Lo abbiamo visto deflettere proiettili, compiere traiettorie impossibili e infine tornare saldamente in mano al suo possessore, parte integrante di un’iconografia fumettistica che ha reso lo Scudo di Capitan America uno dei simboli più riconoscibili del mondo dei comics. Sono passati decenni dall’esordio della Sentinella della Libertà: anni di cambiamenti e mutamenti che si sono riflessi anche sullo Scudo – non una semplice arma, ma vero e proprio metronomo dell’evoluzione di Capitan America.
A partire da quella prima copertina dove Cap colpiva con un potente pugno Hitler, lo Scudo è sempre stato al suo braccio. Dalla Golden Age sino al ritorno nella Silver Age, ogni momento della vita di Steve Rogers si è giocoforza abbattuto anche sul suo scudo, sempre più riflesso di un personaggio che faticava a convivere con il ruolo di simbolo vivente. Eventi e situazioni raccontati mettendo proprio il disco a stelle e strisce al centro della scena.
Il primo scudo di Cap
D’altronde, sin dall’inizio delle avventure di Steve Rogers la sinergia tra eroe e scudo è stata fondamentale. Nato come patriotically themed hero durante il dibattito sull’intervento nel secondo conflitto mondiale, Captain America doveva essere un simbolo, ma per esserlo aveva bisogno di un proprio tratto distintivo. Quando Joe Simon e Jack Kirby concepirono la Sentinella della Libertà, non gli fornirono i poteri di un dio come altri personaggi del periodo, ma si rivolsero alla scienza. E alla stessa fonte si affidarono per la sua arma, che non doveva essere il suo potere quanto la sua difesa, e nulla poteva assolvere questo ruolo quanto uno scudo.
Ecco che Cap scende quindi in battaglia con un iconico scudo triangolare, rigorosamente a stelle e strisce, che lo difende da esplosioni e pallottole per ben due numeri. Carriera tutt’altro che dignitosa, ma che trova una brusca battuta d’arresto quando una casa editrice concorrente, la MJL, lamenta il fatto che l’arma di Cap sia troppo simile a quella di un proprio personaggio, The Shield, uscito qualche tempo prima.
Una bella fregatura per la Timely Comics, prontamente salvata da quello che diventerà il suo nume tutelare: Stanley Lieber – forse lo ricordate come Stan Lee. Fu proprio il Sorridente Stan a farsi carico di salvare la situazione con Captain America Foils the Traitor’s Revenge, dove introdusse l’ormai familiare forma a disco dello scudo. Non solo questa scelta protesse la Timely dalle lamentele della MJL, ma fece sì che da semplice riparo, questa peculiarità di Cap diventasse una delle armi più dinamiche del pantheon supereroico.
Reinventare lo Scudo
Sfruttando la forma circolare, infatti, Lee pensò bene di rendere lo Scudo di Cap un’ama in grado di essere lanciata compiendo traiettorie incredibili, colpire il bersaglio e tornare saldamente al braccio del suo portatore. Inconsapevolmente, Lee aveva trasformato un problema nel tratto distintivo di Capitan America. Non solo come arma, ma anche come incarnazione del suo legame alla bandiera.
Quando Lee rimodella lo scudo, non vengono fornite motivazioni di questa scelta. Eppure un simile cambiamento, specie se inserito all’interno del contesto bellico, è troppo ghiotto per passare inosservato. Come spesso accade, però, la continuity dei fumetti porta a creare un po’ di confusione. La prima origine dello scudo circolare di Cap viene raccontata nel 1981, quando in Captain America #255 scopriamo che si tratta nientemeno di un dono del presidente Roosevelt, realizzato dopo un fortuito incidente di laboratorio dal metallurgo Myron McLain. La nuova versione dello Scudo viene accolta con piacere dalla Sentinella della Libertà, diventando parte della sua figura.
Peccato che nel 2010, con Captain America/Black Panther: Flags of our Fathers viene svelato che la forma circolare sia stata ispirata da un’arma wakandiana utilizzata da Steve Rogers durante una battaglia contro Teschio Rosso avvenuta in Wakanda, negli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Lo Scudo è più di un’arma?
Dettagli, si potrebbe dire, se pensiamo al vero interrogativo legato a questo disco infallibile: perché lo Scudo di Capitan America è così importante? Se Cap è stato a lungo un simbolo, è indubbio che lo Scudo sia divenuto il suo simbolo. Una simbiosi che, se durante la Golden Age era un manifesto di arruolamento, con il ritorno di Rogers in Avengers #4 si è trasformata in rapporto conflittuale, quando l’uomo ha iniziato a distanziarsi dalla maschera.
Al ritorno alla vita, Steve Rogers diventa un uomo fuori dal tempo, incapace di conciliare i suoi ricordi col mondo moderno, ma è condannato, in un certo senso, ad essere ancora un manifesto. Non più di arruolamento, ma di consolidamento di un potere stabilito, che lo vede come tale soprattutto per quello scudo che brandisce.
Non è un caso che al termine di uno dei momenti più drammatici della vita di Steve Rogers, il ciclo di Impero Segreto di Englehart, la scelta di separarsi dal ruolo di Capitan America comporti l’abbandono dello Scudo, che Rogers lascia cadere a terra, in una scena di evidente rottura nella continuity del personaggio. Ovviamente, la separazione tra Rogers e lo Scudo è breve. Anche nelle sue diverse identità, come Nomad o il Capitano, sarebbe stato impossibile preservare il suo stile di combattimento senza aver al braccio uno scudo, perché la sinergia tra Steve Rogers e lo Scudo trascendeva il suo ruolo di Sentinella della Libertà.
Essere degni dello Scudo
Ed è proprio questo il vero legame tra Steve Rogers, Capitan America e lo Scudo. Perché brandire lo Scudo è come sollevare Mjolnir: puoi farlo, a patto di esserne degno. Per quanto simbolo, quel disco a stelle strisce comporta una responsabilità che non è incarnazione di un credo politico, quanto un’affermazione ideologica: proteggere e onorare il Sogno. Concetto che Cantwell elabora al meglio con il suo Gli Stati Uniti di Capitan America, dove il furto dello Scudo è lo starting point di un’avventura on the road per Cap, che lo conduce a conoscere la Rete dei Capitani.
Persone comuni, disperati vagabondi, nativi americani o studenti universitari, tutti alle prese con ingiustizie e soprusi cui reagiscono creando un proprio Scudo, costruito con i simboli della propria cultura e del proprio ambiente. Nuovamente, lo Scudo smette di essere mero oggetto e diviene con ancor più potenza una dichiarazione di intenti. Un simbolo indistruttibile, anche quando in Captain America: Sentinel of Liberty Lanzing e Kelly svelano che quella stella al centro del disco è in realtà l’oscura vittoria di una cabala segreta che pilota i grandi eventi della storia.
Inizialmente smarrito, Rogers si interroga su quanto quello Scudo possa essere ingannevole, salvo poi vedere in esso ciò lui lo ha reso, un faro di speranza, decidendo di lottare per riaffermare questa natura positiva e ispiratrice della sua arma.
Lo Scudo del Marvel Cinematic Universe
Com’è stata trasposta la simbologia dello Scudo nel Marvel Cinematic Universe? Pur ripercorrendone le tappe essenziali a partire da Capitan America: Il Primo Vendicatore, la saga cinematografica marveliana si è concentrata maggiormente sull’identificare lo Scudo come peculiarità di Cap, privandolo almeno inizialmente della sua simbologia più ampia.
Lo Scudo, nel MCU, non è tanto un simbolo nazionale quanto il Mjolnir di Cap: devi esserne degno. Non a caso in Captain America: Civil War, nel momento più drammatico del confronto tra Cap e Testa di Latta, Stark colpisce nel segno con una frase che è un’accusa:
Quello scudo non ti appartiene…non te lo meriti…mio padre ha creato quello scudo
Dopo gli eventi di Age of Ultron e gli Accordi di Sokovia, Rogers non ha bisogno di altro: non sono più Cap, lo Scudo è vostro. Eppure, è proprio Tony Stark a rimetterlo in mano a Rogers, convinto che non possa esistere un Capitan America senza Rogers, nonostante lo stesso Rogers consegni lo Scudo a Sam Wilson, dopo aver vissuto una vita a lungo desiderata.
E’ servita un’intera serie, The Falcon & the Winter Soldier, per far sì che Wilson accettasse questa responsabilità – in quella che è la prima affermazione, nel MCU, della valenza simbolica dello Scudo. Il cui possesso può esser travisato, come accaduto con John Walker, o reso nobile dall’accettazione che da grande poteri derivano grandi responsabilità. Compreso affrontare un presidente che diventa Hulk Rosso, come vedremo a breve in Captain America: Brave New World.
E voi cosa ne pensate? Siete d'accordo con le nostre riflessioni?
Se volete commentare a caldo questo articolo insieme alla redazione e agli altri lettori, unitevi al nostro nuovissimo gruppo Telegram ScreenWorld Assemble! dove troverete una community di persone con interessi proprio come i vostri e con cui scambiare riflessioni su tutti i contenuti originali di ScreenWorld ma anche sulle ultime novità riguardanti cinema, serie, libri, fumetti, giochi e molto altro!