Ana de Armas riflette sulla sua esperienza in Blonde di Andrew Dominik, tratto dall’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates, in cui interpreta Marilyn Monroe, icona femminile del cinema classico hollywoodiano. De Armas, in una lunga e accorata intervista per il Sunday Sitdown Podcast, registrata nell’autunno 2022, riconosce il valore assoluto del proprio lavoro, lanciando nel contempo una decisa provocazione: “Sono fiera del risultato che ho ottenuto, credo di aver ricreato qualcosa di autentico, che emozionerà la gente. Blonde è un ottimo film, proprio perché quello che ci ho messo dentro è autentico; ma allo stesso tempo rappresenta qualcosa di molto diverso dalla vera Marilyn; se volete conoscerla davvero, non dovete guardare questo film; dovete andare a vedere uno dei suoi.”
Continua l’attrice: “Noi abbiamo cercato di essere aderenti ai fatti, ma abbiamo cercato soprattutto di rispettare le sue emozioni, cercando di concentrarci sulle sue emozioni: questo film non è un vero e proprio biopic, ma è un film onesto dal punto di vista emotivo; il film ci presenta l’idea stereotipata di cosa sia il successo, il glamour, ma anche l’altra faccia della medaglia, il prezzo che si paga per avere questi privilegi.”
L’esperienza nei panni di Marilyn Monroe ha offerto ad Ana de Armas la possibilità di comprendere a fondo una figura di cui conosceva poco o nulla. “Sono cubana, non sapevo molto di lei prima di essere scelta per la parte, e prepararmi alle riprese è stato prima di tutto un lungo processo di scoperta, che si è rivelato davvero rivelatore; ora io mi sento molto protettiva nei suoi confronti, è difficile dover costantemente interpretare una parte, o peggio dover sempre essere in grado di dare agli altri quello che vogliono da te; è come guardarsi attraverso uno specchio infranto, ma quell’immagine deve comunque restare intatta; spero di aver restituito nel modo giusto il peso della pressione esercitata dai media su di lei, la pressione di dover mantenere una certa immagine pubblica, diversa da quella privata; in un certo senso Norma Jean parlava di Marilyn in terza persona, quasi volesse tenerla a distanza o rifiutarla, eppure sapeva di avere bisogno di lei, di non poter andare avanti senza di lei; un rapporto di odio – amore, insomma; lei lottava ogni giorno per essere considerata un’attrice vera, a tutto tondo, ma tutti volevano solo Marilyn, l’oggetto, e lei ha dovuto continuare a dare al pubblico quello che il pubblico voleva, perché l’alternativa sarebbe stata semplicemente il nulla; lei non era considerata nient’altro che questo.”
L’attrice prosegue offrendo una chiave di lettura personale delle tribolazioni di Marilyn: “La prima volta che ho letto il copione ho pensato: “Ma questo è un film dell’orrore!”, e in un certo senso è vero: nella sua vita, ha sempre cercato solo di sopravvivere, e in alcuni momenti, si è trovata davvero in situazioni orribili, da cui doveva uscire indenne, ma in altri casi, quasi inconsciamente, creava lei stessa situazioni negative, perché voleva essere salvata; per lei questa era una sensazione familiare, era ciò che voleva; a volte si vuole attenzione, se ne ha bisogno, sia essa sotto forma d’amore, desiderio, successo. Alla fine, quello che voleva era semplicemente essere vista.”
Interpretare una delle più grandi icone del cinema, dietro la cui facciata si nascondeva dunque una donna fragile e insicura, ha rappresentato per Ana de Armas una sfida a tratti davvero probante: “L’ho interpretata per 9 settimana, ed è stato estenuante; non oso immaginare cosa abbia significato essere Marilyn Monroe per 36 anni di vita; Il film è davvero intenso, pieno di oscurità, per 9 settimane sono rimasta dentro al personaggio, con tutta me stessa, ed è stato molto pesante; ero triste, quindi cercavo di bilanciare questo sentimento, cercando di divertirmi sul set, dove tutti eravamo felici per quello che stavamo portando a termine; Andrew, durante le riprese, mi ha dato un consiglio che mi sono portata dietro fino alla fine: “Non puoi usare la rabbia e l’ira; a lei non era concesso… puoi scegliere qualsiasi sentimento dentro di te, ma non questi due”, e questo mi è molto servito per cogliere meglio l’essenza del personaggio; sono riuscita ad usare quello che provavo dentro di me e trasferirlo dentro di lei; la mia timidezza, la mia insicurezza sull’accento, la sensazione di essere costantemente osservata; Andrew mi diceva sempre che quella era la strada giusta, e avrei dovuto continuare, per quanto la cosa fosse spossante; non ho mai avuto così tanta libertà nell’utilizzare i miei sentimenti e le mie emozioni; ogni volta che mi sentivo stretta con le spalle al muro, e dovevo trovare un modo per andare oltre, cercavo di tirare fuori qualcosa da dentro che mi permettesse di cogliere meglio la verità e l’umanità nascoste in questa donna, cui nessuno prima d’ora aveva mai posto attenzione.
L’interpretazione di Marilyn Monroe ha fruttato ad Ana de Armas una nomination agli Oscar 2023 come Miglior attrice non protagonista: le premiazioni si terranno nella serata (americana) di domenica 12 marzo.