“Esta pare trama per l’omo d’acciaio”
Se andate a cercare questo verso nella Divina Commedia, state pur certi che non lo troverete. Eppure, il Sommo Poeta fiorentino pare aver scritto anche questo oscuro riferimento a un certo uomo d’acciaio, salvo poi consegnarlo alle Fiamme.
Ora, prima che accademici e storici strabuzzino gli occhi, facciamo chiarezza: Dante non ha mai scritto realmente, ovviamente, questo verso. Tuttavia, se vogliamo dare credito all’estro di Marco Nucci e Fabio Celoni, l’Ultimo Figlio di Krypton è stato citato dal nostro poeta in una sua profezia, consegnata al proprio focolare, ma che per noi ha preso la forma di Superman: Inferno.
Around the World

Nucci e Celoni hanno rappresentato degnamente il nostro talento in ambito fumettistico all’interno di Superman: Il Mondo, antologia in cui l’Uomo d’Acciaio viene interpretato da autori di diverse nazionalità. Dopo il Cavaliere Oscuro e Joker, anche il Kryptoniano ha avuto questo onore, occasione che lo ha portato a viaggiare per il nostro mondo, vedendolo da diverse prospettive.
Se da un lato Superman: Inferno è quindi leggibile all’interno della citata antologia, dall’altro la volontà di Panini di presentarlo in un volume autonomo è occasione perfetta per apprezzare al meglio il lavoro di Nucci e Celoni. Non solo perché le dimensioni più generose consentono di perdersi all’interno dei prorompenti disegni e colori di Celoni, ma la generosità dell’editore di arricchire il volume di interviste agli autori e della sceneggiatura del racconto consentono di addentrarsi maggiormente all’intento del processo creativo.
Clark e Lois sul Lungarno

Clark Kent ha accompagnato Lois Lane a Firenze, dove la vivace giornalista è sulle tracce di una leggenda: una profezia di Dante. Secondo le informazioni in possesso di Lois, il Sommo Poeta avrebbe previsto che a sette secoli dalla sua morte, nella città fiorentina si sarebbe aperte le porte dell’Inferno, consentendo a Lucifero di guidare le sue armate alla conquista del mondo.
Dopo avere cercato altri indizi di questa leggenda, Lois non fatica, durante una pausa in piazza Duomo scandita da un buon Chianti (ma niente fave, tranquilli!) a relegare il tutto a una semplice credenza, perché
“…ma più probabilmente si tratta di nient’altro che una leggenda. Si sa, i fiorentini adorano spararle grosse.”
Una conclusione pittoresca per il suo articolo, ma proprio mentre tutto sembra destinato a una rapida conclusione, ecco accadere l’incredibile. La terra inizia a tremare e in Firenze si apre uno squarcio da cui fuoriesce una luce rossastra. Neanche il tempo di rendersi conto dell’accaduto, che Clark deve lanciarsi al salvataggio di Lois, che è precipitata nella faglia!
“Non c’è tempo per la paura. Ignoro dove conduca l’abisso, ma una cosa è certa… questo è un lavoro per Superman”
Senza esitazione, Supes si lancia nel baratro per salvare Lois, finendo…all’inferno. Un viaggio che per il kryptoniano pare incredibile, tra penitenti legati alla sua vita e scoperta di giorni danteschi sino al confronto con Lucifero in persona.
Non è spoiler dire che ovviamente l’Uomo d’Acciaio ha la meglio sul sovrano degli inferi, salvando l’adorato Lois sfuggendo alla dannazione eterna con un volo in risalita che si conclude, ovviamente, con un sempre gradito
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”
Un viaggio onirico per l’Uomo d’Acciaio

Superman: Inferno è una lettura rapida, per concezione. Non ci sono fronzoli o forzature nel racconto. Da raffinato autore qual è, Nucci cuce sulla figura di Superman una storia che lo estrania dal mondo riconducendolo a una dimensione onirica credibile e appassionante, lanciandolo nel mondo dantesco. Un intento lodevole, tutt’altro che semplice, che Nucci scandisce lavorando perfettamente con le didascalie, in cui inserisce le spartane emozioni da trasmettere al lettore, siano esse flussi di coscienza che versi estrapolati dall’Inferno dantesco.
Un esercizio di sintesi di grande valore, considerato che il racconto vive in sedici tavole. Non ci si sofferma sulla costruzione del rapporto tra Clark e Lois, non è necessario trovare una spiegazione da spiattellare ai lettori sulla voragine infernale che spezza Firenze. Giustamente, Nucci tiene il lettore col fiato sospeso focalizzando la sua attenzione su Superman, su questo suo viaggio assurdo nell’inferno letterario di Dante. E soprattutto, come tiene a ricordare nell’intervista in fondo al volume:
“Un bravo scrittore seriale va incontro al personaggio, mai il contrario.”
Forse, una lettura rivolta maggiormente agli estimatori del kryptoniano. Il passaggio nei vari gironi è accompagnato dalla presenza di volti noti, come Brainac, Zod o Lobo, ma non è importante sapere perché siano qui, tanto che lo stesso Supes liquida rapidamente la questione:
“Ma non posso fermarmi, che sia sogno o realtà, per trovare Lois”
Ecco la chiave di lettura di questo racconto, lasciare il dubbio che anche se tutto sembra convincerci che sia accaduto realmente, forse è un sogno, una suggestione del soggiorno fiorentino dei due. Questa è la potenza delle storie, sapersi estraniare da obblighi di aderenza a continuity serrate o a regole di credibilità assoluta. Superman: inferno, grazie alla sensibilità di Nucci, ci ricorda come una bella storia sia godibile come creatura a sé stante, forte della propria bellezza senza necessità di sostegni ulteriori.
Un eroe tra i demoni

La vivace trama di Nucci necessitava solamente di un tratto: i magnifici disegni di Fabio Celoni. Disegnatore disneyano tra i più amati, Celoni coglie al meglio le ispirazioni supereroiche e dantesche di Nucci, interpretandole con tavole in cui le pose tipiche di Supes spiccano in un contesto infernale dove son facilmente riconoscibili figure della poetica di Dante. Per quanto possa sembrare assurdo questo connubio, i disegni di Celoni infrangono questa impossibilità, consegnandoci un’interpretazione visiva travolgente.
La scelta dei dettagli su cui indugiare, la costruzione di prospettive che evidenziano l’epicità di questo incontro sembra esplodere dalle pagine. Non solo per la maestria delle matite, ma anche per la sontuosa colorazione, sempre realizzata da Celoni, in cui la predominanza delle cromie infernale sempre avvolgere Supes, grazie alla sua identità cromatica inconfondibile, protetta da Celoni nella sua visionarietà.
Per comprendere la bellezza di Superman: Inferno è sufficiente leggere la storia nella versione priva di balloon presentata nel volume solista del racconto. Niente dialoghi, assenza totale di didascalie, solo il perfetto racconto visivo di Celoni. La storia è chiara, pulita e non si perdono dettagli, la sceneggiatura di Nucci è tanto ben congeniata che Celoni la interpreta magnificamente, per un perfetto fumetto ‘muto’.