Fra qualche giorno arriverà sugli schermi di tutti i cinema Captain America: Brave New World e sono già tanti gli spettatori che si stanno ponendo una domanda niente affatto scontata: Perché Hulk Rosso è effettivamente di colore rosso e non verde come Bruce Banner? La risposta più semplice da dare potrebbe essere “perché sì” e saremmo quasi nel giusto, ma ovviamente sarebbe riduttivo poiché dietro quel colorito si nasconde una storia più approfondita e interessante di quanto si pensi e dalla doppia natura.

Una inerente alle origini fumettistiche del personaggio e alla trama della versione cartacea e l’altra legata alla scelta del suo creatore che aveva bisogno di infondere carattere nel personaggio a partire da un contesto visivo. Avvisiamo, per correttezza nei confronti del lettore, che in questo articolo sviscereremo le origini del personaggio nella sua storia editoriale e nei fumetti, per questo motivo non ci saranno spoiler sul film in uscita, ma qualche dettaglio potrebbe essere stato trasposto fedelmente nella pellicola.

La storia editoriale

Hulk Rosso
Hulk Rosso, fonte: Panini Comics

Hulk Rosso, soprannominato poi Rulk, è stato inizialmente creato dallo sceneggiatore Jeph Loeb e dal disegnatore Ed McGuinness nel 2008 con l’intento di dare alle stampe il personaggio Marvel più forte e spietato di sempre, in grado di superare letteralmente qualsiasi eroe o cattivo. Consultandosi con l’allora editor in chief Joe Quesada, quest’ultimo propone una versione modificata del gigante di giada che tutti conosciamo e di presentarla con un colorito diverso dal solito. Di alternative colorate del personaggio nel corso dei decenni se n’è viste davvero tante come Hulk Grigio, tra i più amati e apprezzati per il suo intelletto superiore, l’Hulk blu dotato di Uni-Power, l’Hulk arancione alimentato ad energia solare e davvero tantissimi altri, ma quello rosso era stata un’idea originale di Kenneth Johnson già negli anni ’70.

Avevano bisogno di un antagonista che si scontrasse con il gigante di giada in una serie tv mai realizzata e il colore serviva solo a distinguerli (quindi quel “perché sì” non è troppo lontano dalla verità). Loeb e McGuinness prendono a piene mani l’idea e la sfruttano, lasciando il cremisi della pelle per rappresentare un nuovo livello di cattiveria e furia, ma anche perché psicologicamente le persone assegnato questo colore a un grosso pericolo. Da qui è iniziata la genesi editoriale di un personaggio piuttosto amato nei fumetti, ma ora cerchiamo di capire il perché del colore all’interno della trama.

Un villain caloroso

Hulk Rosso nei fumetti
Hulk Rosso nei fumetti, fonte: Panini Comics

Se nel film sappiamo già dai trailer che la vera identità di Hulk Rosso è quella del generale, ormai presidente, Ross (interpretato in questa pellicola da Harrison Ford e precedentemente dal compianto William Hurt), nella versione cartacea hanno mantenuto il segreto molto più a lungo, così come per l’origine dei suoi poteri e del suo colore. Non conosciamo, ancora, la trama del film nel dettaglio, ma nei fumetti usciti nel 2008 si viene a scoprire che il generale è stato convinto dalla società segreta Intellighenzia e da altri villain storici Marvel a ricevere un siero del super soldato modificato unendo raggi gamma e poteri cosmici.

Questi ultimi permettono non solo a Ross di mantenere la propria lucidità ed intelligenza, ma di emettere calore dal proprio corpo arrivando al punto di trasformare la sabbia in vetro tramite il solo contatto. Sono questi raggi cosmici, quindi, a rendere la pelle cremisi, aumentando quindi il calore corporeo di Rulk. Un dettaglio che dona un’identità ben differente rispetto alla controparte che ben conosciamo.

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Nato il 19 Dicembre 1992, ha capito subito che il cinema era la sua strada. Dopo essersi laureato in filosofia all'università di Palermo e aver seguito esami, laboratori e corsi sulla critica, la storia del cinema e la scrittura creativa, si è focalizzato sulle sue più grandi passioni: scrivere e la settima arte. Ha scritto per L'occhio del cineasta ed è stato redattore per Cinesblog fino alla sua chiusura. Ora si occupa di news e articoli per ScreenWorld.it, per CinemaSerieTv.it e CultWeb.it