Ed ecco finalmente la recensione di Ranking Of Kings, il manga di Sousuke Toka da cui è stato tratto un famoso ed interessantissimo anime che sta conquistando sempre più popolarità tra i fan. Perché? Perché Ranking of Kings, in un’atmosfera da favola moderna, racconta in modo nuovo e originale il tema della disabilità, regalando emozioni davvero importanti.
Ranking Of Kings
Genere: Shonen Manga
Pagine: 236 pagine
Editore: Star Comics (editore originale: Enterbrain)
Piano dell’opera: 13 volumi (ancora in corso in Giappone; anime presente su Crunchyroll)
Bojji: piccolo, grande eroe
Se siete amanti dell’animazione giapponese probabilmente ne avrete sentito parlare. Ranking of Kings, presente nel catalogo di proposte del sempre più “indispensabile” Crunchyroll, è diventato un piccolo caso editoriale, importante per diffusione e condivisione di un messaggio di grande spessore.
E chi lo avrebbe mai detto che un anime dal character design così “minimal” (ma dall’animazione non certo di scarsa qualità, anzi) avrebbe conquistato così tanti consensi, in un contesto dove spesso è il lato tecnico a diventare prioritario rispetto al messaggio veicolato o al tema? Per fortuna ci ha pensato Star Comics a portare in Italia il manga originale di casa Enterbrain, che ad oggi vanta già 16 uscite e non è ancora concluso in patria.
Il piccolo Bojji è diventato un’icona di un messaggio di grande spessore. Figlio primogenito di Re Bosse, un valoroso guerriero che dopo aver sterminato terribili mostri conquistatori ha eretto sul suo stesso sangue il regno che governa.
La madre di Bosse, purtroppo, non è più al mondo e il piccolo principe risulta una vera e propria mosca bianca in un mondo davvero particolare. Sordomuto dalla nascita, viene costantemente deriso e sottovalutato da tutto il regno, popolo e nobili compresi. Ma più che per la sua disabilità per la sua – apparente – totale mancanza di forza.
Infatti in questo mondo la forza, intesa come mix tra valore militare, potenza fisica, capacità bellica e carisma, è il fondamento stesso della società, la caratteristica principale che distingue un vero sovrano (o un leader) da tutto il resto. Solo chi è universalmente riconosciuto forte può essere degno di rispetto e ammirazione.
E Bojji, a differenza del suo fratellastro minore Daida, non presenta nessuna di queste caratteristiche. Non ha la forza per brandire come si deve una spada, di indole non è portato per alcuna forma di aggressività ed è spesso vittima di soprusi, sbeffeggi e imbrogli.
Sarebbe il predestinato a succedere al trono del vecchio e gravemente malato Bosse, eppure neanche gli insegnamenti del maestro di spada Domas hanno sortito gli effetti sperati.
Esiste addirittura una “graduatoria dei re”, da cui il titolo dell’opera, che mette in competizione i sovrani attraverso 3 parametri: lo sviluppo e dimensione dei regni e delle città che ne fanno parte, il numero di prodi cavalieri al proprio servizio e soprattutto la forza e la potenza dei sovrani stessi, in qualità di eroi.
Come potrebbe un ragazzino debole e sensibile come Bojji reggere il fardello della responsabilità reale?
L’incontro che cambierà tutto è quello con Kage, ultimo esponente dell’ormai estinta razza delle ombre creature (più o meno) bidimensionali, che dopo un primo approccio aggressivo capirà la vera essenza di Bojji (condividendo con lui un triste e tragico passato) e il suo potere nascosto, decidendo di “essere sempre dalla sua parte”.
Bojji infatti mostrerà tutto il suo vero potere in occasione di una sfida ufficiale tra i due discendenti al trono: il giovane principe riesce infatti a padroneggiare una tecnica sopraffina di agilità e schivate, evitando tutti i colpi di Daida e colpendolo leggerissimamente sui punti scoperti.
Tutti si accorgono del suo valore, ma in questo mondo un atteggiamento del genere è considerato sleale, vigliacco, non degno di un Re o persino di un vero uomo.
La scomparsa del re e il decreto di successione reale porteranno a conseguenze inaspettate e all’inizio dell’avventura per Bojji e Kage, in quello che a tutti gli effetti si rivelerà essere il viaggio dell’eroe (chi vince il Ranking Of Kings può conquistare un tesoro capace di esaudire qualunque desiderio), alla riscoperta di sé, ma con un presupposto importante e una caratteristica: in un mondo apparentemente governato dalla forza, essere “diversi”, addirittura considerati disabili, può essere la chiave della realizzazione e la conquista del proprio destino?
La disabilità, finalmente, raccontata in modo “diverso”
Abbiamo letto tanti fumetti ed opere che trattano il tema della disabilità; basti pensare a Barbara Gordon nei panni di Oracle, dopo esser rimasta paralizzata da Joker o ad altri supereroi come Daredevil.
Per non parlare poi della debolezza del protagonista di tanti manga e anime shonen, che proseguendo con la storia diventano sempre più forti, superando prove e difficoltà per ergersi sempre uno scalino più in alto, con il duro allenamento e il sacrificio.
Ma Ranking Of Kings riesce, in maniera davvero sensibile e rispettosa, a cambiare tutti i punti di vista: l’handicap della sordità e la conseguente incapacità di esprimersi a parole, oltre alla “maledizione” che grava sul piccolo Bojji, non sono più considerati come dei limiti da superare per potersi affermare e realizzare. Anzi, sono fin da subito posti come unica condizione per affrontare veramente la vita e il mondo, in una società così ottusa da accecarsi da sola riguardo le cose veramente importanti dell’esistenza.
Bojji non è debole. È sensibile, altruista, coraggioso oltre ogni immaginazione. Bojji non sente, ma non per questo è immune agli scherni e alla mancanza di rispetto, perché ha imparato più di chiunque a leggere le persone attraverso i loro movimenti, le espressioni. Bojji non vuole usare violenza, ma non si tira indietro di fronte ai pericoli.
Potrà sembrarvi una cosa in realtà già vista e sentita, ma è invece piuttosto palese di quanto le caratteristiche di Ranking Of Kings lo rendano così unico nel panorama narrativo, specie degli shonen.
Molto di quello che state leggendo si concretizzerà con i prossimi volumi, ma la popolarità dell’anime è già piuttosto elevata e quindi sicuramente molti di tra di voi si saranno già imbattuti in anticipazioni.
La diversità, intesa anche come diversamente abile, viene quindi valorizzata come in pochissime altre opere del genere. Non viene superata, quanto piuttosto accettata e valorizzata, quasi come uno strumento.
Ranking Of Kings: una fiaba moderna, dal grande cuore e non solo
Vi sarà capitato nella vita di avere a che fare con persone diversamente abili e di comprendere che la giusta maniera di relazionarsi non è quella di enfatizzare le eventuali disabilità e relative difficoltà, ma invece di accorciare le distanze.
E in quest’opera è proprio questo il concetto trainante oltre ai principi come l’amore e l’amicizia: la disabilità non deve considerarsi un limite, quanto piuttosto un’opportunità, un diverso tipo di talento.
A questo dobbiamo poi sommare un impianto narrativo da perfetta fiaba fantasy moderna, ricca di sentimento ma soprattutto di una struttura di trama davvero non scontato e piena zeppa di colpi di scena. Se Bojji e Kage ci insegnano a non giudicare dalle apparenze, questo è ampiamente dimostrato dalla scrittura anche di tanti altri personaggi a partire proprio da Re Bosse, dalla moglie Hiling e dai maestri Domas e Bebing. Nessuno è quel che sembra. Ma soprattutto, tutti possono cambiare e migliorare.
Lo stesso character design semplice e talvolta amatoriale (che a una analisi iniziale potrebbe non essere nemmeno assimilabile ai canoni del manga moderno) si sposa benissimo con lo spirito dell’opera. Al primo sguardo si finisce per sottovalutarlo, esattamente come tutti fanno con Bojji, incappando in errore. Dietro le semplici linee si cela un’autorialità e in alcuni casi un intento davvero precisi.
Certo l’anime di Studio Wit (con la presenza di registi e animatori del calibro di Arifumi Imai, Yuuji Kaneko e la sakkan Atsuko Nozaki) ha alzato notevolmente l’asticella della qualità, trovando un ottimo equilibrio tra lo spirito originale di Sousuke Toka e l’animazione che si richiede ad un’opera di successo.
Conclusioni
Ma Ranking of Kings è decisamente di più dei suoi disegni. Anche di più dei tanti e notevoli indizi di trama, sparsi anche in maniera davvero intelligente e fine, di più del buon ritmo narrativo.
È una lettura che, se glielo permettiamo, ci fa aprire gli occhi ed essere più consapevoli del mondo e delle persone che ci circondano. In maniera non leziosa e forzata ci mostra valori come l’altruismo e il rispetto e ci racconta del coraggio, come già altri capolavori immortali dele fiabe hanno fatto, ma che tendiamo a dimenticare molto spesso.
Per non dimenticare mai che in un mondo governato dall’egoismo, dal pregiudizio, dalle apparenze e dal culto della forza (o della fama, del potere) la gentilezza e la bontà d’animo sono l’unica cosa che conta davvero.
Forza Bojji, siamo con te. Grazie!
E voi cosa ne pensate di questo? Siete d'accordo con le nostre riflessioni?
Se volete commentare a caldo la recensione insieme alla redazione e agli altri lettori, unitevi al nostro nuovissimo gruppo Telegram ScreenWorld Assemble! dove troverete una community di persone con interessi proprio come i vostri e con cui scambiare riflessioni su tutti i contenuti originali di ScreenWorld ma anche sulle ultime novità riguardanti cinema, serie, libri, fumetti, giochi e molto altro!
La recensione in breve
Ranking Of Kings è come il suo protagonista: c'è molto più di quello che sembra all'apparenza. Il tema della disabilità di Bojji viene trattato finalmente in modo diverso, ponendolo come opportunità e non come limite. Il character design semplice e amatoriale nasconde diverse chiavi di lettura, che peraltro si dimostra ricca di spunti e colpi di scena. È un titolo di grande sensibilità, una fiaba moderna capace di emozionare.
-
Voto ScreenWorld