Ritorno alle origini. Un titolo che sembrava quasi un promessa ai lettori, a quei Veri Credenti che attendevano con ansi il ritorno in grande stile dei Fantastici Quattro, questo è stato il biglietto da visita con cui John Byrne è entrato nelle case dei lettori Marvel con la sua run solitaria della First Family marveliana

Un impegno non da poco, arrivato in un periodo in cui gli eroi marveliani stavano affrontando momenti importanti nati come fine della Silver Age, dove la perdita dell’innocenza dei supertizi aveva portato alla nascita di storia come La notte in cui morì Gwen Stacy o Il demone della bottiglia. La fine degli anni ’70 e i primissimi anni ’80 furono centrali nell’evoluzione del racconto supereroico, specialmente in casa Marvel.

Il nuovo corso dei comics marveliani

Fantastici Quattro di John Byrne
Fantastici Quattro di John Byrne – © Marvel Comics

L’aver forzato sempre più i rigidi confini della censura della Comics Code Authority consentiva agli editori di iniziare a guardare oltre i limiti della pagina, gettando uno sguardo alla realtà e a renderla sempre più partecipe della vita dei supereroi. Anche sul piano narrativo, affrontare temi come l’alcolismo, piaga sociale particolarmente sentita nella società americana del periodo, o la morte per malattia divenne quotidiano, garantendo libertà ai narratori.

In Casa Marvel, questo consentì di lanciarsi in ardite sperimentazioni, concettuali e narrative. Jim Starlin inaugurò il lungo corso delle graphic novel marveliane con la struggente La morte di Capitan Marvel, sotto lo sguardo attento di Jim Shooter, timoniere di una Marvel in cerca di idee e che in Shooter ebbe uno dei tasselli fondamentali della sua evoluzione.

A inizio anni ’80, la Marvel sembra una corazzata. Dopo anni di oblio, il ritorno dei Mutanti con Seconda Genesi rende i pupilli di Xavier nuovamente avvincenti, specialmente dopo che gli X-Men vengono affidati a Chris Claremont, la scintilla vitale del Rinascimento mutante, e un giovane Frank Miller calca le violente strade di Hell’s Kitchen per raccontare le gesta di Daredevil.

Uno slancio verso un racconto a fumetti più maturo e contemporaneo, dai toni spesso violenti, ma capace di suggestionare al meglio i lettori, con riflessioni serie e spiazzante onestà nel ritrarre quel mondo fuori dalla finestra tanto caro a Stan Lee.

Il ruolo dei Fantastici Quattro

Fantastici Quattro di John Byrne: la prima apparizione di Ego, il Pianeta Vivente
Fantastici Quattro di John Byrne: la prima apparizione di Ego, il Pianeta Vivente – © Marvel Comics

All’interno di questa rivoluzione, la famiglia Richards rischiava di apparire poco credibile. Agli albori della Silver Age, Fantastic Four era stata la pietra angolare su era stato costruito il Marvel Universe fumettistico, appellandosi a una narrativa da weird science che pagava pegno alla letteratura pulp.

Le avventure dei Fantastici Quattro erano eredi dei grandi eroi della sci-fi, con viaggi nel tempo e alieni invasori. Un evidente distacco rispetto ai personaggi seguenti che, pur godendo di una genesi ugualmente fanta-scientifica, si configuravano come più realistici, nelle loro avventure. Nei primi numeri firmati dalla premiata ditta Kirby e Lee, le avventure del quartetto erano caratterizzate da una sci-fi irriverente, con gli Skrull che venivano sconfitti e costretti con l’astuzia a nascondersi tra noi come mucche, giusto per dare un esempio.

Se per gli anni ’60 questa ingenuità poteva essere un divertente espediente narrativo, l’arrivo di una sensibilità più matura e un rinnovamento della sci-fi come racconto di massa, grazie alla comparsa di cult come Star Trek o Star Wars, richiedeva di aggiornare questo approccio.

E il compito ricadde su John Byne.

Nuove sfide per la First Family

Fantastici Quattro di John Byrne: la prima apparizione di Ego, il Pianeta Vivente
Fantastici Quattro di John Byrne: i tormenti di Ben Grimm- © Marvel Comics

Con Ritorno alle origini (Back to the basics, Fantastic Four (1961) #232), Byrne vuole riportare la famiglia Richards alle sue origini, non tanto narrative quanto concettuali. Più indicativo il titolo originale, Back to the basics, dove basics, con un gioco di parole idiomatico, punta a quel carattere di avventura scientifica che in casa Marvel faticava a trovare spazio.

Roy Thomas aveva provato a dare alla sci-fi una forma con i primi esperimenti sui Guardiani della Galassia con scarsa fortuna (e proprio i Guardiani furono protagonisti di un incredibile incontro con la First Family marveliana!), ma solo i primi comics legati a Star Wars sembravano attirare il pubblico.

Byrne, quando nel 1981 prese le redini delle avventure dei Richards, decise di cambiare rotta. Una fantascienza che fosse meno spettacolare e pretenziosa e più legata alle particolarità dei personaggi, che fosse veicolo delle loro personalità e che, anzi, li mettesse a dura prova. Sin dalla sua prima storia, dallo scontro con Diablo, è evidente come l’attenzione di Byrne sia rivolta alla reazione emotiva, singolare e corale, del gruppo davanti alle avversità.

Ne risulta una narrazione articolata che ci consente di assistere ad esempio a un’affermazione importante del carattere di Susan Storm. In Fine dell’Infanzia, Susan resiste alla manipolazione di una giornalista che tenta di affermare il suo ruolo di damsel in distress all’interno del gruppo, manifestazione evidente di una propria centralità che pecca di ingenuità con la sensibilità odierna, ma è nel vivo dell’azione che il suo apporto e i suoi poteri si rivela spesso decisivi.

I Fantastic Four moderni

I Fantastici Quattro di John Byrne: alleati del Dottor Destino?
Fantastici Quattro di John Byrne: alleati del Dottor Destino? – © Marvel Comics

Sotto questo aspetto, Byrne sembra aver sentito l’influenza della rivalutazione delle figure femminili avviatosi in Marvel nei primi anni ’80, con Claremont come pioniere tramite la sua riscrittura della figura di Jean Grey nei suoi X-Men.

Byrne aveva dalla sua la sensibilità artistica di chi ha capito come la vera forza di questa famiglia fosse nell’equilibrio delle reciproche fragilità. La spavalderia di Johnny viene bilanciata da un amore tormentato, la forza di Ben è fonte di disagio quanto potrebbe vivere una vita serena da uomo normale con l’amata Alicia e la mente geniale di Reed Richards cede allo sconforto nel non riuscire a ridare al suo amico la sua umanità.

All’interno dell’orizzontalità del racconto di Byrne, si ha non solo una continuity narrativa di eventi e avventure, ma soprattutto emotiva. I dialoghi sono essenziali in questa dinamica, sia tra personaggi che nei flussi di coscienza individuali, dove il lettore viene spesso sorpreso da spiazzanti pensieri che aprono a scenari imprevisti.

Una famiglia per un universo di eroi

Fantastici Quattro di John Byrne: i poteri di Susan Storm
Fantastici Quattro di John Byrne: i poteri di Susan Storm – © Marvel Comics

Un ritratto dei Fantastici Quattro che contempla il ritorno di personaggi storici del loro mito, come Galactus e Destino. In particolare. il dittatore di Latveria riveste un ruolo importante all’interno delle prime storie di Byrne, facendolo passare da nemico storico a necessario male per la Latveria (Questa terra è mia).

La presenza ricorrente di figure aliene, con una relazione sempre più stretta con gli Inumani, e le comparsate di eroi marveliani come Doctor Strange, Capitan America o Iron Man riaffermano la vocazione fantascientifica degli esploratori per eccellenza dell’universo fumettistico marveliano.

La dimostrazione di come Byrne non si sia limitato dare nuova linfa ai Fantastici Quattro, riprendendo anche il design tecnologico tipico di Kirby, ma ne abbia compreso i suoi caratteri essenziali, i basics cui fa riferimento quel titolo d’apertura, dando vita a una run storica che è stato spesso, non immeritatamente, giudicata come uno dei più grandi fumetti di sempre.

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Classe '81, da sempre appassionato di pop culture, con particolare passione per il mondo dei comics e la fantascienza. Dal 2015 condivide queste sue passioni collaborando con diverse testate, online e cartacee. Entra nella squadra di ScreenWorld come responsabile dell'area editoria con una precisa idea: raccontare il mondo del fumetto da una nuova prospettiva