese di Stranger Things con l’imminente film del MCU Thunderbolts, ha aggiunto che la serie di Netflix “doveva andare” poiché il suo giovane cast sta invecchiando. “Dobbiamo andare avanti perché i bambini stanno crescendo, dobbiamo girare questa cosa!”. Ha ricordato Harbour. “Poi è arrivato ‘Thunderbolts’ ed ero terrorizzato. Pensavo: “Oh Dio, se queste cose non funzionano e non posso farne una?”. Fortunatamente, i produttori di entrambi hanno fatto in modo che funzionasse. Hanno fatto di tutto per farle funzionare, ma questo significa che dovrò fare avanti e indietro tra i set di Atlanta, con questo programma folle“.

Harbour ha precedentemente ipotizzato cosa i fratelli Duffer potrebbero avere in serbo per il suo alter ego Hopper di Stranger Things, chiedendosi se il personaggio troverà mai la sua meritata pace. “Ma la vera domanda da porsi è: i Duffer sono dickensiani? O sono kafkiani?“. Ha detto Harbour. “Credono nella grande cena a base di tacchino alla fine di ‘A Christmas Carol’? Me lo chiedo anch’io, sapete? Sono molto curioso di vedere come si svolgerà“.

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Nato ad Alessandria nel 1991, Andrea Venuti è un critico e saggista cinematografico nonché professore di Storia dell'arte. Attualmente collabora, in qualità di redattore, con tutte le realtà editoriali legate a Digital Dreams S.r.l (da ScreenWorld a CinemaSerieTv). Nel 2019 ha conseguito la laurea magistrale in Cinema e Media (110 e Lode) ed attualmente sta per ultimare un master di I livello in Discipline Artistiche. Dal 2014 ha iniziato a scrivere di cinema (specializzandosi in cinema asiatico) per diverse testate web e cartacee (FilmTv.it, Hong Kong Express, Movieplayer, Everyeye, Cina in Italia). Nel 2021 ha poi pubblicato per Profondo Rosso il saggio: John Woo e il crime movie di Hong Kong. Sempre nel 2021 è stato invitato, in qualità di ospite, al prestigioso Far East Film Festival di Udine (il festival cinematografico asiatico più importante d'Europa).