Nel momento di massimo difficoltà del Marvel Cinematic Universe, i Marvel Studios calano l’asso e svelano al mondo che il nuovo villain della saga potrebbe essere il miglior cattivo della dimensione fumettistica Marvel: il Dottor Destino. E se l’annuncio che sarà Robert Downey Jr a interpretarlo in Avengers: Doomsday ha lasciato tutti di stucco, non stupisce che questa rivelazione arrivi mentre i Fantastici Quattro stanno per entrare trionfalmente nel franchise.

Non possono esistere i Fantastici Quattro senza Victor von Doom. Lo sanno bene i lettori dei fumetti di Marvel Comics e altrettanto consci ne sono le writing room dei vari film dedicati alla First Family marveliana, che hanno sempre messo la famiglia Richards contro il Dottor Destino.

D’altronde, serve un grande attore per dare vita a quello che rimane il migliore villain del pantheon marveliano. Non un semplice avversario dei Fantasti Quattro, ma una figura magnetica e poliedrica, vincolata al ruolo di cattivo ma animato da una visione che per lucidità e intensità rivaleggia con quella degli altri grandi futuristi della Casa delle Idee, da Reed Richards a Tony Stark.

La nascita di un villain

Robert Downey Jr saraà il Doom di Avengers: Doomsday
Robert Downey Jr saraà il Doom di Avengers: Doomsday

Nel 1961, la Marvel Comics lanciò il suo universo supereroico con i Fantastici Quattro come pietra angolare, ottenendo subito un grande successo. Questo obbligò Stan Lee e Jack Kirby a innovare costantemente e a includere un elemento fondamentale per la saga: un grande avversario per la famiglia Richards.

Nei primi numeri, i Fantastici Quattro si scontrarono con avversari come l’Uomo Talpa e gli Skrull, affrontando avventure che richiamavano la sci-fi classica, a volte con elementi ingenui. Per arricchire l’universo narrativo, era necessaria l’introduzione di un villain più complesso, con una linea guida chiara per la sua creazione

Jack Kirby:

“Destino era la classica concezione della morte, della morte incombente. Consideravo il Dottor Destino come l’uomo dietro la Maschera di Ferro, che simbolizzava proprio la morte, da qui l’idea dell’armatura e del cappuccio. La morte è legata all’armatura e a quel metallo disumano, la morte è qualcosa senza pietà, mentre l’umanità è fatta di pietà. Quindi dovevo cancellare questo tratto, e lo feci con una maschera.

La principale sfida nella creazione di Doom era la sua rivalità con Reed Richards, che rischiava di farlo apparire come un cliché del mad scientist, figura ormai poco incisiva. Per evitare ciò, Kirby e Lee cercarono di riscrivere questo archetipo, ponendo l’accento sull’umanità di von Doom. Questo tratto distintivo ha contribuito a definirlo come uno dei migliori villain della Marvel Comics, evidenziando la sua complessità emotiva.

Jack Kirby:

“Destino è una persona malvagia, ma non è sempre stato cattivo. È stato anche rispettato, ma per via di un difetto del suo carattere ha perso tutto: il suo perfezionismo.”

Grazie alla sua umanità, Doom si distacca dalla figura dello scienziato pazzo e diventa un grande villain, non semplici antagonismi degli eroi. Egli è una vera e propria “dramatis persona” con un’anima e una personalità complessa, capace di mostrare crescita e maturazione simile a quella dei protagonisti dell’universo Marvel.

Questo processo creativo portò all’introduzione del Dottor Destino (Doctor Doom) in Fantastic Four #5, segnando l’inizio della sua presenza nell’universo dei Fantastici Quattro e contribuendo a far sì che il despota di Latveria acquisisse un ruolo sempre più significativo nella continuity della Marvel.

Molto più di un villain

Victor von Doom
Victor von Doom – © Marvel Comics

Ridurre Victor von Doom a un semplice villain sarebbe un errore grave. Nel corso della sua evoluzione editoriale, è diventato uno dei più pericolosi attori dell’universo Marvel, orchestrando piani che hanno sconvolto la comunità supereroica dalla sua Latveria. Il suo ego smisurato è alimentato dalla convinzione di possedere l’intelligenza e la conoscenza necessarie per guidare il mondo, grazie alle sue competenze sia nella magia che nella scienza. In questo senso, si può paragonare a una versione più cinica e oscura di Tony Stark, un futurista convinto di poter anticipare i tempi e dirigere l’umanità.

Nella sua egocentrica visione, il Dottor Destino è ostacolato dalla sua arroganza. Nonostante la sua intelligenza e potenza, von Doom non riesce a riconoscere la propria fallibilità, ignorando che ci sono persone, come Reed Richards, che potrebbero avere una comprensione migliore su determinati argomenti. Questa incapacità di accettare le proprie limitazioni è la vera causa dei suoi fallimenti.

Nonostante la sua personalità egocentrica, Victor von Doom possiede un codice morale solido che non abbandona mai. Rifiuta di colpire i nemici in difficoltà e mostra rispetto anche verso la sua storica nemesi. Questa caratteristica contribuisce al suo fascino, rendendolo un personaggio atipico tra i villain dell’universo Marvel.

Il dittatore sotto la maschera

Victor von Doom sul suo trono in Latveria
Victor von Doom sul suo trono in Latveria – © Marvel Comics

Per molti anni, si è diffusa l’idea che dietro la maschera di Destino ci fosse solo una cicatrice. Quando Kirby creò il personaggio, non riteneva essenziale una deformità complessa, ipotizzando negli anni ’70 che von Doom avesse solo una cicatrice su una guancia, sufficiente a giustificare il suo desiderio di nascondersi. In contrasto, Lee scrisse storie che enfatizzavano l’arroganza di Doom, presentandolo con grande presenza scenica e dialoghi sprezzanti che ne evidenziavano il carisma. Questo approccio rendeva le vittorie dei Fantastici Quattro contro un nemico tanto letale ancora più esaltanti.

Per apprezzare appieno le potenzialità del personaggio di Doom, è necessario attendere l’arrivo di John Byrne, un autore fondamentale dell’universo Marvel. Nei primi anni ’80, Byrne rilancia The Fantastic Four, dando nuova vitalità al mito dei Fantastici Quattro e integrandoli sempre di più nell’universo Marvel. In questo contesto, identifica il Dottor Destino come il contrappunto emotivo ideale, scegliendo di allontanarsi dalla tradizione e valorizzando un aspetto spesso trascurato: il volto sotto la maschera.

In Fantastic Four #236, Byrne decide di rivelare il volto sfigurato di Doom, creando un contrasto con la sua personalità vanitosa: solo i suoi Doom-bots possono vederlo senza la maschera. Byrne introduce l’idea che l’incidente all’Empire State University fosse minimo, sottolineando la scelta di indossare la maschera creata dai monaci tibetani come un atto di arroganza di von Doom. Inoltre, Byrne approfondisce il personaggio, rivelando come il suo codice d’onore lo porti a rinunciare a rubare conoscenze magiche da Dottor Strange per tornare in Latveria e aiutare il suo popolo, nonostante avesse appena deposto il governo.

Le caratteristiche di un grande villain

Victor von Doom usa le arti magiche
Victor von Doom usa le arti magiche – © Marvel Comics

In un universo popolato da supersoldati, divinità e mutanti, il Dottor Destino emerge come una figura di riferimento grazie alla sua intelligenza e tenacia, superando un apparente svantaggio in termini di poteri. Victor von Doom è uno scienziato e inventore di genio, che ha creato macchinari apocalittici e sviluppato un’impressionante sinergia con alcune delle sue creazioni, esercitando anche un controllo tecnopatico su di esse. Durante la sua storia editoriale, è stato descritto come uno degli esseri umani più intelligenti dell’Universo Marvel, noto per aver riportato Ben Grimm alla forma umana, obiettivo mai raggiunto completamente nemmeno da Reed Richards. Doom ha anche utilizzato le sue abilità scientifiche per rubare o replicare i poteri di altri esseri, come Silver Surfer, l’Arcano e l’astronave di Galactus.

Oltre a essere un genio scientifico, Doom è anche un potente stregone, avendo appreso le arti mistiche dalla madre e dai monaci tibetani.  Questa combinazione di magia e scienza gli consente di assorbire e proiettare energia, manipolare elettricità, creare scudi protettivi, viaggiare tra dimensioni, guarire, generare tempeste di neve ed evocare creature demoniache. Quando il Dottor Strange ha rinunciato al titolo di Stregone Supremo, ha riconosciuto che Doom ha abbastanza potere e abilità magiche per sostituirlo, tanto da lasciare fosse proprio von Doom a riplasmare il mondo durante Secret Wars.

L’armatura di un re

L'armature di Doom
Doom utilizza la sua armatura – © Marvel Comics

L’armatura di Doom amplifica la sua forza e resistenza naturali a livelli sovrumani, permettendogli di confrontarsi con avversari come Spider-Man, Hulk e la Cosa, nonostante preferisca tattiche a lungo raggio contro nemici fisicamente più forti. E’ quasi indistruttibile, capace di resistere a colpi di superumani e protettiva contro manipolazioni della realtà e effetti psichici. Dotata di un arsenale di armi e gadget ad alta tecnologia, l’armatura include guanti che emettono laser, un campo di forza difensivo e una scossa elettrica letale. Inoltre, è autosufficiente, consentendo a Doom di sopravvivere in condizioni estreme.

Tecnologicamente, l’armatura di Doom può rivaleggiare con quella di Iron Man, sebbene il suo design sia più retrò. È stata utilizzata con attenzione dagli autori per evitare di renderla un semplice deus ex machina, a volte addirittura presentandola come un elemento svantaggioso per il personaggio. Anche senza armatura, Doom è un abile combattente corpo a corpo, capace di infliggere danni letali. La sua vera forza, tuttavia, è la sua determinazione.

Il carisma di Doom

Destino diventa il salvatore del multiverso in Secret Wars
Destino diventa il salvatore del multiverso in Secret Wars – © Marvel Comics

Nonostante la sua superbia, la volontà di Doom lo guida come dittatore di Latveria e figura di spicco dell’universo Marvel. In Secret Wars di Jonathan Hickman, il Dottor Strange ha identificato Doom come la persona adatta a plasmare e dominare un nuovo universo, superando nomi noti come Richards, Capitan America e Tony Stark.

Questo riconoscimento dimostra la complessità di un personaggio che, in mano ad autori capaci ci esplorarne tutte le sfumature, riesce a emergere come uno dei principali attori del ricco mondo marveliano. La storia editoriale di Doom lo ha visto anche affrontare tentativi di redenzione, come nella run di Infamous Iron Man, ma la sua essenza rimane sempre quella di un uomo mosso da uno scopo inarrestabile, un gigante tra i comuni mortali.

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Classe '81, da sempre appassionato di pop culture, con particolare passione per il mondo dei comics e la fantascienza. Dal 2015 condivide queste sue passioni collaborando con diverse testate, online e cartacee. Dopo una lunga presenza su Cultura Pop, entra nella squadra di ScreenWorld come responsabile dell'area editoria con una precisa idea: raccontare il mondo del fumetto da una nuova prospettiva