Salvatori, protettori, martiri; che si stia parlando di Superman e Wonder Woman o Batman e Freccia Verde, l’aura divina con la quale vengono presentati gli eroi DC è un sempreverde delle loro storie. Ma anche gli dei falliscono. Combattono, cadono, a volte si rialzano. Ed è proprio in questa nuova rubrica che vi parleremo della loro caduta. Dopo Batman: Knightfall, è il momento di una storia che ha veramente segnato l’universo fumetto: La Morte di Superman. La storia che uccise l’Uomo d’Acciaio e che sconvolse il mondo intero.
Doomsday è qui
Nel 1992, dalla mente di Dan Jurgens, Roger Stern e altri, nacque l’idea della morte di Superman, un ciclo di storie che puntava a modificare radicalmente l’immaginario del primo supereroe del mondo, e ovviamente attirare nuovi lettori. La storia era semplice, come da titolo d’altronde: Superman doveva morire. Per farlo, Dan Jurgens creò uno dei più potenti cattivi dell’universo DC, Doomsday, una creatura capace solo di distruggere tutto ciò che la circonda.
A provare ad arrestare l’avanzata della creatura, una Justice League non composta dalla sua prima e più famosa guardia, ma quella di Guy Gardner (avete guardato il nuovo Superman al cinema?), Blue Beetle, Bloodwynd, Ice e Booster Gold. Proprio quest’ultimo, totalmente massacrato da Doomsday, verrà tratto in salvo dall’Azzurrone, che inizierà una battaglia con il mostro alle porte di Metropolis.
La battaglia disumana termina con un ultimo colpo fatale che uccide i due personaggi. The Death of Superman termina così, il nostro eroe caduto, abbracciato dalla disperata Lois Lane, silenzio e nient’altro. Da questo momento, la serie si aprirà verso due nuovi capitoli Funerale per un amico e Il regno dei Supermen!. Queste storie possono essere oggi recuperate in un unico volume chiamato La Morte e Il Ritorno di Superman.
Un mondo senza speranza
Quello che sorprende subito de La morte di Superman è la chiarezza del titolo, che lascia veramente poco spazio all’interpretazione. Facendo un po’ di dietrologia, con Crisi sulle Terre Infinite, ma anche un altro evento tragico come Una morte in Famiglia, il lettore non veniva investito totalmente da cosa sarebbe accaduto nella storia. Questa storia di Dan Jurgens, invece, dava l’avvio a un nuovo approccio di DC Comics per attirare nuovi lettori, sconvolgendo lo status quo di alcuni personaggi cardine di questo universo. Superman prima, Batman, con Knightfall, poco dopo, si ritrovava in panchina (cosa ben nota ora), con lo shock di lettori e appassionati, vecchi e nuovi, che non sapevano cosa sarebbe successo a venire.
Ma La morte di Superman, potrebbe funzionare senza questo chiarissimo titolo? La risposta è subito chiara: si. Pur lasciando poco all’immaginazione, quello che si evince dalla storia è la totale assenza di segnali che possano lasciar intendere che Big Blue morirà, salvo ritrovarsi davanti al famoso panel finale. Questo escamotage è frutto della mente di Roger Stern, utilizzato già in “Nothing Can Stop the Juggernaut”, una storia di Spider-Man dove vediamo Peter Parker fronteggiare l’inarrestabile Fenomeno per salvare Madame Web. Stern, aiutò nella sceneggiatura della saga di Superman, attribuendo a Doomsday, appunto, l’inarrestabilità che lo contraddistingue.
Per tutta la storia, la creatura seminerà caos e panico per il mondo, devastando anche la Justice League durante il tragitto, non fermandosi davanti a nulla. Troverà pane per i suoi denti solo davanti a Kal-El, ingaggiando un combattimento potenzialmente infinito. L’effetto sorpresa/shock aumenta perché al tempo non si conoscevano ancora le origini kryptoniane di Doomsday, facendo pensare solo fosse una creatura arrivata dal nulla e incredibilmente forte. Tutto si chiude con il tremendo finale. Sarebbe bello anche sapere la reazione dei lettori dell’epoca, senza avere appunto conoscenza del futuro editoriale di Superman.
Cosa c’è stato dopo?
Dopo La morte e il Funerale per un amico, inizia la miniserie Il regno dei Supermen!, con alcuni contendenti pronti a raccogliere l’eredità del mantello. I quattro papabili nuovi Azzurroni erano Cyborg Superman, l’Eradicatore, Acciaio e Superboy. Per chi conosce il pantheon di eroi DC, sa che questi personaggi ancora oggi ricorrono nelle storie dell’Uomo d’Acciao, tra cui Superboy e Acciaio che hanno avuto, negli anni, anche delle testate a loro dedicate. Questi quattro, durante l’evento, sono però serviti al vero e proprio ritorno di Clark Kent, più carico che mai a proteggere di nuovo il mondo.
Ma questo evento così grande, non poteva fermarsi alle sole pagine di Superman. Come dicevamo poc’anzi, da qui iniziarono le varie miniserie “shock” del mondo a fumetti. Knightfall fu quella più vicina cronologicamente alla Morte di Superman; poi ancora Zero Hour colpì Hal Jordan, la Lanterna Verde. In Marvel ci fu la chiacchieratissima Saga Del Clone, per esempio. Storie che, nel bene o nel male, si sono radicate e hanno modificato il modo di fare fumetto e renderlo più vicino a quelli che conosciamo oggi.
Indubbiamente, Death of Superman non è una storia perfetta, e come si poteva immaginare anche all’epoca, lo status quo si sarebbe ripristinato dopo poco. La storia, però, è sicuramente un pilastro del mondo fumetto di oggi, che è stata capace di raccogliere l’emozione di tutti, lettori e non, per conoscere le sorti del primo supereroe del mondo. Inoltre, la bravura dei suoi creatori è da ricercare anche nella capacità di descrivere ed enfatizzare al meglio le caratteristiche di Superman: buono, pronto a sacrificarsi per il bene comune, inarrestabile contro ogni minaccia. Questo, di nuovo, è tutto ciò che rende Superman quello che è e senza la sua Speranza, il mondo sarebbe sicuramente un posto più triste!