Zerocalcare è protagonista della mostra di Milano alla Fabbrica del Vapore dove verranno presentate 500 tavole originali oltre a video, illustrazioni e bozzetti dove condividerà con tutti la sua vita. Il noto fumettista classe 1983 di Arezzo ma romano di Rebibbia al 100%, si racconta in una lunga intervista a Repubblica. Per lui si tratta della prima mostra e si intitolerà “Dopo il botto” non a rappresentare la sua esplosione artistica bensì cosa è arrivato dopo la triste desolazione del Covid.
Michele Rech, questo il suo nome di battesimo, specifica: “Il Covid ci ha dato la grande possibilità di ripensare alla società, di tirarne fuori uno spirito diverso che fosse più attento agli altri e alla collettività. Tutto questo però non è accaduto”. Parole forti quelle di Zerocalcare che sempre si è speso, nei suoi racconti, per tirar fuori l’emarginazione soprattutto delle periferie. Il successo non l’ha cambiato, tanto che più volte lui stesso ha detto di non aver né cambiato casa né giro di amicizie.
Cosa è cambiato dopo questo periodo in lui? “Ascolto il bullismo che si è moltiplicato. Ieri hanno pubblicato una fake news dove scrivevano che sarei andato alla finale dei Mondiali in Qatar. Molti ci hanno creduto. Loro si divertono in questo modo con scherzi che mi mettono in grande difficoltà“.
Zerocalcare ha poi parlato della mostra specificando: “Ci sono molte cose divisive, soprattutto per il pubblico che mi ha conosciuto per Strappare lungo i bordi la serie Netflix. Ho provato a mettere tutto nella maniera più onesta possibile, senza edulcorare nulla e fedele all’idea che come quando incontri le guardi e ti dicono di tirare fuori quello che hai riferendosi al fumo, perché se te lo trovano loro è peggio, questa mostra l’ho affrontata con lo stesso spirito”.