“Uno scricchiolio…uno scricchiolio nella sedia che avevo davanti, quella che di solito occupa chi viene a parlare con me.”

Appare come un fantasma Juan Galvèz, spaventando colui che diventerà il testimone della sua incredibile vita, a cui si presenterà con un nome che diventerà leggenda, nel mondo del fumetto: l’Eternauta. Cult senza tempo del fumetto mondiale, l’historieta firmata da Héctor G. Oesterheld e Francisco Solano López è considerata una lettura fondamentale per comprendere le potenzialità della nona arte come strumento critico del nostro presente.

Un incipit metanarrativo, che non si limita a sancire la vis narrativa del fumetto, ma vede nella fantascienza un perfetto ritratto allegorico del mondo reale. L’Eternauta non si palese, infatti, a una persona qualunque, bensì a uno sceneggiatore di fumetti, scelta con cui i due autori giocano con i lettori, convincendoli che quanto leggeranno sia la vera storia di un uomo straordinario.

Fumetto e impegno sociale

La lotta per la sopravvivenza in L'Eternauta
La lotta per la sopravvivenza in L’Eternauta – © Eredi di H.G. Oesterheld/Francisco Solano Lòpez

L’Eternauta rimane ancora oggi un racconto profondamente politico, nel senso più nobile del termine. Alla sua uscita, l’Argentina sta vivendo gli anni inziali del peronismo, e si stanno palesando quelle condizioni di ricostruzione sociale che daranno alla nazione una nuova vitalità. La rivalsa della gente comune, degli descamisados, che diventano il simbolo di un orgoglio nazionale.

Non è un caso che Juan Galvèz e le persone che gravitano attorno a lui siano persone del popolo, che Oesterheld si soffermi immancabilmente sull’indicare la loro professione, quasi fosse un tratto distintivo all’interno di un ecosistema sociale.  Ennesima riconferma di come l’attenzione sia posta sulle persone comuni, che veicolano il sentire dell’uomo strada, sin dalle prime battute di questa incredibile vicenda.

Questa fine del mondo, un’invasione aliena come di moda del periodo, non segue i classici canoni della sci-fi contemporanea americana. Se negli States il pericolo rosso fa nascere L’Invasione degli Ultracorpi, L’Eternauta si focalizza invece sulla conseguenza di questo evento catastrofico, mostrando le reazioni dei singoli al dramma e al mutamento dell’ordine sociale. Non a caso, questa invasione si insinua subdolamente, un modo evidente per mostrare l’ingerenza yankee nel Sud-America, tramite un soft power sempre meno soft che avrebbe segnato profondamente l’America Latina nella seconda metà del ‘900.

Sopravvivere è un imperativo morale

Juan Salvo la notte in cui finì il mondo
Juan Salvo la notte in cui finì il mondo © Eredi di H.G. Oesterheld/Francisco Solano Lòpez

Non una storia d’azione, quanto il ritratto di un gruppo di disperati sopravvissuti. Niente eroi alla Flash Gordon, ma persone comuni che cercano di non cedere alla disperazione, impotenti di fronte a una minaccia inarrestabile ma comunque determinati a non cedere, costretti a divenire eroi loro malgrado. Specialmente nelle prime battute della storia, questo senso di incredulità, l’incertezza della minacciosa neve che avvolge Buenos Aires sono i segni di una spaccatura emotiva travolgente per questi uomini e donne comuni, che assistono alla fine del loro mondo

“Non riuscii a dirle niente. La sua domanda ritraeva perfettamente la catastrofe che si stava abbattendo intorno a noi, tutta la morte che si stava scagliando sulla grande Buenos Aires”

A dominare la visione di Oesterheld è sempre questa sinergia emotiva con il popolo. Anche con l’entrata in scena di militari e alieni, persino nei momenti più intensi di questa guerra per l’umanità, il focus rimane sulle persone. La sensazione è che la fine del mondo rimanga sempre in secondo piano, lasciando che a dominare la scena siano le manifestazioni emotive di questi sopravvissuti, distaccandosi dalla tradizione contemporanea di un fumetto sci-fi action.

Ritratto della fine del mondo

- © Eredi di H.G. Oesterheld/Francisco Solano Lòpez
La dura sopravvivenza nel nuovo mondo – © Eredi di H.G. Oesterheld/Francisco Solano Lòpez

Al punto che anche stilisticamente, il mondo ritratto da Solano López  si discosta dal tipico immaginario fumettistico del periodo.

Mentre il cinema mostrava una fantascienza dinamica, L’Eternauta rallenta il ritmo, scende nel personale dei personaggi e si sofferma sui dettagli. Pur dovendo tenere un elevato ritmo narrativo, per la pubblicazione sul settimanale Hora Cero, il lavoro di Solano López si caratterizza per un’estrema cura nella ritrattistica dei volti, che sorprendono per la loro intensità. Non solo, ma anche introducendo un elemento di realismo, inserendo luoghi reali di Buenos Aires, arricchendoli di aspetti di concreta quotidianità, come merci esposte su scaffali o cartelli stradali

Solano López utilizza mirabilmente il bianco e nero. Il nero in particolare diventa una nota emotiva forte, usata come contrasto nei momenti più cupo dei primi momenti di questo dramma che inizia di notte, lasciando poi spazio al dominante bianco, cromia della neve assassina che tutto riveste.  Anche nelle scene più concitate, il disegnatore non manca di portare rapidamente lo sguardo del lettore sui volti testi e affranti, ritraendo posture di tensione palpabile.

Una ricchezza visiva che viene, in un certo senso, protetta dalla compattezza della striscia. Il formato di prima pubblicazione di L’Eternauta è vincolato alla rivista su cui viene presentato Tre vignette per tre strisce, in cui poter inserire visioni panoramiche, giocando sulla diversa dimensione delle singole vignette, fondamentali per creare una sensazione di ampi spazi, o più compatte, per accentuare il focus sui volti dei protagonisti, segnati e ricchi di ombre, o su precisi dettagli.

Motivo per cui, la recente riedizioni di Panini Comics, che preserva il formato originale dell’opera, risulta il modo migliore per godere l’Eternauta nella sua piena potenza narrativa.

L’immortalità dell’Eternauta

La spietata lotta per la sopravvivenza
La spietata lotta per la sopravvivenza – © Eredi di H.G. Oesterheld/Francisco Solano Lòpez

L’Eternauta, letto oggi, sembra esser un fumetto inquietantemente preveggente. Quando vissuto da Juan Salvo sembra un’allegoria del corso sociale argetino successivo, una relazione che non sfuggì nemmeno allo stesso Oesterheld. Quando l’Argentina venne scossa dalla dittatura, L’Eternauta venne riscritto per raccontare la nuova realtà, affidato a Breccia, subendo un’opera di revisione che asciugò al massimo la storia per evidenziare in modo ancor più marcato il suo sottotesto politico. Ma si scontrò con la verità storica, quando lo stesso Oesterheld finì tra le fila dei desaparecidos, lasciando incompiuta questa riscrittura.

Non è un caso che ora che Juan Salvo si appresta a diventare una serie Netflix, il colosso dello streaming abbia prima voluto presentare un documentario sul suo autore. La concezione de L’Eternauta è quanto mai figlia di un impegno socio-politico evidente, un grido di allarme contro l’apatico disinteresse per la vita sociale, un inno all’impegno politico, specie come resistenza all’ingiustizia.

Un elemento comune alla tradizione delle historietas, da Perrulut ai Racconti di un futuro imperfetto di Brecccia. L’approccio critico di Oesterheld ha segnato profondamente la letteratura a fumetti, influenzando opere successive che hanno visto nella fine del mondo la perfetta lente sotto cui analizzare la vera natura umana, quando portata al limite. Lezione appresa da autori come Kirkman o Faraci che hanno risentito del carisma dell’Eternauta per creare la loro umanità alla fine del mondo.

Considerabile come un antesignano del fumetto survival, L’Eternauta rimane un’opera di grande complessità, troppo spesso relegata al ruolo di fumetto fantascientifico. Oesterheld riconduce la fantascienza alla sua radica di strumento analitico ma non lo rende preminente, ma anzi spesso viene così offuscato dall’attenzione al dettaglio umano della vicenda da risultare impalpabile.

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Classe '81, da sempre appassionato di pop culture, con particolare passione per il mondo dei comics e la fantascienza. Dal 2015 condivide queste sue passioni collaborando con diverse testate, online e cartacee. Dopo una lunga presenza su Cultura Pop, entra nella squadra di ScreenWorld come responsabile dell'area editoria con una precisa idea: raccontare il mondo del fumetto da una nuova prospettiva