Un giorno nuovo di zecca attendere l’Arrampicamuri del Marvel Cinematic Universe. La locuzione inglese ‘brand new’ rappresenta un augurio, un nuovo sfolgorante inizio che non potrebbe che giovare a Spider-Man, soprattutto dopo il finale di Spider-Man: No Way Home. E forse, un nuovo giorno serve anche al franchise marveliano sul grande schermo, che sembra avere timidamente rialzato la testa con l’incoraggiante lavoro su Daredevil: Born Again.
Al netto della semantica, il titolo del nuovo film del Tessiragnatele ha fatto pizzicare il senso di Ragno dei Veri Credenti, che hanno subito sentito il richiamo a quel Brand New Day fumettistico del 2008 che ha cercato di correggere i danni fatti da One More Day e One Moment in Time. Curiosamente, due ispirazioni per quel Spider-Man: No Way Home che ricordiamo come uno stupendo fan service, ma che non brilla certo per coerenza narrativa.
Riscrivere il mito di Spider-Man

Per comprendere l’importanza di questo momento del Ragno, e come potrebbe impattare nel Marvel Cinematic Universe, meglio ricordare che nei primi anni del 2000 in Casa Marvel si stava tentando un’avventata opera di svecchiamento. In questo periodo, complice l’arrivo al cinema dei personaggi cult della Casa delle Idee, si iniziò a dare a vecchi glorie dell’editore un nuovo corso. Maxi-eventi come Vendicatori Divisi, House of M e, infine, Civil War avevano proprio quello scopo, preservando la continuity marveliana, contrariamente ad altri esperimenti precedenti come l’Universo 2099 e l’Universo Ultimate.
La sorte toccata a Spider-Man fu decisamente più impietosa. Peter Parker partecipò ai citati momenti – particolarmente straziante la sua vita nel mondo mutante idealizzato da Wanda in House of M – ma il suo ruolo di figura di spicco del pantheon marveliano, lo rese protagonista di una più ardite e scellerate opere di riscrittura di un personaggio, con un trittico di storie che i lettori ancora oggi considerano come uno dei momenti più assurdi della vita del Ragno.
Colpa, a dirla tutta, di Iron Man. Durante gli eventi finali di Civil War, Tony Stak, paladino dell’atto di registrazione dei superumani, aveva costretto Peter Parker a svelare in mondovisione l’identità segreta di Spider-Man. Veniva così meno uno dei tratti più identificativi del personaggio, la sua doppia identità, tanto che i fan non tardarono a farsi sentire, accusando Spider-Man di esser diventato poco più di una macchietta rispetto alla sua lunga storia editoriale.
A questo si aggiunse anche il fatto che era entrato negli Avengers, privandolo di quel tratto di solitario urban hero che lo aveva tenuto fuori dalla formazione degli Eroi più Potenti della Terra. Insomma, non era più Spider-Man, era necessario ritessere la ragnatela tra personaggio e lettori. E qui, iniziano i problemi.
One More Day, ritorno alle origini

Il ‘nuovo’ Peter Parker era sposato, pianificava di avere una famiglia, aveva rivelato la sua identità a Zia May ed era diventato insegnante. Alla fine del ciclo di storie di Straczynski, stava per perdere Zia May, l’ultima figura rimasta del mito del Ragno. Joe Quesada, Editor in Chief al tempo, scelse di utilizzare l’arco narrativo di Straczynski, con l’obiettivo di realizzare un reset che desse nuova vita all’Uomo Ragno, nonostante Straczynski avesse già inserito innovazioni significative, compreso un sottotesto sciamanico e l’introduzione di divinità e totem legati al mondo animale, legati ai nemici di Spider-Man, che sarebbe poi divenuto centrale per lo sviluppo di Spider-Verse/Spider-Geddon.
Venne deciso di realizzare una storia dell’Uomo Ragno partendo dall’idea che nessuno dovesse conoscere la sua identità segreta. Questo comporterebbe cambiamenti significativi come l’assenza del matrimonio tra Peter e Mary Jane e la sopravvivenza di Zia May.
In sintesi, grazie a un accordo con Mefisto, simile a un patto diabolico, il matrimonio tra Parker e M.J. ha portato all’oblio dell’identità segreta di Spider-Man da parte di tutti. Questo ha comportato un reset di molti eventi passati, inclusi quelli della Civil War. Peter Parker ha riacquistato la sua vita da scapolo e un atteggiamento giovanile, personaggi come Harry Osborn e Zia May sono stati resuscitati, e Peter è tornato a lavorare come fotografo freelance per il Daily Bugle.
Come facilmente intuibile, fu un disastro, con i lettori che insorsero e le vendite della testa in caduta libera. Lo stesso Straczynski, autore della storia, non è si è mai dichiarato soddisfatto del risultato, denunciando una forte ingerenza da parte di Quesada.
“Ci son diversi aspetti su cui non concordo, e lo avevo fatto presente a chiunque fosse a distanza di urla dalla Marvel, specialmente a Joe Quesada. Arrivammo a un momento dove mi ero deciso, e avevo comunicato a Joe che avrei tolto il mio nome dagli ultimi due numeri dell’arco di One More Day. Alla fine, Joe mi convinse altrimenti entro la fine della giornata, anche perché non volevo sabotare Joe e la Marvel, ho troppo rispetto per entrambi”
Brand New Day: salvare Spider-Man

Dalle ceneri del disastroso One More Day, nel 2008 il dream team Dan Slott, Marc Guggenhaim, Bob Gale e Zeb Wells si fa carico di raccontare le nuove avventure di Peter Parker.
Nessun matrimonio per Peter, la sua identità segreta è salva e l’amico Harry Osborn è vivo, anche se ha passato diversi anni in Europa, zia May non è solamente viva ma è anche attivamente coinvolta da un centro di assistenza per i senzatetto.
Pur non volendo tornare a indossare il costume, Peter sceglie di farlo quando scopre che il Daily Bugle è in crisi e Robertson, che sostituisce un Jameson in fase di ripresa da un infarto, esora Peter a trovare nuove foto del Ragno, convinto che potrebbero segnare la ripresa del giornale.
Un vero e proprio reboot per il Ragno, che pur non avendo la sostanza di una retcon, utilizza blandamente la continuity del personaggio. Quello che avrebbe dovuto essere un nuovo inizio è in realtà un segno di come il Tessiragnatele avesse carenza di idee, di struttura narrativa, coinvolto in uno dei momenti più difficili della Marvel.
Esattamente come accade ora sul grande schermo.
Lo Spider-Man futuro del Marvel Cinematic Universe

Senza addentrarci troppo nelle annose questioni su chi abbia realmente i diritti del Ragno cinematografico, le ultime avventure sul grande schermo di Spider-Man non sono state particolarmente riuscite. Dal suo esordio in Captain America: Civil War al fianco di Stark, Parker si è destreggiato in modo distaccato dal resto degli eroi marveliani, arrivando a una situazione che ricorda quanto vissuto dall’Arrampicamuri nel finale di One More Day, toccando marginalmente anche quel One Moment in Time con cui Quesada aveva cercato di porre rimedio al disastro.
Nel Marvel Cinematic Universe, Spider-Man è ora solo, ha perso tutto e nessuno sa chi sia. Contrariamente alla dimensione fumettistica non potrà contare sul supporto di zia May, e anzi il finale di Spider-Man: No Way Home può esser considerata la vera origin story del Ragno dell’MCU. Come la controparte cartacea, tuttavia, Peter sta affrontando quel brand new day che segna un cambio di vita.
Possiamo aspettarci che alcuni villain comparsi in questo arco narrativo arriveranno anche al cinema, dopo esser stati coinvolti nei videogiochi di Insomniac, ma sarà interessane scoprire se faranno la loro apparizione personaggi come Freak o Mister Negative.
Il cuore di questo ritorno del Ragno, tuttavia, dovrebbe essere su come ora Petere possa convivere in un mondo in cui nessuno sa chi sia, nemmeno le persone che ama. E forse, l’annuncio di Sadie Sink come parte del cast potrebbe portare all’arrivo di un Mary Jane più vicina al canone fumettistico, a meno che l’attrice di Stranger Things non presti il volto a Gwen Stacy o Felicia Hardy.