A differenza degli eroi Marvel, che ricordiamo rappresentare maggiormente l’uomo comune anche nei problemi extra-maschera, generalmente i supereroi dell’universo DC ci sono sempre stati presentati come divinità. Essere superiori che combattono per il bene del genere umano, anche pronti a camminare tra il popolo ma posizionati ad un livello comunque più alto.
Salvatori, protettori, martiri; che si stia parlando di Superman, Wonder Woman o Batman e Freccia Verde, l’aura divina con la quale vengono presentati è un sempreverde delle loro storie. Ma anche gli dei falliscono. Combattono, cadono, a volte si rialzano. Ed è proprio in questa nuova rubrica che vi parleremo della loro caduta, a cominciare con il Cavaliere Oscuro e quella volta che fu spezzato in due, sia nella mente che nel corpo.
Knightfall
Tra il 1993 e il 1995, un team di scrittori di tutto rispetto quali: Alan Grant, Chuck Dixon, Dough Moench, Dennis O’Neal e Jo Duffy, decise di dare un’enorme batosta al Crociato Incappucciato. La trama di Knightfall è semplice: Bane, evaso dall’Arkham Asylum insieme a tutti i suoi prigionieri, mette sotto scacco l’intera Gotham City e porta Batman e la Bat Family verso l’esasperazione. Diversi supercriminali si uniranno per contrastare polizia e Cavaliere Oscuro, mentre il terrificante Bane ne muove le fila.
Durante un feroce scontro tra i due, con conseguente devastazione di Villa Wayne e Bat Caverna, il Cavaliere Oscuro verrà spezzato in due da Bane, e lasciato inerme tra la folla di Gotham. Al suo risveglio, la prognosi è tremenda: Bruce Wayne resterà totalmente paralizzato. Da questo momento in poi, rotto sia nella mente che nel corpo, Batman ha bisogno di trovare un erede, qualcuno che lo sostituisca nella sua battaglia contro il male.
Bruce Wane designa Jean Paul Valley/Azrael come nuovo portatore del mantello, ma fin da subito il personaggio inizia a dare segni di squilibrio. Il templare, infatti, corrotto dal Sistema, diventerà estremamente spietato e letale nella sua lotta contro il crimine di Gotham; da questo momento gli obiettivi dell’originale Batman saranno due: fermare Bane e Azrael ormai impazzito. Il resto, è una storia portante dell’universo DC e del mondo di Batman che sicuramente non dovrebbe mancare nelle librerie degli appassionati.
Batman spezzato
Indubbiamente, Knightfall è un grande classico del mito di Batman. Quello che hanno creato gli autori di questa storia così importante è sicuramente oltre il puro action fumettistico degli anni ’90. Con questa serie, viene appunto presentata una nuova visione del divino, caduto per mano del male e quindi messo sotto una nuova luce. Fino a quel momento, il Cavaliere Oscuro è stato, si messo in discussione, ma mai letteralmente spezzato e “accantonato” in favore di un nuovo Crociato Incappucciato.
Un po’ come la rinarrazione di Superman di John Byrne nel post-Crisi, Knightfall mette sotto nuovi riflettori l’infallibile Uomo Pipistrello, avvolto più che mai in un aura di potenza assoluta pur essendo, tutto sommato, un uomo comune, senza contare il conto in banca. Grazie a Knightfall si vedono temi come la natura dell’eroismo, salute mentale, l’impatto di un trauma e le responsabilità avere una grande fetta di attenzione e che apre, ai lettori e agli autori, nuovi spunti di riflessione e di sviluppo per le storie future.
Pur risolvendosi nel migliore dei modi, Knightfall attraversa delle fasi che portano il lettore a interrogarsi realmente sul destino di uno degli eroi più amati al mondo, con l’effettivo interrogativo del suo ritorno sempre presente. La tavola di Bane che spezza la schiena a Batman, che è ormai storia, esplode nella mente degli appassionati, restando un punto fermo capace di raccontarci, e farci ricordare, che anche gli eroi possono cadere.
“Knightfall” è anche il nome del piano finale di Bruce Wayne per difendere Gotham e tutti i suoi cari nel videogioco Batman: Arkham Knight.
E le conseguenze di Knightfall?
Indubbiamente, una saga come Knightfall è impossibile non venga ripresa, anche concettualmente, dagli autori arrivati dopo a scrivere le gesta del Crociato Incappucciato. Tom King è tra quelli che, nella sua gestione del personaggio, ha forse incarnato meglio la definizione di “conseguenze”.
In I Am Suicide, seconda parte della sua run iniziata nel 2016, Batman si ritrova a dover recuperare lo Psico-Pirata dalla prigione di Santa Prisca, ovvero la tana di Bane. Conscio di quello che il supercriminale gli ha causato, il Cavaliere Oscuro ripeterà a mo’ di cantilena delle frasi che non sono altro che un modo per cercare di esorcizzare la sua paura di Bane.
Nel #10 nello specifico, il Pipistrello combatterà con tutte le sue forze contro l’armata di Bane e lo vedremo vacillare di fronte al capo di quello stato-prigione, senza però perdere di vista il suo obiettivo. In tutta la sua run, Tom King ha portato più volte il nostro eroe a fronteggiare la paura vera e propria, scaturita proprio da quello che fu l’evento Knightfall. Sempre con una fantastica gestione del media linguistico, lo scrittore statunitense ha indubbiamente portato a un livello superiore la classica disamina tra uomo/maschera/dio, creando una delle più belle e interessanti run sul personaggio.