Non è più un mistero che il fantasy abbia superato il canone tolkeniano, per esplorare nuove frontiere. Dai mondi di stampo medievale siamo passati altri universi, popolati da personaggi contemporanei che si muovono in ambienti che spaziano dal post-industriale allo steampunk. I lettori più tradizionalisti possono ancora trovare racconti che soddisfino il loro palato, ovviamente, ma hanno l’occasione di cercare anche cicli che stimolino in modo più delicato la curiosità, come Fra Terra e Cielo.
Aperta da Sole Nero, Fra Terra e Cielo è una saga particolarmente intrigante, che porta alla ribalta un’ambientazione insolita, un mondo pre-colombiano in cui mitologia e lotte di potere convivono in modo eccelso. Disponibile nel catalogo di Mondadori, in Oscar Fantastica, il ciclo scritto da Rebecca Roanhaorse ha tutte le carte per porsi come una delle proposte fantasy più intriganti degli ultimi anni.
La nuova identità del fantasy
Mondadori punta con attenzione ad ampliare la visione del fantasy i, rendendola più contemporanea e variegata, senza dimenticare i classici del genere, anche quelli meno noti. Tradizione e sperimentazione, una dicotomia che sia tramite i generosi Draghi che con i più agevoli volumi di Oscar Fantastica sta portando l’editore milanese a essere un punto di riferimento affidabile per il fantasy. Il dualismo di Mondadori consente infatti il recupero di cult come Terramare e il godimento di esplosive novità come Mistborn.
Fra Cielo e Terra di Rebecca Roanhorse rappresenta un esempio significativo di questa tendenza, portando i lettori in un contesto affascinante e inesplorato: la cultura meso-americana. L’autrice abbandona atmosfere familiari, appellandosi al proprio retaggio cultura invita i lettori a immergersi in un mondo con regole sociali complesse e inusuali, che possono inizialmente disorientare, ma che sono fondamento di un affascinante società.
Nella città sacra di Tova, si prepara la cerimonia del rinnovamento, coincidente con il solsistizio d’inverno. Quest’anno, un’eclissi di sole segna un momento di rottura dell’equilibrio venerato, secondo i Sacerdoti del Sole, guidati dalla giovane sacerdotessa Narampa. Osteggiata dalla maggior parte del clero, Narampa desidera riformare alcune rigide regole della sua casta per riavvicinarsi al popolo e rafforzare il legame tra i fedeli e il culto.
Alcuni considerano queste riforme come un atto blasfemo e tramano per rovesciare Narampa, scatenando una guerra interna nel clero di Tova. La situazione si complica ulteriormente con l’arrivo di Serapio, un misterioso giovane dal mare, il quale, grazie ai suoi strani poteri legati al culto del Corvo, rappresenta una minaccia concreta per il mantenimento dello status quo nella città.
Dei, sacerdoti e sete di potere

Fra Cielo e Terra, con Sole Nero presenta sia i punti di forza che le debolezze tipiche di un’opera all’inizio di una saga. Sebbene l’ambientazione in una cultura diversa possa sembrare inizialmente complessa da padroneggiare, il percorso intrapreso da Mondadori ha contribuito a sviluppare una mentalità più aperta e curiosa nei lettori. La pubblicazione di opere come Leopardo Nero, Lupo Rosso aveva già dimostrato questa ricerca di nuovi stimoli nel fantastico, offrendo un viaggio non solo fantasioso, ma anche informativo rispetto a culture e tradizioni diverse.
Con Stella Ardente, si percepisce una maggior padronanza dei personaggi da parte dell’autrice. Le conseguenze dell’esplosivo finale di Sole Nero vengono analizzate con la gusta attenzione, dando risalto ai personaggi e portandoli ad affrontare un nuovo equilibrio, non solo sociale ma anche interiore. Rebecca Rohanhorse si mostra come una narratrice attenta, capace di definire tanto l’interiorità dei suoi personaggi quanto il mondo in cui muovono, dando il giusto peso all’impatto di un pantheon divino che influenza in modo diretto le vicende umane.
La costruzione di un tessuto sociale diviso in caste, con disparità e tensioni credibili, animato da questa sinergia tra credo e politica è appassionante e scandito con grande intelligenza. Contrariamente ad altre opere in cui l’elemento sociale rimane in secondo piano, Tra Cielo e Terra non dimentica di rendere Tova un vero e proprio personaggio di punta. Non solo come sfondo urbano, ma come elemento vivo e pulsante, capace di influenzare i protagonisti in modi sottili e venendone a sua volta colpito.
Un nuovo mondo per il fantasy
Tova diventa un luogo non più immaginario ma vivo e pulsante. Merito della bravura della Roanhorse nel trovare il giusto piglio descrittivo, con una capacità di sintetizzare elementi della cultura pre-colombiana e esigenze narrative in modo da costruire una saga fantasy innovativa e appassionante, capace di rendersi sempre più strutturata e avvincente.
Tra Cielo e Terra incarna al meglio il nuovo modo di intendere il fantasy, spingendosi verso nuove direzioni, offrendo ai lettori una vitalità rinnovatrice per il genere. Rebecca Roanhorse potrebbe imporsi come una delle autrici fantasy della nuova generazione di maggior successo, pronta a ritrarre incredibili mondi, mostrandoceli nella loro incredibile e complessa bellezza.
Conclusioni
Tra Cielo e Terra incarna al meglio il nuovo modo di intendere il fantasy, spingendosi verso nuove direzioni, offrendo ai lettori una vitalità rinnovatrice per il genere. Rebecca Roanhorse potrebbe imporsi come una delle autrici fantasy della nuova generazione di maggior successo, pronta a ritrarre incredibili mondi, mostrandoceli nella loro incredibile e complessa bellezza.
Pro
- Ambientazione innovatrice e affascinante
- Personaggi ben delineati
- Pantheon divino ben ideato
Contro
- Primo capitolo molto preparatorio
- Narrazione in alcuni punti complessa