Squid Game The Challenge ha scatenato polemiche per l’emergenza medica scattata durante il reality show. La serie tv sbarca nella realtà e durante uno dei giochi sono dovuti intervenire i paramedici. Intanto Netflix ha voluto specificare che non è successo niente di grave e che la situazione è sempre stata sotto controllo.

Il The Sun ha specificato come durante le riprese nel Regno Unito dei celebri giochi, portati nel mondo reale, sia stato necessario l’intervento dei medici. Pare che il problema sia stato legato all’ondata di freddo che ha colpito il set durante il gioco conosciuto in Italia come “Un, due, tre… stella”. Un uomo avrebbe sbattuto una spalla procurandosi un problema fisico mentre gli altri due che hanno richiesto l’intervento dei medici sono stati colpiti da disturbi per il freddo.

La produzione aveva fornito ai 450 concorrenti degli scaldamani e indumenti termici per tutta la durata delle riprese, ma le temperature negli studios a nord di Londra sarebbero scese sotto lo zero. Al tabloid britannico una fonte anonima avrebbe poi specificato: “Alcune persone non riuscivano a muovere i piedi per il freddo. Si poteva sentire qualcuno gridare al medico. Siamo rimasti trenta minuti fermi tra un take e l’altro”.

É sceso in campo direttamente un portavoce di Netflix che ha parlato a Variety sottolineando la cura verso i concorrenti di Squid Game The Challenge: “Faceva molto freddo sul set, i concorrenti però erano preparati a tutto. Qualsiasi voce di gravi danni è assolutamente infondata”.

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Nato a Roma nel 1986, Matteo Fantozzi è direttore editoriale di alcune testate giornalistiche che si occupano di sport, spettacolo e cinema tra cui JuveLive.it e CheMusica.it. Per anni redattore de IlSussidiario.net è autore di decine di saggi cinematografici come "Gabriele Muccino, il poeta dell'incomunicabilità" e "La bibbia di Scream". Autore di numerosi cortometraggi, tra cui "Perverso Stato Mentale", sta lavorando anche a diversi documentari. In passato ha collaborato come responsabile del backstage di corsi cinematografici tenuti da Sergio Rubini e Michele Placido.