Come può vedere l’umanità un essere che rasente il divino?  Mentre noi alziamo gli occhi al cielo per vederlo volare tra i palazzi, un fulmino rosso e azzurro, questa potenza infinita potrebbe limitarsi a guardare in basso vedendo creature insignificanti. Questa è da sempre la contraddizione di Superman, il dio alieno che sceglie di essere uomo.

Comprensibile come più volte si sia accostato il Kryptoniano alla figura di Cristo, senza rasentare la blasfemia. All’interno del mito dell’Azzurrone non mancano le possibili attinenze alla sfera cristologica, non ultimo il suo sacrificio, come ci ricordano grandi pagine della storia del fumetto. Ma la volontà di essere comunque umano – anzi, spesso più umano degli umani – rimane uno dei grandi simboli di Superman. Anche più della S sul suo petto.

Nel cercare di trovare una particolare affinità al sentire umano, persino Superman può scoprire fragilità interiori che, indirettamente, lo rendono espressamente umano. Una consapevolezza che ci viene palesata da Brian Azzarello, che con il suo Per il Domani ha offerto una visione di Supes che prende vita proprio dalla sua umanità.

Il mondo sofferente

Superman: Per il Domani
Superman: Per il Domani – © DC Comics

Il mondo si sta riprendendo da un’immane tragedia: milioni di persone sono sparite senza lasciare traccia. Una società che ora vive la perdita come una minaccia non risolta, nemmeno per Superman, colpito anche lui da questo evento. Non solo per avere perso la donna amata, ma perché ora colpito dal senso di colpa di non avere protetto l’umanità.

Una ferita che sanguina, che lo colpisce così duramente da scegliere di iniziare ad aprirsi con un prete. Confessioni lontane dalla sacralità del segreto confessionale, in cui Superman si racconta e rivela cosa sia accaduto in questo anno così diverso. Non solo senso di colpa, ma anche un’apparente presa di coscienza del proprio potere, del suo potersi prendere il diritto di intervenire nelle faccende umane, con decisione.

In nome di un bene superiore, impegno che lo porta a entrare in azione in scenari di guerra, portando la pace, calandosi sempre più nelle complessità umane, eliminando l’equazione bicromatica bianco e nero, giusto o sbagliato. E da questa sua visione, Superman inizia a porsi interrogativi estremamente umani, avvicinandosi a noi non tanto nei nostri punti di forza, quanto nelle nostre fragilità.

Superman, più umano che super

Azzarello non si limita a studiare una run dell’Azzurrone che lo racconti da una diversa prospettiva, ma lo avvicina a noi in uno dei periodo più complessi della contemporaneità americana. Quando Per il domani viene presentata al pubblcio, oltreoceano le ferite dell’11 settembre sono tutt’altro che guarite, accompagnate da una paura graffiante del domani, del poter rivivere l’immane tragedia sofferta.

Questa ansia permea sin dall’inizio Per il domani. Sin dai primi dialoghi tra Supes e il suo nuovo amico, traspare l’inquietudine che si possa rivivere una seconda sparizione, che altre persone possano finire inghiottite dall’oblio. In tutto questo, l’essere il più potente degli eroi, il sentirsi protettore di un mondo ferito e sofferente, spinge Superman sull’orlo della rottura di quel principio inviolabile di proteggere senza dominare.

Un punto di rotture che sembra allontanarlo anche dai suoi amici della Justice League, tanto che in un’accesa discussione non si limita a un rapido contrasto con Batmana, ma arriva a uno scambio piuttosto piccato con Martin Manhunter, in cui il kryptoniano sembra peccare di superbia, tanto che il marziano non manca di riprenderlo:

La tua capacità di soffrire è forse più grande della loro…o della mia

La terapia per il superuomo

Superman: Per il Domani - © DC Comics
Superman: Per il Domani – © DC Comics

Azzarello separa Superman dai suoi amici e dall’umanità giocando propria sulle emozioni più forte e acide dell’umanità. Nel momento più intenso della storia, scopriamo come Supes avesse un segreto che cambia la prospettiva della storia, aiutandoci a rivedere anche le prime impressioni sul kryptoniano.

Non più alieno, non più divino, ma incredibilmente umano, nelle sue speranze e nei suoi errori. Questa è la più grande eredità di Per il domani, creare una visione di Superman che sia al contempo rivisitazione della sua allegoria messianica e intrecciarla al sentore di una comunità che non riesce a sopportare una perdita, sapendo che il senso di sicurezza che la ha sempre cullata è venuto meno.

Con maestria, Azzarello non si limita a creare un plot in cui le difficoltà dell’America in ripresa vengono trasmigrate nel fumetto, ma pone Supes in una posizione in cui si apre, in cui mostra fragilità e apparentemente un crollo della sua solita sicurezza. Una lunga terapia per l’Azzurrone, che culmina  nell’affrontare le proprie azioni, manifestazioni di timori e paure incredibilmente umane.

Dove Azzarello è impeccabile nella scrittura, non meno incisivo è Jim Lee. Non solo occasione per mettersi alla prova con un cult del comics supereroico, Per il Domani giova enormemente delle fisicità e delle dinamiche di Lee, che coglie l’eroismo di Supes quanto la sua umanità. Il lettore si perde facilmente nella muscolarità delle scene d’azione, ma è impossibile rimanere indifferenti alle espressioni più pacate e sofferenti dei personaggi.

Il domani inizia da noi

La combinazione perfetta tra la trama di Azzarello e le tavole di Lee rende Per il domani una storia che, non cercando riferimenti particolarmente criptici del mito dell’Azzurrone, consente a tutti i lettori di apprezzare questo ciclo di Supes. I cultori del Kryptoniano troveranno sicuramente modo di apprezzare elementi fondanti del suo mito, ma anche chi ha una conoscenza superficiale di Superman può apprezzare l’interpretazione di Azzarello.

Per il domani resta un’avvincente lettura di Superman, una rivisitazione che ha il sapore del primo contatto con il personaggio, che culmina con un finale in cui la vera anima di Superman si palesa pienamente

“Così mentre edifico una nuova fortezza della solitudine..stavolta circondata dalla vita invece che dal gelo…ripenso alla mia vita, ai miei cari, alla mia casa, alla mia lotta e a voi. Sarò sempre qui per salvarvi. Perché sono Superman. Credeteci fino alla fine. La fine. Quando giungerà mi chiedo però…chi salverà me?”

Conclusioni

8.0 Terapeutico

La combinazione perfetta tra la trama di Azzarello e le tavole di Lee rende Per il domani una storia che, non cercando riferimenti particolarmente criptici del mito dell’Azzurrone, consente a tutti i lettori di apprezzare questo ciclo di Supes. I cultori del Kryptoniano troveranno sicuramente modo di apprezzare elementi fondanti del suo mito, ma anche chi ha una conoscenza superficiale di Superman può apprezzare l’interpretazione di Azzarello.

The Good
  1. Punto di vista interessante su Superman
  2. Jim Lee è una gioia per gli occhi
  3. Superman incredibilmente umano
The Bad
  1. Alcuni dialoghi troppo referenziati alla cultura americana
  • 8
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Classe '81, da sempre appassionato di pop culture, con particolare passione per il mondo dei comics e la fantascienza. Dal 2015 condivide queste sue passioni collaborando con diverse testate, online e cartacee. Dopo una lunga presenza su Cultura Pop, entra nella squadra di ScreenWorld come responsabile dell'area editoria con una precisa idea: raccontare il mondo del fumetto da una nuova prospettiva