Esiste un tipo di comicità che non ti fa ridere a crepapelle, ma ti costringe a guardare tra le dita, come se stessi assistendo a un incidente al rallentatore. Ti senti a disagio, imbarazzato, quasi fisicamente costretto a distogliere lo sguardo. Eppure, non riesci a smettere di guardare. Benvenuti nel mondo della cringe comedy, quella forma d’arte televisiva che ha trasformato l’imbarazzo in una delle esperienze più memorabili e paradossalmente divertenti della televisione moderna.
La comicità del disagio affonda le sue radici nella televisione britannica, dove personaggi come David Brent e Alan Partridge hanno pioneristicamente esplorato il territorio dell’umiliazione sociale. Ma nel corso degli anni, questa particolare sensibilità comica si è evoluta, contaminando anche la televisione americana e creando un sottogenere ricchissimo di sfumature, capace di mescolare risate nervose, empatia dolorosa e un pizzico di sadismo voyeuristico.
1. The Larry Sanders Show (1992-1998)

The Larry Sanders Show rappresenta uno dei primi e più sofisticati esperimenti di cringe comedy nella televisione statunitense. Quando molti suoi colleghi stavano ottenendo i propri talk show notturni, Garry Shandling ebbe l’intuizione geniale di creare una sitcom su una versione di se stesso diventata conduttore televisivo. La serie è una satira chirurgica dell’assurdità dell’industria dell’intrattenimento, raccontata attraverso il dietro le quinte di questo show.
La brillantezza dello show sta nella dicotomia perfetta tra il Larry Sanders che appare in onda, divertente, affabile, carismatico, e il relitto nervoso e profondamente insicuro che è quando le telecamere si spengono. Le sue interazioni dolorose con ospiti celebri e dirigenti di rete sono una masterclass nell’arte di rendere l’imbarazzo assolutamente esilarante. Shandling non si limita a sfiorare l’awkwardness, ci si tuffa dentro a capofitto.
2. Fleabag (2016-2019)

Fleabag è nato come spettacolo teatrale a una sola donna, ma quando Phoebe Waller-Bridge ha portato il personaggio in televisione, l’ha scatenato in un mondo pieno di altre persone con cui interagire, e il risultato è stato esplosivo. Il ritratto di questa donna ventenne senza direzione che naviga la società moderna è al tempo stesso universale e assolutamente unico. Fleabag è egoista, libera, piena di rabbia e profondamente insicura.
Non esiste nessun altro personaggio televisivo come lei. È un disastro ambulante con un carattere esplosivo e uno spirito bohémien, e vederla interagire con gli altri è tanto esilarante quanto scomodo. La sua capacità di rompere la quarta parete e parlare direttamente al pubblico non fa che amplificare la comicità del disagio, creando una complicità tra lei e lo spettatore che rende ogni momento imbarazzante ancora più intenso.
3. I Think You Should Leave with Tim Robinson (2019-2023)

I Think You Should Leave with Tim Robinson rappresenta forse l’apice contemporaneo della cringe comedy nella sua forma più pura e distillata. Tim Robinson ha fatto il suo apprendistato come sceneggiatore per Saturday Night Live, ma il suo senso dell’umorismo peculiare e straniante ha potuto davvero fiorire solo quando ha creato il suo show personale. Le sue idee migliori sono troppo oscure, contorte e fuori dagli schemi per funzionare in SNL, ma hanno trovato la loro dimensione perfetta nel suo format.
Ogni sketch di I Think You Should Leave parte da una premessa strana ma semplice: una visita guidata a una casa infestata dove si incoraggia la gente a bestemmiare, un cliente di un diner che asseconda la bugia di un padre sul gelato. E poi Robinson continua semplicemente a far escalare la situazione verso vette sempre più folli e assurde. È un capolavoro di disagio programmato.
4. The Day Today (1994)

Alan Partridge è un’icona della comicità britannica da quando ha debuttato come commentatore sportivo in The Day Today. Ha poi condotto il suo disastroso chat show, Knowing Me Knowing You, facendo morire di imbarazzo il pubblico a ogni passo. Ma la sua sitcom, I’m Alan Partridge, ci ha portato dietro le quinte per mostrarci che Alan è ancora più goffo nella sua vita personale di quanto non lo sia in quella professionale.
In appena due stagioni di I’m Alan Partridge, Alan licenzia l’intero suo staff, si ritrova coperto di mousse al cioccolato durante il sesso, ha un crollo nervoso davanti agli ispettori fiscali, viene fisicamente aggredito dal suo fan più grande e recita l’intera sequenza di apertura di The Spy Who Loved Me. La serie ha rivelato che, paradossalmente, Alan in onda era in realtà la sua versione migliore.
5. The Comeback (2005-2014)

The Comeback vede Lisa Kudrow, eternamente associata al ruolo di Phoebe Buffay in Friends, cimentarsi in una commedia molto meno spensierata, molto meno mainstream e infinitamente più cringy. La serie segue una star di sitcom sul viale del tramonto che tenta di far rinascere la propria carriera. Assume una troupe cinematografica per documentare il suo comeback, e loro catturano ogni calamità che le capita sulla strada verso il ritorno al successo.
The Comeback è presentato come found footage, quindi ogni gag imbarazzante è mostrata nella sua forma più pura, diretta e dolorosa. Quando Valerie porta la sua troupe nell’ufficio di Paulie G, lo sceneggiatore suo rivale, nel tentativo di riconciliarsi, lo sorprende involontariamente con una sex worker, e le telecamere catturano tutto in dettagli agonizzanti.
6. The Inbetweeners (2008-2010)

The Inbetweeners rappresenta un controveleno perfetto alla tendenza di molte serie adolescenziali di romanticizzare l’esperienza del liceo. Mentre Euphoria fa sembrare la scuola superiore un videoclip sexy e drogato, The Inbetweeners cattura autenticamente quanto possa essere noiosa, poco spettacolare e decisamente umiliante. In un periodo in cui Skins sensazionalizzava la vita adolescenziale nella televisione britannica, The Inbetweeners è arrivato con un approccio molto più realistico.
Will, Simon, Jay e Neil sono gli adolescenti più riconoscibili della televisione. Il modo in cui si prendono costantemente in giro e si denigrano, ossessionati dal sesso e con battute volgari e infantili, è un promemoria doloroso di come fosse davvero essere di quell’età. Ma c’è anche una dolcezza di fondo nella serie. Per quanto si sfottano, è chiaro che si vogliono bene.
7. Nathan for You (2013-2018)

Nathan For You porta la cringe comedy in territori quasi documentaristici. Nessun altro in televisione è così a suo agio nell’immergersi completamente in situazioni imbarazzanti quanto Nathan Fielder. Nella serie, Fielder va di attività in attività, cercando di incrementare le loro vendite con trovate di marketing non convenzionali. Alcune di queste idee sono genuinamente buone, come installare un rilevatore di bugie in un’officina per dare tranquillità ai clienti, ma la sua personalità goffa emerge sempre.
Nel corso dei suoi schemi, Nathan incontra un uomo che beve l’urina di suo nipote, fa curare le sue emorroidi da un esorcista professionista e organizza un’orgia con pornostar per testare una scatola insonorizzata che permetterebbe ai genitori di fare sesso con i figli nella stanza. E in qualche modo, Nathan è perfettamente a suo agio in questi scenari. È questa sua imperturbabilità di fronte all’assurdo che rende tutto ancora più scomodo.
8. The Office UK (2001-2003)

The Office nella sua versione britannica originale ha portato la cringe comedy a livelli quasi insopportabili di realismo. Certo, anche il remake americano aveva la sua dose di momenti imbarazzanti: la cena infernale di Michael e Jan, il disastroso matrimonio di Phyllis, l’intera vicenda di Scott’s Tots. Ma nulla si avvicina alla dolorosa autenticità dell’originale britannico. La sola charity dance di David Brent è uno dei momenti più cringy nella storia della televisione.
La versione UK di The Office ha fatto un lavoro migliore nel catturare la sensazione mondana di un ufficio illuminato da luci al neon, quindi tutte le situazioni più imbarazzanti sembravano orribilmente reali. Quando David finge di licenziare Dawn, o accidentalmente dà una testata a un intervistato, o fa una valutazione amara a Tim, tutto sembra un po’ troppo realistico per stare comodi.
9. Curb Your Enthusiasm (2000-2024)

Curb Your Enthusiasm rappresenta il culmine dell’evoluzione di Larry David nell’esplorazione della comicità del disagio. Se in Seinfeld aveva flirtato con la cringe comedy, soprattutto attraverso le meschine avventure di George Costanza, in Curb ci si è tuffato completamente. Essendo su HBO, lo show ha potuto esplorare tematiche molto più oscure e rischiose di quanto Seinfeld potesse mai fare sulle frequenze di NBC, e David ha fatto pieno uso di quella libertà creativa.
Nel corso della serie, Larry si ritrova a inventare una storia a un gruppo di supporto per sopravvissuti all’incesto, a rubare fiori da un memoriale stradale e a fuggire su per una scala per scappare da una persona in sedia a rotelle. Le telecamere a mano, i dialoghi improvvisati e il concetto di attori che interpretano versioni di se stessi creano un’atmosfera di autenticità che rende ogni momento imbarazzante ancora più penetrante. Larry David ha dimostrato che l’imbarazzo, quando orchestrato con precisione chirurgica, può diventare la forma più pura di intrattenimento televisivo.