I primi lettori non hanno dubbi: Spare, l’autobiografia del principe Harry, è piena di errori e incongruenze. J. R. Moehringer, ghostwriter del Duca del Sussex nonché autore di altre autobiografie di personaggi di spicco del calibro di Andre Agassi(Open) e del co-fondatore della Nike Phil Knight, ha risposto su Twitter alle critiche e alla accuse dei lettori, citando una delle frasi più celebri del romanzo Il club dei bugiardi scritto da Mary Karr.
“Il confine tra memoria e realtà è sfocato, tra interpretazione e fatto. Ci sono errori involontari”, si legge nel tweet apparso nelle ultime ore sul profilo di J. R. Moehringer. “Qualunque sia la causa, la mia memoria è la mia memoria… c’è tanta verità in ciò che ricordo e come lo ricordo quanta ce n’è nei cosiddetti fatti oggettivi“, ha aggiunto lo scrittore. Involontari o meno, l’autobiografia Spare è innegabilmente piena di errori.
Tra le pagine dell’autobiografia, ad esempio, il principe Harry afferma di essere un discendente del Re Enrico VI, cosa per niente vera. Il duca di Sussex, inoltre, si è reso protagonista di un altro scivolone: nel libro racconta di aver ricevuto in regala da sua madre, l’indimenticabile Lady Diana Spencer, una Xbox. Peccato, che a quel tempo, la console di videogiochi non era ancora stata fabbricata. Insomma, incongruenze che stanno spingendo molti a pensare che il racconto del principe Harry sia tutt’altro che vero.
In Spare, il principe Harry ha fatto diverse rivelazioni: ha confessato di aver fatto uso di droghe in giovane età, ha dipinto suo padre Carlo, ora re, come “un padre anaffettivo”, ha raccontato di essere stato assalito fisicamente da suo fratello William ed ha etichettato la regina consorte Camilla come “cattiva”.