Kevin Spacey è stato condannato a risarcire la produzione di House of Cards, serie dalla quale era stato licenziato in seguito alle accuse di molestie sessuali sul set. L’attore dovrà pagare alla MRC 31 milioni di dollari, per aver causato forti disagi e una perdita economica.
I giudici hanno stabilito che Spacey dovrà risarcire lo studio dietro la serie Netflix perché da parte dell’attore c’è stata una violazione dei termini contrattuali stipulati con MRC. La sentenza risale ad un anno fa, ma era rimasta riservata fino ad adesso, quando a Spacey è stato negato l’appello.
“Kevin Spacey ha violato il contratto con MRC causando allo studio perdite per decine di milioni di dollari” spiega la sentenza. I giudici sottolineano che lo studio si è visto costretto a licenziare l’attore a causa delle rivelazioni sulle molestie sessuali che avrebbe perpetrato, perdendo “decine di milioni di dollari”.
“MRC è stata costretta a interrompere la produzione della sesta stagione di House of Cards” – prosegue la sentenza – “riscrivere la sceneggiatura dei nuovi episodi cancellando il personaggio di Spacey”. Lo studio inoltre, dovette dimezzare il numero di episodi per rispettare i tempi di produzione e consegna.
La carriera di Kevin Spacey ha subito una brusca battuta di arresto quando l’attore Anthony Rapp lo accusò di aver fatto delle avance sessuali nei suoi confronti quando aveva solo 14 anni. Spacey provò a scusarsi tempestivamente e al tempo stesso fece coming out, ma questo non bastò, perché si fecero avanti altre persone che accusarono l’attore di molestie.
Kevin Spacey, ritrovatosi senza ingaggi (Ridley Scott lo sostituì last minute per il suo film Tutti i soldi del mondo, cancellando le scene che l’attore aveva già girato), tornò a farsi vivo la vigilia di Natale del 2018 con un video provocatorio. La scorsa estate l’attore è tornato sul set del nuovo film di Franco Nero, L’uomo che disegnò Dio, le cui riprese si sono svolte proprio in Italia, a Torino.