La storia del cinema è costellata di leggende legate a realizzazioni funamboliche e misteri mai risolti, che hanno generate veri e propri miti orrorifici. Una suggestione che Scott Snyder ha scelto di unire all’omaggio al fumetto horror classico con il suo Night of the Ghoul, visione orrorifica che Star Comics raccoglie in un volume della sua collana Astra.
Sotto questa etichetta, Star Comics pubblica racconti di varia natura che si propongono ai lettori come appassionanti variazioni rispetto alla ricca offerta manga dell’editore. Sia rivolta a un pubblico differente che invito ai propri aficionados per sperimentare nuove letture, Astra si fa forza di un catalogo che, pur privilegiando la sci-fi, non manca di toccare diversi generi, come l’horror.
L’orrore di un tempo

Snyder non è nuovo alle suggestioni orrorifiche, alla base di alcune delle sue più apprezzate produzioni. Come ogni autore horror, Snyder ha identificato la propria matrice orrorifica nella tradizione folkloristica, sulla falsa riga di King, andando a cercare una sinergia tra immaginario e reale.
Anche per Night of the Ghoul, questa sua visione si ricollega a una delle grandi direttrici dell’orrore americano, ossia il concetto del perduto, del dimenticato. Rivedendo la letteratura di genere made in U.S.A., si ritrova spesso il tema del perduto come una sorta di scampato pericolo, quasi che andare a scavare nel passato in cerca di verità ignote diventi origine di grandi orrori. Un dogma che nei comics si è fatto largo anche in autori come Brubaker, che lo ha esplicitato in Fatale, ma che Snyder rivede al meglio nella disavventura di Forest Innman.
Il ritorno del male puro

In una casa di riposo sperduta è accudito T.F Meritt, una leggenda del cinema sparita da decenni. La sua sparizione coincide con la rovinosa lavorazione del suo horror La notte del Ghoul, pellicola maledetta sparita dalla circolazione, alimentando la leggenda del suo regista. A riportare alla luce la verità su questo film maledetto è Forest Innman, archivista cinematografico, deciso a scoprire quanto sia realmente accaduto, non solo per amor del cinema, ma come dimostrazione di poter concludere qualcosa nella vita, per apparire migliore agli occhi del figlio.
È proprio quest’ultimo che lo accompagna presso la casa di riposo, dove gli Innman sono accolti freddamente. Il personale pare reticente a far incontrare Merrit, tanto da tentare di scoraggiare i due visitatori avvisandoli dei deliri paranoici dell’anziano regista.
Durante il colloquio tra Merrit e Forest, il regista confida come la trama del suo film sia ispirata a una storia accaduta realemente durante la Seconda Guerra Mondiale. Durante il conflitto, in Germania una squadra di soldati americani avrebbe risvegliato un male antico, il ghoul, che venerato dall’Ordine della Mosca, congrega segreta che da secoli veglia e attende il ritorno di questo nemico dell’uomo.
Ad opporsi è la Legione dello Scarabeo, una setta che si oppone al ritorno del ghoul, e che Merrit vuole sia contatta da Innman, prima che sia troppo tardi. Inizialmente scettico, Forest assorbe queste nozioni come i vaneggiamenti di un uomo malato, salvo assistere ad eventi che non solo lo convincono della verità di quanto ascoltato, ma lo spingono a prendere parte a questa lotta atavica.
Orrore classico

Con Night of the Ghoul, Snyder si discosta dal gusto moderno dell’horror, in cui dominano jumpscare e splatter. La sua vena creativa lo porta a ricercare il senso di angoscia e orrore emotivo tipico dei comics anni ’50, specialmente quelli marchiati EC Comics, dove si creavano situazioni di feroce orrore capaci di sconvolgere l’opinione pubblica, al punto da avviare quel percorso riformatore che, partendo con il saggio La seduzione dell’innocente, culminò con il Comics Code Authority.
Snyder raccoglie questa eredità, scegliendo una matrice narrativa che si avvicina per elezione spirituale a cult come Tales of the Crypt, identificando nel mistero serpeggiante e nella claustrofobia del ricordo del passato la sua forza. Ne scaturisce un continuo cambio di prospettiva, diverse scoperte che si susseguono inizialmente atte a confondere il lettore, salvo poi, con grande maestria, svelare il vero cuore della vicenda, dando al tutto una visione ancora più orrorifica.
Una natura mutevole e graffiante che viene esaltata dall’ottimo lavoro di Francesco Francavilla, artista nostrano che disegna e colora Night of the Ghoul. L’approccio grafico di Francavilla è improntato alla semplicità, con linee rapide arricchite da dettagli essenziali, contenuto da una gabbia che pur rispettando i dettami del fumetto d’annata, non manca di prendersi le giuste libertà, trovando soluzioni che imprimano il giusto pathos, con primi piani d’impatto valorizzati da una gestione delle ombreggiature di altissimo livello.
Fumetto e cinema

È proprio la perfetta colorazione di Francavilla a segnare in modo unico la lettura di The Night of The Ghoul. Non solo per un utilizzo mirabile delle ombre, ma per la scelta di una palette cromatica in cui dominano arancione, viola e rossi intensi, quasi a voler ricordare una certa fotografia tipica degli horror classici. Cura manicale della cromia che spinge Francavilla a realizzare una colorazione seppia suggestiva per il racconto del passato, racchiuso in una cornica che ricorda una pellicola cinematografica,
Forte di queste componenti, Night of the Ghoul si presenta come una lettura horror di grande personalità, ma rivolta a un pubblico preciso. Difficilmente gli appassionati di splatter e jumpscares apprezzeranno questa storia che si prende i giusti tempi per il suo crescendo emotivo, rifacendosi a una narrativa horror più classica, fondata su suspance e temi di segreti atavici e malvagità pura e semplice.
Conclusioni
Night of the Ghoul si presenta come una lettura horror di grande personalità, ma rivolta a un pubblico preciso. Difficilmente gli appassionati di splatter e jumpscares apprezzeranno questa storia che si prende i giusti tempi per il suo crescendo emotivo, rifacendosi a una narrativa horror più classica, fondata su suspance e temi di segreti atavici e malvagità pura e semplice.
The Good
- Snyder omaggia il fumetto horror classico
- Francavilla interpreta magnificamente la storia
- Un horror avvincente e ben scandito
The Bad
- Non adatto agli amanti dell'horror moderno