Il fumetto supereroico, per sua natura, ha una criticità. O meglio, una criticità più evidente di altre: la continuity. Personaggi con decenni di storie ricche di eventi e momenti centrali, che hanno concretizzato il loro mito, rendendo complesso ai nuovi lettori individuare possibile entry point. Senza dimenticare come inevitabilmente si renda necessario avviare dei processi di modernizzazione dei personaggi stessi, trovando modalità che consentano di renderli nuovi e al contempo fedeli a sé stessi.  Come risolvere questo dilemma?

Forse per rispondere a questo interrogativo è nata in alcuni autori la voglia di liberarsi da quanti più legami possibili con la rodata continuity dei personaggi, calandoli in una dimensione completamente differente, per vedere quanto del loro spirito si sarebbe ugualmente manifestato. E chi meglio del Cavaliere Oscuro poteva esser oggetto di uno dei più riusciti esperimenti di questa sfida, trasformando il Pipistrello in un eroe vittoriano?

Riscrivere il mito del Cavaliere Oscuro

Gotham by Gaslight
Gotham by Gaslight – © DC Comics

È quanto accaduto nel 1989, anno in cui Batman si apprestava a essere protagonista assoluto della scena cinematografica con il primo capitolo dell’avventura gothamita di Tim Burton, ma che vide il Crociato di Gotham protagonista del cult fumettistico Batman: Gotham by Gaslight.

Pochi anni prima, Frank Miller aveva dato una dimostrazione di quanto Bats potesse essere un personaggio capace di adattarsi ad altri contesti con Il Ritorno del Cavaliere Oscuro. Pur invecchiato, la versione di Miller rimaneva comunque legata alla concezione di futuro possibile per il Pipistrello, pur rimanendo fuori continuity.

Andare in territori inesplorati era ancora una sfida che sembrava appartenere alla Marvel, che con i suoi What if…? aveva iniziato a stuzzicare la curiosità dei lettori con versioni alternative dei propri personaggi, senza scomodare subito quel multiverso di cui ancora sappiamo spaventosamente poco. In DC l’idea di giocare con possibili varianti dei personaggi non era ancora nata, ma fu proprio con Gotham by Gaslight che si iniziò ad esplorare quel concetto di elsewhere che divenne poi il nome di una collana specifica.

Come per i What if….? marveliani, gli Elsewhere sono storie in cui i punti saldi della lunga vita editoriale dei personaggi vengono riscritti, spostando il loro mondo altrove (da cui il nome in inglese). Se oggi queste pubblicazioni atipiche sono diventate una presenza familiare e gradita da parte dei lettori, il merito è dell’ottimo lavoro svolto dagli autori di Batman: Gotham by Gaslight, il primo Elsewhere della storia DC. Ma questi divertissement, come Il Chiodo, non avrebbero mai avuto un futuro se nel 1989 non fosse comparso un Batman vittoriano che avrebbe radicalmente cambiato la percezione del concept dell’eroe di Gotham.

Il Pipistrello vittoriano

Gotham by Gaslight
Gotham by Gaslight – © DC Comics

Bruce Wayne, rampollo milionario di Gotham, torna nella sua città dopo aver viaggiato in Europa per studiare con esperti come Freud e Sherlock Holmes, con l’obiettivo di imparare le capacità necessarie a risolvere il mistero dell’omicidio dei suoi genitori. Convinto di aver acquisito le competenze, torna a Gotham e, durante il viaggio, incontra Jacob Packer, un amico di famiglia che non vedeva da tempo. Al suo ritorno, Bruce assume l’identità di un vigilante mascherato per indagare sugli eventi che portarono alla morte dei suoi genitori, mentre la città si sta preparando a un importante cambiamento sociale.

Gotham, lontana dalle luci della zona ricca, è un intrico di vicoli fatiscenti e maleodoranti, in cui vive un sottobosco criminale fatto di borseggiattori, furfanti e prostitute. Questa umanità abbandonata improvvisamente viene colpita dalla fura di un serial killer, il cui modus operandi ricorda quello di Jack lo Squartatore, il feroce assassino che poco tempo prima aveva terrorizzato Londra.

Le indagini di Bruce incrociano la strada di questo pericoloso assassino, ma con sorpresa del facoltoso gothamita la polizia arriva a una conclusione sorprendente: è proprio Bruce il temuto Jack lo Squartatore. A confermare questa ipotesi, ci sono il suo prolungato soggiorno in Europa e l’incredibile ritrovamento a Villa Wayne delle armi usati dall’assassino.

La rivoluzione steampunk di Batman

Gotham by Gaslight
Gotham by Gaslight – © DC Comics

Forse ancora più che la rivoluzione del genere dei film tatti dai fumetti avviata da Burton, è Batman: Gotham by Gaslight che andrebbe considerato come il momento in cui il Cavaliere Oscuro cambia le regole di un linguaggio narrativo.

Brian Augustyn, nel concepire Batman: Gotham by Gaslight, unisce i tratti essenziali del mito del Cavaliere Oscuro a una trama che si collochi perfettamente all’interno di un racconto steampunk. A rafforzare il fascino di questa vicenda concorrono la presenza di due figure iconiche, come Freud e Sherlock Holmes, ispirando autori successivi come Warren Ellis in PlanetaryAugustyn trova una felice sinergia tra tutti questi elementi, creando una perfetta traslazione del mito del Crociato di Gotham in una dimensione ‘alternativa’ in cui il lettore può illudersi di leggere le avventure di un personaggio appena creato.

Il meccanismo alla base di questa tipologia narrativa è racchiuso proprio in questo gioco di coerenza al canone dell’eroe e sperimentazione, che, nel caso di Batman: Gotham by Gaslight, ha condotto alla nascita di un vero e proprio cult del fumetto.

Gotham by Gaslight, come nasce un cult

Gotham by Gaslight
Gotham by Gaslight – © DC Comics

Rileggendo oggi Batman: Gotham by Gaslight oggi, dopo trent’anni, si respira ancora la sua vivacità, il suo rompere gli schemi rimanendo comunque fedeli allo spirito autentico del personaggio. Alcune storie, come questa, non invecchiano, diventano pilastri della narrazione fumettistica, da vivere non solo come lettura, ma anche come testimonianza di un periodo sperimentale dei comics, la ricerca di nuovi linguaggi e nuove idee per infondere vitalità a un genere a volte ripetitivo.

E l’ideale è farlo attraverso edizioni che ne valorizzino il dietro le quinte, cercando curiosità e aneddoti che diano maggior contesto a queste storie. La più recente riedizione di questo cult si fa incarnazione di questo principio, accogliendo le testimonianze di Augustyn, prendendo la forma di un documento essenziale per comprendere l’evoluzione del fumetto supereroico.

Difficile non emozionarsi nel leggere le parole di Augustiy, che non nasconde le difficoltà iniziali nel dare vita a questo progetto, o di come sia stato apparentemente complesso convincere Mike Mignola a realizzare le tavole della prima apparizione del Batman steampunk protagonista di questo ciclo. Il creatore di Hellboy, infatti, è la mano dietro alla creazione della Gotham fumosa e ottocentesca in cui si muove Bruce Wayne, ne ha creato la complessa architettura e i vicoli angusti, ritraendo questo eroe incappucciato intento nella sua missione di vendetta.

Mignola, all’epoca reduce da importanti lavori in DC Comics e Marvel, cattura il lettore con un’identità artistica capace di ritrarre con un tocco di classicità l’aspetto diurno di Wayne, lasciando poi emergere una natura più ferina e dai toni thriller per le sue imprese notturne, rese ancora più intense dai colori di David Hornung.

Il successo di Batman: Gotham by Gaslight portò rapidamente alla produzione di un seguito, Batman: Padrone del Futuro, con Eduardo Barreto al disegno a causa di impegni di Mignola. La narrazione approfondisce il personaggio di Batman, evidenziando il suo doppio animo e la sua continua esigenza di essere un giustiziere anche dopo aver compiuto la vendetta.

Augustyn amplia il mondo di Batman, introducendo nuove figure e mostrando un’evoluzione del protagonista. Barreto, con uno stile più realistico e lineare rispetto al precedente, si concentra sull’aspetto emotivo dei personaggi e sulla valorizzazione del territorio attraverso ambientazioni curatissime e ricche di dettagli, in grado di trasmettere efficacemente la drammaticità e le tensioni narrative.

Ritorno al mondo Gaslight

Gotham by Gaslight: The Kryptonian Age
Gotham by Gaslight: The Kryptonian Age – © DC Comics

Abbiamo dovuto aspettare diverso tempo prima di tornare nella Gotham steampunk, per scoprire come fosse possibile andare ben oltre le viscere della metropoli per espandere questo mondo. O forse dovremmo dire ‘universo’, considerato come Diggle espanda l’intuizione di Augustyn per coinvolgere ancora più personaggi DC Comics per creare una vera e propria nuova dimensione narrativa.

Si potrebbe pensare che un esperimento come il marveliano 1602 firmato da Gaiman abbia potuto ispirare Diggle nell’espandere Gotham by Gaslight, ma non si può negare come L’Era Kryptoniana mostri un’identità precisa, in cui tutti i tasselli trovano il giusto spazio.

Spostare l’attenzione da Gotham al West consente di appellarsi alla frontiera per eccellenza del mito americano, giocando con archetipi narrativi considerabili come punti fermi culturali per dare a quello che poteva esser un Elsewhere dimenticato una nuova vita.

Diggle non si limita a una facile espansione dell’idea di Augustyn focalizzandosi sul solo Batman, am coinvolge gli altri pilastri dell’universo DC dando loro il giusto risalto, creando storie personali per ciascuno in cui si sviluppano personalità familiari che si muovono in un ambiente nuovo e al contempo facilmente assimilabile dal lettore.

Il futuro di un universo

Gotham by Gaslight: The Kryptonian Age
Gotham by Gaslight: The Kryptonian Age – © DC Comics

Una caratterizzazione narrativa che trova nel tratto di Leandro Fernandez un ottimo interprete grafico. Non era semplice reggere il confronto con Mignola e Barreto, ma l’artista argentino non manca di dare a Gotham il suo aspetto di sporca metropoli, utilizzando al meglio le ombre e l’oscurità, tratti essenziali del Crociato di Gotham, supportato dalla colorazione di Dave Stewart.

Con L’Era Kryptoniana, Gotham by Gaslight non è più solamente un cult del fumetto, il capostipite degli Elsewhere. Diggle e Fernàndez prendono in mano l’eredità di Augustyn per rendere questo Batman vittoriano il punto di partenza di un universo narrativo in espansione.

Le possibilità offerte da questa ambientazione assumono una valenza completamente nuova, rendendola una delle nuove frontiere del mondo Dc Comics.

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Classe '81, da sempre appassionato di pop culture, con particolare passione per il mondo dei comics e la fantascienza. Dal 2015 condivide queste sue passioni collaborando con diverse testate, online e cartacee. Entra nella squadra di ScreenWorld come responsabile dell'area editoria con una precisa idea: raccontare il mondo del fumetto da una nuova prospettiva