Torniamo indietro nel tempo, fino all’epoca del mito e delle leggende, con la recensione di Wonder Woman: Historia, attesissimo volume che narra la genesi del popolo delle Amazzoni e la nascita di Diana di Themyscira, uno dei tre pilastri portanti dell’universo DC Comics.
Wonder Woman: Historia – Le Amazzoni
Genere: graphic novel
Pagine: 232 pagine
Editore: Panini DC Comics
Artisti: Phil Jimenez, Gene Ha, Nicola Scott, Hi-Fi, Arif Prianto, R. Fajardo Jr, Wesley Wong, Annette Kwok
Riscrivere il mito, in chiave moderna
Nel corso degli anni abbiamo letto tantissime origin story dei nostri personaggi preferiti; a volte si trattava di reboot, altre volte di elseworld, persino di retcon, in caso di stravolgimenti di continuity.
Ma quello che ci troviamo tra le mani è un’opera decisamente più singolare perché non è direttamente la storia della nascita della principessa Diana, conosciuta da tutti come Wonder Woman, quanto invece del suo stesso popolo, ai tempi del mito.
Kelly Sue DeConnick, già nota per aver reso Carol Danvers la nuova Capitan Marvel nel 2012 e aver rilanciato fortemente il personaggio, al suo passaggio in DC Comics si cimenta in un’impresa decisamente perigliosa: tornare indietro fino all’epoca del mito e della magia degli Dei dell’Olimpo, dei poemi classici e di una mitologia divenuta talmente iconografica da rappresentare quasi un genere a sé stante e di raccontare l’emancipazione femminile rappresentata dalla nascita delle Amazzoni.
Materiale tutt’altro che banale, impresa non da poco, anche per una creativa con grandi successi sul proprio curriculum.
Del progetto si era parlato parecchio ai tempi dell’annuncio, ma recentemente dopo che James Gunn ha svelato i piani della sua gestione per DC Studios ed in particolare della serie Paradise Lost (ambientata proprio prima delle vicende di Wonder Woman e con protagoniste le Amazzoni di Themyscira), questo titolo è riaffiorato di nuovo, visto che potrebbe rappresentare una possibile fonte di ispirazione per la futura serie tv assieme al più diretto (lo dice anche il titolo) Paradise Island Lost realizzato da Phil Jimenez e dal compianto George Perez.
E guarda caso Phil Jimenez è proprio il main artist (aspetto su cui ci concentreremo dopo) di questa mini serie in 3 uscite raccolta in volume unico da Panini DC Comics in Italia.
Come nasce una leggenda
Il fumetto si apre con la celebrazione delle sei dee dell’Olimpo: Estia, sovrana del fuoco e del focolare, Artemide, custode e protettrice di tutto ciò che è selvatico e della caccia, Demetra a cui si devono i raccolti, i frutti e la generosità, Ecate, divinità del sogno, dell’occulto e della morte, Afrodite che incarna la bellezza, il desiderio e il piacere ed Atena dea della saggezza e dell’intelletto (non sempre coincidenti).
Nonostante la loro condizione di divinità tutte constatano quanto l’egemonia maschile per loro sia a dir poco asfissiante. Divine, adorate ma non onnipotenti, di certo non quanto Zeus, dio della giustizia e del fulmine che punisce e i suoi figli e fratelli Ares, Apollo, Hermes, Dioniso.
Per non parlare delle donne sulla Terra, schiavizzate, stuprate, sottomesse e umiliate in ogni maniera possibile; fonte di vita eppure ridotte a strumenti di riproduzione.
Il loro tentativo di farsi ascoltare da Zeus chiedendo un cambiamento, non nascondendo i canini, non sortisce alcun risultato. Per Zeus la giustizia è il suo volere, indiscutibile. Le donne non saranno mai al pari degli uomini e ci sarebbe persino uno scopo in tutto questo. Vale per le mortali sulla Terra, vale per le dee dell’Olimpo. Tale è il destino riservato a chi nasce femmina.
Ma questo anziché scoraggiare le dee diventa la classica scintilla che dà inizio alla ribellione. Una ribellione nata nell’ombra, in segreto, per dichiarare all’universo stesso la propria libertà e indipendenza.
Demetra, Atena, la giovane Artemide, Afrodite, Estia ed Ecate decidono di privarsi di una parte di loro stesse, di un frammento di essenza divina, da piantare sulla Terra per dare origine ad un nuovo popolo, le proprie figlie che erediteranno i segni e le caratteristiche delle loro madri celesti, prive del gioco maschile e con un’unica missione, quella di difendere le proprie sorelle nel mondo.
Nascono così Pentesilea, prima figlia di Demetra, la possente Io della stirpe di Estia, la tenebrosa Menalippe, figlia di Ecate, Hellena nella sua armatura splendente donata da Atena, la splendida Pythia di Afrodite incarnazione e Antiope, dei boschi di Artemide. Ognuna di loro primogenita e regina di una tribù devota ai costumi della propria dea-madre, per un totale di 30 Amazzoni.
Manca però la benedizione di Hera, moglie di Zeus e madre terra, che nonostante la chiamata delle altre assiste a questo atto di libertà (e di ribellione) senza intervenire direttamente. Per Hera il compito sarà diverso, più sottile.
Le Amazzoni quindi diventeranno leggenda, sussurri tra gli uomini, racconti di attacchi notturni a uomini che si erano macchiati di atti di crudeltà contro donne e ragazze.
Fino alla storia di una mortale chiamata Ippolita, donna coraggiosa e forte, che obbligata dalle leggi ad abbandonare al fato la propria figlia più giovane (non aveva partorito maschi) parte alla ricerca della stessa finendo per incontrare le mitiche Amazzoni e arrivando addirittura a farne parte, fondando la settima tribù.
Ippolita, colei che un giorno conosceremo come la Regina di Themyscira, colei che ha condotto le Amazzoni nella Guerra contro l’Olimpo stesso, colei che desidererà al punto una figlia da ricevere la benedizione della nascita di Diana, Wonder Woman.
Scrittura e disegni eccellenti, un messaggio importante
Wonder Woman Historia: Le Amazzoni, con uno straordinario stile che richiama alla mente il poema classico, racconta una storia di miti e leggende e dell’emancipazione femminile. È un grido di libertà che si alza fino al cielo, è un moto di ribellione basato sull’amore.
Sarete rapiti dal dramma e dal coraggio di Ippolita e delle Amazzoni, dall’epica e dai sottili piani delle dee dell’Olimpo, da come si svilupperà la narrazione che, come da tradizione, è una favola capace di insegnare molto.
Perché la condizione delle donne potrà pure essere cambiata nel corso dei millenni ma la parità vera, quella giusta, è ancora assurdamente lontana dal realizzarsi ancora oggi.
Ci si aspettava un racconto epico, ma la qualità dei dialoghi e della prosa è davvero sorprendente.
Così come lo è la parte grafica. Phil Jimenez, nella prima strepitosa parte (di tre) compone delle tavole sbalorditive, con un tratto pittorico esuberante per dettagli e magnificenza, merito anche di una colorazione di Prianto, Hi-Fi e Fajardo Jr davvero pazzesca.
Le frequenti doppie splash, l’impaginazione libera, che tanto ci fa ricordare Promethea, tutto trasuda l’epicità che ci si aspetta dal capitolo ambientato per lo più nell’Olimpo, tra divinità ed esplosioni grafiche. Roba da far tremare i polsi. Alcune tavole sono veri e propri quadri, con una composizione così eccellente da meritare posti adeguati nelle hall of fame del fumetto contemporaneo.
Gene Ha e Nicola Scott (accompagnati ai colori rispettivamente da Wesley Wong e Annette Kwok) pur ottenendo risultati ragguardevoli (soprattutto nel terzo capitolo) non riescono tuttavia a reggere il livello di opulenza visiva e di dinamicità raggiunti da Jimenez, rendendo un pochino discontinuo il livello di questo libro, ma non certo inficiando l’efficacia di una storia davvero bella e significativa.
Le Amazzoni di oggi
La storia della nascita delle Amazzoni e del coraggio di Ippolita e le sue sorelle è la storia dell’umanità, bramosa di libertà.
È uno specchio col quale confrontarsi per capire quanto sia pesante il retaggio dei nostri predecessori e per sottolineare genuinamente quanto l’uguaglianza e la parità siano requisiti fondamentali per il progresso dell’umanità tutta.
Quando un fumetto è capace di portare a queste riflessioni, peraltro facendolo in modo genuino e sentito, senza slanci di marketing o influenze esterne marcate, emozionando e arricchendoci, è proprio il momento adatto per esibirlo e portarlo all’attenzione di chi – ancora – non ha capito il potenziale infinito di questa forma d’arte.
E siamo molto felici che siano proprio le Amazzoni a farsi veicolo di questa cosa.
E voi cosa ne pensate di questo? Siete d'accordo con le nostre riflessioni?
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La recensione in breve
Wonder Woman: Historia - Le Amazzoni racconta il mito per ricordarci quello che viviamo ancora oggi: il sogno di vivere davvero l'uguaglianza tra i sessi. La nascita delle Amazzoni conseguente alla rivolta delle dee, raccontata in modo eccellente da K. S. DeConnick e disegnata (divinamente) da Phil Jimenez e da Gene Ha e Nicola Scott, ci emoziona e ci stupisce, lasciandoci grandi riflessioni. Quello che serve per renderlo un fumetto che dovreste avere in libreria.
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Voto ScreenWorld