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    Home » Libri Fumetti e Anime » Sono contenta che mia mamma è morta: 5 motivi per leggere il libro di Jennette McCurdy

    Sono contenta che mia mamma è morta: 5 motivi per leggere il libro di Jennette McCurdy

    Ecco 5 motivi per leggere Sono contenta che mia mamma è morta, il romanzo autobiografico di Jennette McCurdy, la stella di iCarly.
    Giulia ReverberiDi Giulia Reverberi15 Marzo 20235 min lettura
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    sono contenta che mia madre è morta
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    L’enfant prodige è ormai cresciuta ed è pronta a raccontarci il suo travagliato e traumatico percorso da attrice bambina e figlia devota in un’infanzia fatta di rivalità, abusi e sensi di colpa. Il libro di Jennette McCurdy, la star di iCarly e Sam&Kat, due degli show di punta di Nickelodeon, uscito il 14 marzo 2023 per OscarVault, promette di essere una lettura infuocata. A partire dal titolo. Ecco allora 5 motivi per leggere Sono contenta che mia mamma è morta.

    1. Il libro di un’attrice bambina

    un'immagine di jennette mccurdy in icarly

    Jennette è famosa per il suo passato da attrice. Molti la ricorderanno come uno dei personaggi della propria infanzia, ma la sua carriera recitativa va ben oltre quello che l’ha resa celebre. Questo libro racconta il difficile percorso di una bambina che muove i primi passi sulle scene hollywodiane, togliendo quella patina di romanticizzazione che il pubblico associa in automatico alla vita degli attori. Jennette non aveva una vita ma solo un lavoro, lei era il suo lavoro. Raccontando decine di aneddoti che la riguardano, dal primissimo provino alle vicende dei set più importanti, l’idea è quella di far parlare la sé stessa bambina con gli strumenti acquisiti crescendo, in modo che, alle parole acerbe e semplici, corrispondano sempre delle evidenti e malsane conclusioni che sarà poi il lettore a dover gestire. Un bambino sa come dire la verità, un adulto sa cosa significa: questo libro nasce dalla comunione di passato e presente, dagli abusi subiti da piccola e dal silenzio a cui era costretta; dalla terapia affrontata da grande, rielaborazione e, ovviamente, necessità di condividere e esorcizzare.

    2. Il libro di una scrittrice

    sono contenta che mia madre è morta

    A volte il passato è così ingombrante che blocca il cammino in avanti. È quello che succede con i traumi ed è quello che succede con i ruoli importanti che certi attori interpretano con il rischio di rimanere intrappolato e non riuscire più ad andare oltre. Questo fortunatamente non sarà il destino di Jennette che, libera dall’influenza della madre e dal suo lavoro di attrice, permetterà a sé stessa di diventare quello che davvero voleva essere: una scrittrice. Non è il solito libro di una persona famosa che, ad un certo punto della sua carriera, sente la necessità di mettere i suoi successi su carta, ma il parto consapevole di una mente libera ed estremamente professionale che condivide una storia, la sua, nel modo più efficace e interessante possibile. E se vi piaceva come attrice la adorerete come scrittrice, felici che finalmente sia riuscita ad imboccare il percorso che desiderava.

    3. Genitori non si nasce ma perseverare è diabolico

    LOS ANGELES, CA – MAY 09: Jennette McCurdy (R) and mother arrive at The 16 Annual Entertainment Industry Foundation Revlon Run/Walk for Women held at The Los Angeles Memorial Coliseum on May 9, 2009 in Los Angeles, California. (Photo by Alexandra Wyman/WireImage)

    Nessuno è perfetto e, quando si parla di genitori, molto spesso è più facile nascondersi dietro le solite scuse (“Facevamo del nostro meglio”) che mettersi davvero in dubbio, comprendendo quanto le scelte degli adulti hanno conseguenze nei confronti dei più piccoli. La mamma di Jennette è una donna difficile, manipolatoria, che personifica sé stessa e la sua speranza di successo nella figlia, generando per lei una responsabilità emotiva. La figlia sarà condotta e costretta a fare scelte terribili, azioni necessarie o eventualmente sacrifici per il bene superiore: la felicità della madre. Jennette non aveva paura delle conseguenze delle sue azioni perché pericolose o complesse da gestire e nemmeno aveva mai temuto sgridate e castighi. La sua unica paura era deludere la persona che per lei significava la sua intera esistenza, quella che l’ha generata e, quindi, sa cosa è meglio per lei. Questa storia è una dolorosa prova di quanto sbaglino i genitori che pensano che sostituirsi al figlio nelle decisioni importanti sia per il suo bene.

    4. Guarderai i film con i bambini in modo diverso

    Il racconto di Jennette appartiene al passato, ma quello che racconta è ancora, purtroppo, legato al presente. Il racconto dell’ambiente disumano, competitivo e profondamente adulto in cui i bambini vengono immersi, con turni di lavoro massacranti e persone incapaci di avere a che fare con loro, dovrebbe farci riflettere su quanto la professione della recitazione e l’obbligo di lavorare in così giovane età possa compromettere la naturale crescita di un bambino. La fama è molto bella, le sue conseguenze non lo sono sempre, soprattutto per chi ancora deve capire come affrontare la sua crescita e si trova a dover imparare a gestire situazioni così complesse.

    5. Il Creatore e altri uomini terribili

    un'immagine di jennette mccurdy

    Jennette non è la prima che denuncia un comportamento poco professionale e molesto da parte di produttori o membri del cast, uomini che utilizzano la loro influenza per fare dei set e delle situazioni lavorative il loro parco giochi. Il Creatore, produttore delle serie più di successo di Nickelodeon tra cui quella in cui partecipa Jennette è stato accusato dal pubblico di comportamenti sessualizzanti nei confronti dei bambini, che gli unici orchi che dovrebbero affrontare sono quelli delle favole e che, invece, si trovano a dover condividere un set con loro. Gli uomini della vita di Jennette non sono mai quel che dovrebbero: il padre assente, i fratelli che complicano la sua vita, il suo capo che fa pressione su di lei in virtù del suo ruolo, il suo futuro compagno molto più grande di lei che le dovrà spiegare cosa significa sesso orale. Un racconto schietto e cinico che attacca la figura più importante, la madre, ma che non risparmia le stoccate anche per il genere maschile.

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