“È tutto sempre più grande, ma a me sembra ogni giorno più piccolo”

Risuona la malinconia in questa confessione con cui Tai lascia emergere la sua visione del mondo, mentre cucina con il suo amico Rubin. La cucina del suo chiosco in una strada di Mumbai è scenario di questa condivisione culinaria, mentre il mondo scorre rapido davanti a loro, un essere famelico che pare voler fagocitare la libertà di godersi lentamente vita. Una riflessione, quella di Tai, che coglie l’essenza di Rare Flavours – Gusti Inconsueti, storia on the road con cui Ram V e Felipe Andrade ci stimolano alla riflessione, viziandoci con la cucina indiana.

Coppia artistica che ci ha già aperto il mondo indiano con Le molti morti di Layla Starr, che torna, sempre all’interno del catalogo di Boom Studios!, con questa curiosa storia, in cui emerge il talento dei due artisti. Soprattutto, si conferma il legame narrativo tra Ram V e la cultura indiana, con particolare attenzione alla mitologia del sub-continente asiatico, già emersa anche rielaborazioni di supereroi DC Comics, come nella sua apprezzata run di Swamp Thing.

Divino e umano

Rare Flavours - © Boom Studios!
Rare Flavours – © Boom Studios!

Questa fascinazione per l’India è diventata una firma artistica per Ram V, che non si limita a una valorizzazione culturale di elementi facilmente esperibili, come la mitologia, ma la estende a uno degli elementi più identificativi di un’identità culturale: la cucina. Per quanto cooking show e reality abbiano reso la cucina più un business social che custode di una tradizione, il condividere un pasto cucinato espressamente per qualcuno rimane ancora oggi uno dei gesti di accoglienza e condivisione più autentici e sinceri.

Un rituale quasi mistico, che si lega alla tradizione mitologica del pantheon indiano, che affascina Ram V, tanto che lo ha integrato anche nel suo lavoro sui New Gods di casa Dc. Proprio parlando della sua run su questo team supereroico, Ram V ha chiarito la natura di questo legame

“Gran parte degli elementi arrivarono dalle mie letture sulla mitologia Hindu. Le opere originali erano basate sulla mitologia greco-romana, con divinità che erano archetipi. Gli dei Hindu con cui sono cresciuto sono più complessi e sfumati, compiono spesso errori sciocchi perché son potenti, non perché sono perfetti. Ogni loro minima voglia ha conseguenze drammatiche”

Questa distinzione per l’interpretazione degli dei di DC Comics diviene un fondamento per Rare Flavours, in cui l’elemento umano, capriccioso del divino è parte integrante della storia.

Il cibo come viaggio trascendentale

Rare Flavours - © Boom Studios!

A fare da elemento scatenante per Rare Flavours è il suicidio di Anthony Bourdain, chef divenuto celebre per i suoi programmi in cui esplorava il mondo cercando le tradizioni culinarie più rare e autentiche. Questa morte colpisce profondamente Rubin Baksh, cuoco di un piccolo bistrot nella profonda provincia indiana, che accusa l’evento come il segno che oramai nessuno sembra più interessato alla natura autentica della cucina, ma solo al suo essere fenomeno di massa. Piatti non più gustosi e portatori di sensazioni, ma elementi instragrammabili.

Deciso a invertire questa tendenza, Rubin decide di registrare un film che racconti il suo viaggio alla ricerca delle ricette più identificative della cucina indiana. Per farlo, ingaggia Mohan, giovane videomaker disilluso, che inizialmente lo segue per stanca accettazione, arrivando infine a comprendere l’essenza di questo viaggio. Soprattutto, quando scoprirà che in realtà Rubin è il leggendario mostro cannibale Bakasura, comprendendo come ci siano molte verità dietro lo strato del mito e della nostra contemporaneità iperconnessa.

Una strana, appassionante coppia

Rare Flavours - © Boom Studios!
Rare Flavours – © Boom Studios!

Rare Flavour pone la passione per la cucina di Rubin al centro della storia, ma la intreccia alla sua natura di memoria, di ricordo di vita in cui ogni sapore gustato ci lega a un momento della nostra esistenza, piacevole o meno che sia. La parabola esistenziale di Rubin, dipanata nei sei capitoli che compongono la storia, sposta sempre più l’attenzione verso questa componente mnemonica, ne cattura l’essenza e la restituisce al lettore.

L’affidarsi alla natura volubile, profondamente umana nella sua fallacia, del pantheon mitologioco Hindu consente a Ram V di dare vita a un personaggio di incredibile potenza. Rubin è una creatura complessa, che dietro la sua natura di divinità famelica cela una sensibilità rara, maturata proprio nel suo vivere in mezzo all’umanità. Con centellinata grazia, Rare Flavours ne racconta l’esistenza, andando oltre il suo crudele appetito, rivelandone l’affetto per l’orfana dell’uomo che lo ha accolto come amico dopo la sua caduta, o evidenziando il suo rapporto con Mo.

Da aspirante regista fallito ad amico, la parabola di Mo è uno specchio di quella visione di creature fallibili che Ram V associa al divino. Rabbioso e disilluso, il giovane regista segue in principio Rubin più come ultima speranza, salvo poi scoprirne la vera natura e vederlo da una diversa prospettiva, che grazie alla sensibilità di Ram V prende la forma di un rapporto quasi familiare, che ci concretizza non a caso nel momento in cui Mo ricorda uno degli ultimi momenti con l’amata madre.

Il senso del viaggio

Rare Flavours - © Boom Studios!
Rare Flavours – © Boom Studios!

Nel leggere Rare Flavours è facile lasciarsi rapire da questo viaggio on the road vissuto al ritmo di scoperte culinarie, ma si percepisce visceralmente la potenza emotiva della narrazione di Ram V. Ogni scoperta gastronomica racconta una vita, scava nel personale del cuoco e al contempo mette a nudo una parte dell’anima dei protagonisti, alla ricerca di una dimensione sincera del mondo, che enfatizza questa sorta di malinconica opposizione a un mondo che sembra proiettato in una direzione antitetica.

Un dualismo che è parte integrante dell’evoluzione della storia, sin dalla decisione su come intendere il documentario, dove la passione sincera di Rubin si contrappone alla visione più pragmatica, algoritmica di Mo: passione contro calcolo. L’avventuroso viaggio che unisce questi due personaggi diventa una crescita personale per Mo, mentre Rubin lo gusta lentamente come ritorno a una propria dimensione umana.

Rare Flavours, da gustare con gli occhi

Rare Flavours - © Boom Studios!
Rare Flavours – © Boom Studios!

La vis narrativa di Ram V necessita di un artista che ne sappia cogliere appieno la ricchezza, e Filipe Andrade ha dimostrato di essere all’altezza di questo compito. Già ottimo interprete della dialettica di Ram V in precedenza Andrade con Rare Flavour mostra di recepire le atmosfere e le tensioni del viaggi di Rubin e Mo, inserendoli al meglio all’interno di questo variegato mondo in cui si muovono. Ogni tavola è una sintesi di inquadrature che accolgono la storia dandone una prospettiva unica, i personaggi le popolano con le loro movenze, in questo affascinante contrasto tra la mole di Rubin e l’esile Mo.

Una potenza espressiva che vive nei piccoli dettagli, come gli occhi di Rubin, nascosti eppure essenziali nel trasmettere la presenza secolare di questo essere, avvolto da abiti eleganti anche nelle situazioni più misere. Un contrasto visivo con la spartana resa grafica di Mo, che si evolve durante questo viaggio, rimanendo però fedele a sé stesso nelle sue espressioni.

Questo splendore visivo viene enfatizzato dalla colorazione, in cui Andrade è supportato da Ines Amaro e Joao Lemos. La cromia di Rare Flavours è avvolgente, fatta di colori accesi che trasmettono tanto le emozioni dei personaggi che i gusti intensi dei cibi, ogni ingrediente presta la propria colorazione alle scene, echeggia il vissuto emotivo creando un parallelo con la resa della ricetta. È la colorazione a completare quel racconto dell’anima che lega il cibo al ricordo, arrivando alla presa di coscienza dei due protagonisti sul proprio ruolo, nel mondo e nella loro esistenza.

Il gusto raro di una bella storia

Rare Flavours - © Boom Studios!
Rare Flavours – © Boom Studios!

Come ogni piatto, Rare Flavours – Gusti inconsueti andrebbe letto, gustato in ogni singola pagina, assaporando i pensieri illuminanti che emergono in questa avventura on the road. Un’esperienza che diventa catartica unisce il ricordo di un sapore dimenticato con la nostalgica ricerca di un qualcosa di perduto, rimpianto.

Ma da questa struggente carezza, nasce anche la consapevolezza che in un mondo in cui tutto è fagocitato rapidamente, in cui anche il piacere di un gusto condiviso è reso spettacolo e merce, ci sia ancora spazio per celebrare un rito familiare, un momento per lo spirito che può ancora resistere.

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Classe '81, da sempre appassionato di pop culture, con particolare passione per il mondo dei comics e la fantascienza. Dal 2015 condivide queste sue passioni collaborando con diverse testate, online e cartacee. Entra nella squadra di ScreenWorld come responsabile dell'area editoria con una precisa idea: raccontare il mondo del fumetto da una nuova prospettiva